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  • Conte rischia più di Pirlo. E se a vincere lo scudetto fosse l'outsider Pioli, il fallimento sarebbe più grave

    Conte rischia più di Pirlo. E se a vincere lo scudetto fosse l'outsider Pioli, il fallimento sarebbe più grave

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Domenica si ricomincia, con il Milan solo al comando, inseguito dall’Inter. La Juventus, campione d’Italia, annaspa a meno dieci dai rossoneri e a meno nove dai nerazzurri, confidando in un altro “meno”: quello delle partite giocate rispetto alle storiche rivali milanesi, per rientrare nella corsa che porterà allo scudetto. Fare previsioni dopo 14 giornate è ancora troppo presto. Ricordare, per credere, come ingannò la classifica un anno fa: Inter prima con 37 punti, Juventus seconda con 36, Lazio terza con 30, Roma quarta con 28 e Atalanta soltanto sesta a quota 25 dietro il Cagliari. Come è andata a finire, lo sappiamo: scudetto alla Juventus che ha superato l’Inter e qualificazione alla Champions per l’Atalanta in rimonta sulla Roma. Ciò non toglie, però, che ripensando agli obiettivi di inizio stagione e a quanto è successo fin qui, si possa ipotizzare chi rischia di più, soprattutto a livello individuale, nel caso di mancato scudetto.

    Premesso che soltanto Pioli non rischia nulla, perché non era partito per vincere lo scudetto, sono due i suoi colleghi che corrono sul filo del rasoio, temendo un clamoroso fallimento personale prima delle rispettive squadre, sia pure per motivi diversi. Parliamo, ovviamente, di Pirlo e Conte, i grandi duellanti per lo scudetto, secondo gli unanimi pronostici estivi. Il successo finale di uno sarebbe la bocciatura dell’altro e a nulla servirebbe la consolazione del ”mal comune mezzo gaudio”, se alla fine vincesse Pioli con il suo sorprendente Milan. Anzi, in questo caso, il fallimento sarebbe ancora più grave per entrambi, anche se con sfumature diverse perché, al di là dei rispettivi contratti e delle decisioni che prenderanno i rispettivi presidenti, sono diverse le posizioni di partenza di Pirlo e Conte.

    Pirlo, al primo anno non soltanto sulla panchina della Juventus, ma in assoluto come allenatore, rischia tantissimo perché se dopo nove scudetti consecutivi la Juventus non riuscisse a centrare il decimo, sarebbe lui il principale responsabile. Paradossalmente, però, proprio la sua totale inesperienza per lui potrebbe alla fine rappresentare un alibi che non comprometterebbe il suo futuro, come del resto è capitato a Inzaghi che fallì al debutto con il Milan, ma poi ha saputo dimostrare, tra Venezia e Benevento a cavallo di Serie B e Serie A, di essere un allenatore vero con una carriera ancora lunga davanti. Conte, invece, di esperienza ne ha da vendere e poi, al contrario di Pirlo, non è al primo anno sulla panchina dell’Inter, per cui non può nemmeno dire di non conoscere l’ambiente.

    Dopo essere arrivato secondo alle spalle della Juventus al primo anno, i tifosi nerazzurri gli chiedono il salto in alto. Basterebbe questa premessa per capire perché Conte rischia più di Pirlo. A maggior motivo pensando al fatto che l’Inter ha fatto peggio di un anno fa in Champions, visto che stavolta non si potrà nemmeno consolare in Europa League dopo aver mancato la qualificazione agli ottavi di Champions. E poi, all’inizio del 2021, Conte è nella stessa posizione in cui si trovava un anno fa Sarri, in piena corsa per lo scudetto, ad appena un punto dalla capolista, con altri due grandi vantaggi: quello già accumulato in classifica rispetto alla Juventus e l’altro di potersi dedicare soltanto al campionato, non avendo più impegni europei.

    Pochi alibi per Pirlo, nessuno per Conte, che tra i due rischia di più, quindi. Se non la panchina, certamente la sua fama di “vincente”. Perché perdere lo scudetto, facendosi rimontare dalla Juventus con un allenatore all’esordio sarebbe grave. Ma finire alle spalle del Milan, in cui non credeva nessuno, sarebbe persino peggio. E allora non ci sono più dubbi: a questo punto Conte è obbligato a vincere più di Pirlo.

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