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Chirico: 'Un pareggio ribalta il mondo. Ora Juve e Sarri sono in crisi, Conte è divino e l'Inter è già campione!'

Chirico: 'Un pareggio ribalta il mondo. Ora Juve e Sarri sono in crisi, Conte è divino e l'Inter è già campione!'

  • Marcello Chirico
    Marcello Chirico
È bastato un pareggio in casa col Sassuolo per modificare tutti i giudizi sulla Juventus, da parte degli addetti ai lavori così come da una nutrita parte dei suoi tifosi. Prima la Juve era la squadra imbattibile, talmente forte da dare l’impressione di poter perdere con l’Atalanta e di non vincere col Milan, ma poi le bastava qualche colpo di classe di uno dei suoi tanti campioni per  portare ugualmente a casa il risultato e non lasciare speranze a chi stava dietro.  Juve troppo forte, si diceva fino a domenica a mezzogiorno.

Dopo l’inatteso pari interno coi neroverdi del bravo De Zerbi, e la contemporanea vittoria - seppur di misura - dell’Inter con la Spal (penultima), le prospettive sono cambiate: si esalta all’inverosimile Conte e il suo team, si critica fino all’eccesso la Juve di Sarri (per non parlare di Ronaldo). Sfogliate qualche giornale, e non soltanto quelli sportivi, guardatevi qualche trasmissione tv e ditemi se non è così. Per carità, giusto celebrare chi è partito come outsider e ora sta in testa, esagerato dire che “le gerarchie stanno cambiando”, che Ronaldo sia diventato poco più di ologramma, che Conte è straordinario, fantastico, infallibile, e Sarri uno che non ne azzecca più una perché non ci sta capendo niente, oltre ad essere in balia di CR7.

Est modus in rebus.

Prima di tutto, terrei a ricordare che il divino Conte finora ha perso 3 partite: 2 in Champions ed 1 in campionato, guarda caso lo scontro diretto con la Juve, per giunta in casa. Sarri non ne ha persa manco una, ed ha già staccato il biglietto per gli Ottavi in Europa, mentre Conte no. Dettagli, certo, ma non insignificanti. I numeri o valgono per tutti, oppure non valgono mai. Sarri non ha di sicuro vinto la Coppa Campioni superando come primo il girone, ma nemmeno Conte ha già vinto lo scudetto conquistando la vetta della classifica. Tra l’altro, con la Juventus dietro di un solo punto e altre 24 partite ancora da giocare. Non tolgo meriti a chi è in testa, ma la storiella della pelle dell’orso vale pure per loro.

Quanto poi all’ologramma Ronaldo, ricordo cosa si scriveva e si diceva la scorsa stagione, quando il portoghese non riusciva a buttarla dentro nel primo mese in bianconero: il Real ha ceduto alla Juve un giocatore alla frutta. Cristiano fece poi 28 gol, e tante partite le decise da solo. Messi ne ha fatti 51 ed ha rivinto il Pallone d’Oro. Dare però per scontato che per CR7 sia iniziato il declino, attenderei un attimo. Perché pure lui ha 7 vite. “Non sarà mai come Maradona!” dicono ora. Diego fu immenso e stratosferico ma fece meno della metà delle reti di Ronaldo, che ha traguardato e superato le 700 marcature in carriera. Scusate se è poco. Non segna più? Non è più decisivo? Lo vedremo.

Il pareggio interno col Sassuolo, però, non deve nemmeno gettare nella depressione i tifosi juventini. Non se lo aspettava quasi nessuno, a parte le solite Cassandre pullulanti pure nella tifoseria bianconera, dove sta serpeggiando in queste ore un disfattismo sproporzionato. Va bene, la squadra non sta giocando bene, ok, la mano di Sarri si vede ancora poco, certo, si segna poco e si prendono troppi gol, d’accordo, questo Ronaldo serve a poco e dovrebbe giocare di più Dybala, ma intanto la Juventus è ancora in corsa su tutti i fronti, e fino all’altro ieri in Italia era la squadra da battere. Non si può essere un giorno sugli altari e quello successivo nella polvere.

Qualche problema c’è, a cominciare dai muscoli di cristallo di Douglas Costa, che quest’anno avrebbe dovuto giocare con maggiore continuità ed è invece sempre ai box, come l’oggetto misterioso Rabiot, oppure Ramsey che gioca un quarto d’ora a partita: alla fine a centrocampo ci sono gli stessi dello scorso anno, e il definitivo salto di qualità non lo si fa. Ma magari è solo questione di tempo, quei tre verranno recuperati e fra qualche mese parleremo di un’altra Juventus. Che intanto è lì, in Champions e in campionato. I tifosi, soprattutto quelli più criticoni, dovrebbero fare una cosa: sostenere di più la squadra, soprattutto quelli che vanno allo Stadium, dove iniziano a calare le presenze (il sold-out non è più una prassi) e chi ha il biglietto sbuffa o tace, anziché fare pure lui la sua parte.

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