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  • Inter, Dzeko e una settimana tra Inzaghi e la Bosnia: gol e polemiche, la Juve per chiudere un cerchio

    Inter, Dzeko e una settimana tra Inzaghi e la Bosnia: gol e polemiche, la Juve per chiudere un cerchio

    • Federico Targetti
    Non sarà contento Simone Inzaghi: Edin Dzeko non solo non ha rinunciato alle due amichevoli che hanno visto la Bosnia impegnata contro Georgia e Lussemburgo nella pausa nazionali prima dell’importantissima gara contro la Juventus, ma ieri, nel corso della seconda gara che non prevedeva il suo ingresso in campo, il persistere dello 0-0 ha indotto l’allenatore Petev a chiamare in causa il suo miglior attaccante, che ha segnato poi il gol decisivo per la vittoria nel finale. Un’iniezione di fiducia, ma anche quasi mezz’ora in più da smaltire una volta tornato ad Appiano Gentile per presentarsi al 100% domenica allo Juventus Stadium, in un match che, se perso, rischia di estromettere i nerazzurri dalla corsa scudetto.
     
    STORIE TESE – Già a novembre Inzaghi aveva reclamato il suo bomber, alle prese con un infortunio ma comunque convocato dalla sua rappresentativa nazionale. “Lui vorrebbe che non rischiassimo il giocatore in queste due gare – gli aveva risposto un membro dello staff tecnico bosniaco - Ma sono stupidaggini. Se Dzeko sarà pronto, di sicuro giocherà. Per ora c’è ancora la possibilità che giochi”. E quattro mesi dopo, le posizioni sono ancora le stesse. Inzaghi ha bisogno di lavorare con il suo punto di riferimento in avanti, ma si scontra con la necessità della Bosnia di farsi guidare dal suo miglior giocatore. “Sta lottando per lo scudetto in Italia e Inzaghi insiste ogni giorno perché torni per stare con la squadra, invece lui resta con i compagni della nazionale perché così fanno i veri capitani”. Parola dello storico portavoce di Dzeko. Stava diventando un vero e proprio caso diplomatico, che fortunatamente, con la fine degli impegni internazionali, è alle spalle.
     
    INCONTRASTATO – Nei quasi sette anni trascorsi in Italia, Dzeko è sempre stato imprescindibile, Roma o Inter che fosse. Folle rinunciare ad un regista avanzato e un finalizzatore al contempo, specie se i vari Schick, Caicedo, Sadiq, Defrel dietro di lui non brillano. Solo nell’ultima stagione in giallorosso Mayoral è riuscito ad approfittare di alcune frizioni con il tecnico Paulo Fonseca. Ma 85 reti in campionato sono sufficienti a fugare ogni dubbio sul valore del giocatore ex Manchester City. Che adesso, a 36 anni, si appresta a vivere l’ultimo big match da padrone assoluto del reparto offensivo.
     
    DALLA JUVE ALLA JUVE – Sì, perché come vi raccontiamo da tempo l’Inter sta cercando forze fresche in attacco, e i nomi, Scamacca su tutti, continuano a venir spesi in ottica mercato. Si profila dunque per la prima volta una partenza alla pari, all'inizio della prossima stagione, tra Dzeko e il suo prossimo compagno d’attacco, a prescindere dal futuro di Lautaro Martinez. E il fatto che ci sia la Juve all'orizzonte è un’ideale chiusura del cerchio, perché sono stati proprio i bianconeri i primi ad essere colpiti dal cigno di Sarajevo, una volta arrivato in Italia (Roma-Juventus 2-1, 2015-2016). Il contratto firmato l’estate scorsa è biennale, fino al 2023, e dunque a meno di sorprese quella di domenica non sarà l’ultima gara di cartello con la maglia dell’Inter. Ma sarà sicuramente l’ultima con la maglia da titolare dell’Inter garantita.
     

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