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  • Dal mitico flop Luis Silvio a Chimenti e Simionato: la Pistoiese è da medaglia

    Dal mitico flop Luis Silvio a Chimenti e Simionato: la Pistoiese è da medaglia

    • Luca Bedogni
    C’era una volta lo zio di Antonio Chimenti. Avete presente l’ex portiere della Juve, che ora è nello staff dell’Under 21 di Luigi Di Biagio? Suo padre Francesco, il più grande goleador della Sambenedettese in Serie B, ha un fratello di otto anni più piccolo: Vito, un ’53. Giocava attaccante anche lui, a cavallo degli anni ottanta, e anche lui, come Francesco, entrò nella storia di un club. Parliamo della Pistoiese. La squadra toscana, che nel 1980 era appena salita nella massima serie, e per la prima volta dall’avvento del girone unico, puntò molto sui suoi gol. Vito, allora, era un centravanti baffuto proveniente dal Catanzaro, a cui donò talmente tanto l’arancione dell’Olandesina, da diventarne il miglior realizzatore in Serie A. La bellezza di quelle 9 reti sta ancora lì, imbattuta, dal momento che Pistoia, retrocedendo nello stesso anno, non raggiunse più la massima categoria. Un record inutile, che però resta nei cuori. Come anche le sue biciclette, quelle che faceva per scavalcare l’avversario alzandosi col tacco il pallone sopra la testa, dopo averlo stretto a tenaglia con l’altro piede. Vito Chimenti, il bomber della bicicletta. Lo chiamarono così davvero.  

    Un altro personaggio di quella mitica Pistoiese, capace di toccare il sesto posto nel girone di andata per poi crollare a capofitto nel ritorno, fu un bidone clamoroso. Divenne famoso più per le leggende nate dal suo flop che per altro, un certo Luís Sílvio Danuello, un brasiliano alto un metro e sessantacinque, arrivato a Roma, si dice, con lo stesso aereo di Falcao. Stesso aereo, stessa classe? Chiedere ai pistoiesi, che sul suo conto, ne dissero di ogni. A bocciatura avvenuta, molti si divertirono a diffondere finali fantasiosi; per alcuni aprì un bar, per altri si mise a vendere gelati allo stadio di Pistoia, altri ancora dichiararono di averlo visto recitare in un film porno brasiliano. In realtà Luís Sílvio, tornato in patria, continuò a giocare a calcio a buon livello fino al 1987, quando si ritirò dopo aver portato a termine la sua stagione migliore. Altro che “nemo propheta in patria”!

    Ma quelli di Danuello erano comunque bei tempi per il calcio a Pistoia. Il punto più basso toccato dal club toscano arrivò nel 2009; retrocessa in Lega Pro Seconda Divisione e radiata in seguito, per mancanza di garanzie finanziarie, la società venne rifondata per la seconda volta (la prima nel 1988) e fu costretta a ripartire dall’Eccellenza Toscana.  Nello statuto dell’US Pistoiese 1921 si sanciva il divieto di acquisizione futura del club da parte di una proprietà non pistoiese. Dopo l’accompagnamento iniziale del sindaco Renzo Berti e del suo Capo del Gabinetto Fabio Fondatori (un cognome, una garanzia), dal 2010 iniziò infatti la sua era il presidente Orazio Ferrari, architetto e imprenditore di Pistoia nel settore immobiliare. Con lui gli arancioni salgono subito in D nel 2011, mentre dovranno attendere il 2014 per passare al professionismo. Il salto in Lega Pro determina una piccola rivoluzione nell’ambiente: viene ingaggiato il ds Nelso Ricci, e alla guida della squadra, lasciato in disparte Massimo Morgia, l’allenatore della promozione, viene scelto Cristiano Lucarelli, che aveva appena concluso a Viareggio la sua prima esperienza vera su una panchina. Non dura un anno, perché alla salvezza ci penserà Stefano Sottili. Una storia simile si ripete nella stagione 2015/2016, quando ad Alvini, protagonista dell’ascesa del Tuttocuoio sedotto dall’Olandesina, succederà Bertotto in aprile. Anche quest’anno pare che la dirigenza pistoiese stia recitando lo stesso copione: Gianmarco Remondina, approdato in estate in toscana, è stato esonerato la settimana scorsa. Sotto a chi tocca, dunque. Ora spetta ad Atzori e al suo staff, in cui spicca l’ex atleta Carlo Simionato. 

    Proprio quest’ultimo nella conferenza stampa di presentazione si è distinto per una battuta con cui ha difeso il lavoro svolto da chi lo ha preceduto. Alla provocazione di un giornalista che domandava se d’ora in poi vedremo una Pistoiese più veloce, Simionato ha risposto: “Ho visto la squadra impegnata con il preparatore atletico Saracini, persona di altissima professionalità, e devo dire che ho notato una qualità importante nel gruppo dal punto di vista atletico. E se lo dico io- ha concluso il compagno di staffetta di Mennea- potete fidarvi, perché di corsa me ne intendo”. E in effetti aveva ragione, vista la prestazione generosa e il pareggio prezioso ottenuto in casa questo sabato, alla prima uscita, contro la capolista Alessandria.

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