Calciomercato.com

  • Fiorentina: manca un regista, ma la Copa America ha resuscitato Pulgar. Basterà? Il punto

    Fiorentina: manca un regista, ma la Copa America ha resuscitato Pulgar. Basterà? Il punto

    • Federico Targetti
    Non ci giriamo troppo intorno: i due anni di Erick Pulgar alla Fiorentina fino ad oggi sono stati deludenti, sia per quello che è stato il suo rendimento al Bologna nei mesi precedenti, sia per la cifra importante che i viola hanno speso per assicurarselo (poco più di 12 milioni). All’alba della terza stagione in riva all’Arno, il cileno può contare sull’onda lunga di una Copa America che lo ha visto protagonista, tra i migliori centrocampisti della manifestazione. La volontà di Italiano è quella di vedere tutti i componenti della rosa all’opera prima di prendere decisioni sul mercato, dunque il ritiro di Moena sarà fondamentale per il mediano, che piace in Spagna, al Celta Vigo per la precisione.

    FARO NELLE NEBBIE DEL MERCATO – Un faro, una luce che fornisce almeno una certezza in una situazione di grande mistero. Come per dire: “Io ci sono, valutate voi se avete bisogno di altro”. Il faro di Antofagasta, paese natale di Pulgar, campeggia anche sul suo collo, rendendo bene l’idea di quello che Erick vuole essere per i compagni. Accantonato l’esperimento mai riuscito di Iachini, che vedeva Amrabat da regista, lo squarcio in quella zona del campo si allarga sull’asse temporale e torna indietro fino alla stagione 2014-15, l’ultima di David Pizarro con la Fiorentina. Da allora, solo il primo Badelj ha saputo tenere veramente le redini del gioco in mano con una maglia viola addosso, pur senza rubare l’occhio come faceva il Pek. Da cileno a cileno, Pulgar è un altro tipo di giocatore. Grintoso, rude quando serve, freddo ma dotato comunque di un piede interessante. Caratteristiche, queste, che unite a quelle di Vidal e Aranguiz, le mezzali con cui gioca nella Roja, la Nazionale cilena, danno un cocktail esplosivo e perfettamente funzionante; miscelate invece a quelle di Castrovilli e Amrabat, in un 3-5-2 come quello dello scorso campionato, non hanno portato il risultato sperato. Allora sarà Italiano a decidere se modellare la Fiorentina attorno alle caratteristiche del regista atipico Pulgar oppure se andare sul mercato e procurarsi un playmaker più adatto alla sua idea di gioco. Uno alla Matteo Ricci, per intendersi.

    SOLO CONTATTI – Ricci, dicevamo, sarebbe la soluzione più semplice. Svincolato, conosce Italiano e i suoi princìpi ed è nel pieno della sua carriera, dopo una buona annata allo Spezia. Ma proprio perché è svincolato, la Fiorentina ha tutto l’interesse nell’aspettare per rendersi conto di quali siano le alternative, se ce ne siano sul mercato di migliori. Oggi è uscito (fonte Corriere dello Sport) il nome del franco-algerino del Montpellier Teji Savanier, già accostato ai viola nell’estate del 2019, quella del cambio di proprietà. Oppure Stefano Sensi, che stuzzica la piazza ma che è stato blindato dal nuovo allenatore dell’Inter Simone Inzaghi in conferenza stampa. C’è poi Niklas Dorsch, che però in Germania danno per quasi fatto all’Augsburg, e che in ogni caso sarebbe impegnato alle Olimpiadi di Tokyo con la Germania prima di potersi aggregare alla nuova squadra. Per tutti questi profili, come per altri in altri ruoli, la Fiorentina si è limitata ai contatti in via esplorativa, per porre le basi in vista di trattative da sviluppare in futuro. Ormai mancano soltanto tre giorni, quattro se si considera che la giornata di domenica verrà dedicata solo alle misure anti-contagio. Da lunedì, Italiano potrà finalmente cominciare a costruire la sua Fiorentina. Con le sue idee, ma anche con le sue richieste agli uomini-mercato gigliati.
     

    Altre Notizie