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    Conte, non solo la Juve nel suo futuro: ecco chi ci pensa per giugno

    Conte, non solo la Juve nel suo futuro: ecco chi ci pensa per giugno

    • Andrea Distaso
    Antonio Conte ha tenuto fede alla parola data a più riprese ai presidenti delle squadre di club che negli ultimi mesi - per non dire delle recenti settimane - lo hanno interpellato per offrigli la possibilità di ritornare in panchina a distanza di 8 mesi dall’interruzione del rapporto col Tottenham. Soprattutto ad Aurelio De Laurentiis, che sia ad ottobre che prima di far cadere la sua scelta su Walter Mazzarri ha pensato concretamente a lui per rimpiazzare Rudi Garcia. Ma Antonio Conte si è dimostrato uomo di parola e ha preferito declinare, rimanendo comunque un’opzione per la stagione che verrà considerato gli ottimi rapporti col numero uno del Napoli ma confermando al tempo stesso la volontà di non ripetere un’esperienza da lui giudicata complessivamente non positiva come quella di subentrare a stagione in corso. Una situazione vissuta peraltro con alterne fortune anche a Bari (dicembre 2007) ed Atalanta (settembre 2009) - mentre ad Arezzo tornò in sella da marzo alla fine della stagione 2006/2007 dopo essere stato esonerato una prima volta.

    CONTE, MESSAGGIO PER IL FUTURO

    L'APERTURA - Avrebbe fatto un’eccezione soltanto per un altro azzurro, quello della Nazionale, che si è ripresentata come possibilità reale nella bollente estate che ci siamo lasciati alle spalle da qualche tempo, quella delle improvvise dimissioni di Roberto Mancini da ct campione d’Europa in carica per assumere l’incarico alla guida dell’Arabia Saudita e dell’avvento poi di Luciano Spalletti. Conte è stato interpellato a sua volta dal presidente federale Gravina e, pur comprendendo di non essere la primissima scelta, aveva ugualmente fornito la sua disponibilità in seconda battuta. Perché all’Italia non si può dire mai di no. Come alla Juventus. Già, la Vecchia Signora rimane il primo amore calcistico per l’allenatore salentino e negli ultimi giorni, complici i rumors su una possibile separazione con un anno di anticipo da Massimiliano Allegri (il suo contratto scade infatti a giugno 2025), le suggestioni hanno ricominciato ad essere qualcosa di più. Anche perché il diretto interessato non si è tirato indietro sull’argomento, anzi: “I matrimoni si fanno sempre in due, si può sempre sognare e sperare di sposarsi un’altra volta. L’importante è che ci sia condivisione di pensiero”, ha dichiarato in un recente evento organizzato da La Gazzetta del Mezzogiorno.

    ALLEGRI E QUEI RUMORS SUL FUTURO...

    NON SOLO LA JUVE - Dopo la conclusione del rapporto col Tottenham, Conte ha fatto ritorno immediatamente a Torino, la città nella quale ha messo le radici da giocatore prima, da tecnico poi, ma anche da uomo comprando casa e mettendo su famiglia. E di tempo ne è passato da quel luglio 2014, quando spiazzò tutti ponendo fine alla sua seconda avventura juventina, a soli due giorni dall’inizio del ritiro pre-campionato. Il presidente dell’epoca Andrea Agnelli - con cui i rapporti sono stati a lungo tutt’altro che idilliaci - non c’è più da un anno e con molti degli attuali dirigenti del club bianconero, oltre al numero uno di Exor John Elkann, le relazioni sono molto buone. Conte non disdegnerebbe affatto di ritornare a casa e provare ad inaugurare un nuovo ciclo vincente dopo averlo fatto al primo tentativo, datato giugno 2011. Ma Conte rimane un professionista molto ambito anche da altre piazze del calcio italiano e, come ha lui stesso confessato sempre nell’intervento a La Gazzetta del Mezzogiorno, a convincerlo a propendere per una soluzione piuttosto che per un’altra sarà la condivisione di un progetto stimolante. Quello che il Napoli, rafforzato nella consapevolezza anche in campo internazionale dal biennio spallettiano, o l’ambiziosa Roma della famiglia Friedkin - non più così in sintonia con José Mourinho e disposta a valutare altre opzioni in caso di mancato rinnovo - possono mettere ugualmente sul piatto. Possibilmente con una Champions League da offrire. Conte è stato uomo di parola, ma ora morde il freno per tornare sul campo: con la stessa fame, con la stessa voglia di vincere. 

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