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    Inter, umiliazioni senza fine

    Inter, umiliazioni senza fine

    Alla fine non è cambiato niente, a dimostrazione del fatto che l'allenatore non è mai stato il problema dell'Inter. O almeno non è mai stato l'unico problema dei nerazzurri, visto e considerato che ormai da anni continuano ad alternarsi sulla panchina nerazzurra manager di ogni tipo, ottenendo però sempre il medesimo risultato. Pioli ha chiesto passione, ha ricevuto in cambio tutto quello che aveva già ottenuto de Boer prima di lui: atteggiamento remissivo e inaccettabile. 

    PIOLI NON ESENTE DA COLPE - L'Inter doveva vincere e doveva farlo in qualsiasi modo. Dopo 45' i nerazzurri avevano la gara in cantiere: 2-0 con Icardi e Brozovic e match dominato. Gara chiusa? Mai dirlo, soprattutto se c'è di mezzo l'Inter. Nei secondi 45' la squadra si sgonfia e perde metri, ne approfitta l'Hapoel, che compie una rimonta miracolosa quanto storica. Pioli ci mette del suo dalla panchina, richiama Eder per mandare in campo uno spento Perisic, mai entrato in partita. 

    DIFFICOLTA' OGGETTIVE - Il problema a questo punto sembra mentale, probabilmente qualcuno ha staccato la spina prima del tempo. Molti giocatori non rientrano nel progetto di Suning e involontariamente potrebbero aver perso stimoli e motivazioni. Murillo, Gnoukouri, Melo, D'Ambrosio, Nagatomo e Brozovic, solo per citarne alcuni, sono tutti calciatori sulla lista dei futuri partenti, sarebbe complicato per qualsiasi allenatore avere il 100% a livello mentale.

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