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  • Gagliardini 'sciagurato' come Calloni. Da 'Miss it' Blisset a Schick e Oliveira, quelli che sbagliano gol già fatti FOTO

    Gagliardini 'sciagurato' come Calloni. Da 'Miss it' Blisset a Schick e Oliveira, quelli che sbagliano gol già fatti FOTO

    • Furio Zara
      Furio Zara
    Il problema è che poi diventi un meme. E lì è finita. Basta un attimo per guadagnarsi la fama. Perché gli esperti di calcio - quando vedono il tuo errore - scuotono la testa e allargano le braccia, quelli che non ci capiscono nulla si chiedono "Ma come ha fatto a sbagliare un gol così?" e tutti - ma proprio tutti - ridono a crepapelle.

    C'è poco da ridere. La verità è che bisogna impegnarsi sul serio, ci vuole del talento anche per sbagliare il più facile dei gol, a porta spalancata e con un portafoglio di 999 alternative per segnare meno una, la millesima, che è quella che ti porta dritto alla figuraccia epocale.

    Visto e rivisto l'errore di Gagliardini con il Sassuolo, un attimo prima dell’impatto piede-pallone si capisce che il nerazzurro sbaglierà dalla postura del corpo, da come - sulla ribattuta di Consigli - va verso il pallone, con una presunzione senza pari, già immaginando l’esultanza.

    Non è il primo, non sarà l’ultimo: poche ore prima di lui - al Mazza di Ferrara - Petagna aveva calciato alle stelle un pallone facile facile dalla stessa posizione. Gli specialisti del gol sbagliato hanno scritto (con i piedi) pagine bellissime in quella che possiamo definire la controstoria del nostro calcio. Sono capaci tutti di sbagliare gol impossibili,

    In queste ore di meme con Gagliardini involontario protagonista sui social il paragone che scatta immediato è quello con Egidio Calloni, lo «Sciagurato» come lo chiamava Gianni Brera seguendo echi manzoniani. Calloni ha giocato nel Milan a metà anni 70. Sbagliava per la tensione, per la fretta, per i piedi poco educati. Sbagliava gol facili. «Quello che mi faceva male erano i fischi al primo errore», ha raccontato in seguito.  Eppure: nelle quattro stagioni col Milan 101 partite e 31 gol, stagione migliore il 75/76 con 13 centri. Non un cannoniere di razza, ma nemmeno un brocco. Il problema non erano i gol che faceva, ma quelli che sbagliava. Per questo è entrato nella Storia.

    Calloni ha fatto figli e figliastri, il più noto
    - sempre in casa Milan - è stato una decina d’anni dopo - siamo negli anni ’80 - l’inglese (giamaicano di nascita) Luther Blissett. Nel Watford segnava a occhi chiusi, in Italia solo 5 gol (in 30 partite) e la capacità di ciccare palloni clamorosi, inciampando davanti alla porta. Soprannomi: Callonisset o anche «Miss It» (Sbaglialo), come lo chiamavano in Inghilterra (anche lì qualche «cappella» la faceva).

    In anni più recenti - e siamo nei 90 - il più sbertucciato dei centravanti è stato il romeno Florin Raducioiu (Bari, Verona, Brescia, Milan). La sua specialità: fuga solitaria in contropiede e poi - arrivato davanti al portiere avversario - buio totale.

    In quegli anni a Milano - sponda nerazzurra - c’era Jurgen Klinsmann, campione del mondo nel ’90 e uno dei «9» più forti della sua generazione, ma anche uno capace di scivolare sulla classica buccia di banana. Mica per niente quelli della Gialappas’s Band l’avevano soprannominato «Pantegana Bionda».

    La verità è che i gol facili li sbagliano tutti - da Cristiano Ronaldo a Dzeko - ma c'è chi li sbaglia di più. Il Mario Jardel di fine carriera - quello nel 2004 che si presentò ad Ancona con 12 kg. di troppo - dal 2003 al 2005 cambiò 5 squadre e segnò un solo gol ma le sue imprese oggi scatenano i clic su Youtube. A Bologna ricordano i clamorosi gol sbagliati di Paponi, al Milan (ancora) raccontano di come Ricardo Oliveira riuscisse a colpire il pallone con tutto (anca, ginocchio) fuorché con i piedi, a Roma sono rimaste nella memoria certe sgroppate del brasiliano Fabio Junior (che si era autodefinito alla pari di Ronaldo) che si chiudevano sempre con l'immancabile tiro addosso al portiere e - più di recente - ecco le i goffi tentativi di Schick, che sembrava giocare con una di quelle palle di gomma che non si sa mai dove rimbalzano.

    A proposito: lo spagnolo Fernando Torres detto «El Niño» ha avuto due vite. Nella prima segnava gol come in catena di montaggio, nella seconda sembrava lo pagassero per calciare alle stelle. Non lo pagavano per sbagliare, aveva semplicemente la mira sballata o forse aveva perso il magic-touch, come capita a certi maghi che pescano nel cilindro e non trovano più il coniglio. 

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