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    Il Pallone d’Oro ha ancora senso? Fu distrutto nel 2010, Rodri è solo un ritorno al passato

    Il Pallone d’Oro ha ancora senso? Fu distrutto nel 2010, Rodri è solo un ritorno al passato

    • Simone Eterno
      Simone Eterno
    Soggettività. E già di per se, le prossime righe, sono tutto e niente, sono aria fritta nel mare del nulla. Per alcuni un premio sopravvalutato. Per altri un premio ambito, inseguito. Per altri, mancato. Per alcuni - uno in particolare - un'autentica ossessione, la ragione di vita - sportivamente parlando. Eppure, quando arriva l'autunno, ogni singolo autunno, rimaniamo qui a discutere. "Pallone d'Oro giusto?", "Pallone d'Oro meritato?", e via di analisi e opinioni. "Io avrei votato questo", "io l'avrei dato a quest'altro".

    Per chi ha il piacere di scrivervi queste righe, se interessa, il premio ha perso il suo senso, stuprato da quella fusione in 'Pallone d'Oro FIFA' che nel 2010 ne decretò la morte dal concetto inizialmente pensato e a lungo onorato dalla giuria dei giornalisti 'affiliati' a France Football - fino a quel momento custodi quantomeno di un senso logico del trofeo.

    Un 'riconoscimento' trasformato in 'evento', in una pacchiana e prolissa sfilata di moda volta a premiare molto spesso il più forte e il più popolare, come impone la contemporanea società dell'apparire la cui credibilità è misurata in followers. Il peccato originale in fondo è tutto lì, così come il cortocircuito che ogni anno ormai, proprio da quell'edizione incriminata, ruota intorno alla scelta della giuria. Occorre riavvolgere il nastro però, e raccontare con precisione il misfatto.

    La fusione tra Balon d'Or e FIFA World Player creò, appunto, l'abominio del 'Pallone d'Oro FIFA'. Stesso trofeo, dinamiche di votazione completamente diverse. A quella giuria di fedelissimi giornalisti scelti Paese per Paese dal magazine France Football, si unirono i voti dei commissari tecnici delle varie nazionali mondiali e dei rispettivi loro capitani. Ne venne fuori che nel 2010, proprio alla sua prima edizione in questa rinnovata modalità, con la rivoluzionaria Spagna del tiki-taka per la prima volta Campione del Mondo e con l'Inter di Mourinho autrice del Triplete, il premio finì a Lionel Messi. Un Messi in quella stagione anestetizzato proprio dalla commovente resistenza interista in semifinale di Champions e schiacciato dalla pressione in Sudafrica con un Mondiale da 1 gol in 450 minuti con l'Argentina, poi umiliata 4-0 dalla Germania ai quarti di finale. La giuria però premiò la Pulce, tra lo sconcerto generale di Iniesta, Xavi e Wesley Sneijder - uno dei tre a vostra scelta - vincitori morali di quell'edizione.

    Da quel momento però si capì, evidentemente, che il Pallone d'Oro era diventato qualcos'altro, trasformandosi da evento 'di concetto' a pura e semplice 'celebrazione' del più forte e più polare al mondo. Normale, quando la votazione si apre al commissario tecnico e al capitano delle Isole Tonga, senza mancare di rispetto a nessuno. Insomma, dal suo essere riconoscimento al giocatore più incisivo di quella stagione, calciatore quasi sempre capace di portare il suo club e/o la sua nazionale a un titolo, a un mero esercizio di stile su chi fosse il più forte. E infatti via di Messi e Rolando, Ronaldo e Messi per anni e anni a venire. Fino al passo indietro dei francesi, inevitabile per sopravvivere a un trofeo svuotato di concetto. Un ritorno al passato, con il nuovo distaccamento dalla FIFA da parte di France Football e il ripristino della sua 'giuria di qualità'. Il tutto, però, a buoi ormai scappati.

    Sì perché quel cortocircuito che abbiamo vissuto per anni è ancora vivo nella mente di tanti se non addirittura tutti. E il Pallone d'Oro si è trasformato oggi in un evento confuso, che ha conservato i tempi prolissi e le pomposità introdotte dalla FIFA, ma al tempo stesso che cerca di ritrovare il senso originale del suo passato. Da questo punto di vista, la scelta Rodri, trionfatore di questa 68a edizione, sembra un ritorno alle origini. Un nome, quello del centrocampista spagnolo, che prima del 'Messi gate 2010' non ci saremmo mai sognati di contestare.

    Rodri è stato protagonista con la Spagna del trofeo calcistico più importante del 2024 - l'Europeo - nonché al tempo stesso architetto e metronomo del centrocampo ancora una volta campione d'Inghilterra con Guardiola. Stando ai vecchi paramenti, appunto, con la scelta Rodri, le chiacchiere stanno a zero. Una conferma indiretta arriva anche dalle parole di chi con i nuovi parametri non ci ha mai avuto a che fare, Roberto Beccantini. Il collega, storica firma della Gazzetta dello Sport e fino al 2009 giurato italiano interpellato dal magazine francese, scriveva ieri mattina dalle colonne di Eurosport come il suo voto in questa stagione l'avrebbe ipoteticamente dato a Rodri. E Rodri alla fine ha vinto. Scatenando però parecchio putiferio non solo sui social, ma anche tra gli addetti ai lavori.

    Qualcuno l'ha paragonato a Sammer - contestatissima scelta del 1996, ma campione d'Europa in Inghilterra con la sua Germania - rimanendo in qualche modo ancorato, appunto, a quel grande cortocircuito che c'è stato nel recente passato. Per questo, insomma, l'affermazione di un Pallone d'Oro che ha perso di senso con cui si apriva questo articolo. Il premio resta infatti impantanato in un limbo cognitivo dove nessuno ci capisce più nulla. Da una parte i tradizionalisti (come il sottoscritto) ancorati alle logiche del passato. Dall'altra i figli della rivoluzione, coloro che vorrebbero continuare a premiare semplicemente il più forte - quest'ultimi, quasi tutti, con il secondo classificato Vinicius Junior.

    In mezzo, anche i polemici; quelli che - comprensibilmente - oggi sbraitano: "Rodri ha vinto il Pallone d'Oro e Iniesta no". Ma in fondo, una risposta a questo 'rant' c'è ed è pure semplice: Iniesta il Pallone d'Oro l'avrebbe anche vinto... Se solo qualcuno, 15 anni fa, non avesse fatto del regolamento e della memoria storica di questa manifestazione carta straccia.
     

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    Utente CM 932546
    Utente CM 932546

    Comunque quando lo vinsero Rivaldo , Ronaldinho, Ronaldo e Kakà eravamo tutti d'accordo. Vinicius...

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