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  • Jacobelli: Parma, bancomat Fondazione, debiti, antimafia. Malagò, non basta per un commissario in Figc?
Jacobelli: Parma, bancomat Fondazione, debiti, antimafia. Malagò, non basta per un commissario in Figc?

Jacobelli: Parma, bancomat Fondazione, debiti, antimafia. Malagò, non basta per un commissario in Figc?

Nell'arco degli ultimi dieci giorni, Giovanni Malagò, presidente del Coni cioè capo dello sport italiano, quindi non esattamente un passante in zona Foro Italico, ha definito "irregolare" il campionato di serie A; ha catalogato come "inaccettabile" che siano stati usati due pesi e due misure dalla giustizia sportiva della Federcalcio nei confronti di Marotta cu è stata negata l'autorizzazioenper querelare Lotito e Lotito che, invece, l'autorizzazione per querelare Lotito l'ha ottenuta in 24 ore senza la ratifica del Consiglio Federale.
Ancora: a proposito dell'ingombrante presenza di Lotito nel Palazzo del calcio italiano, Malagò si è augurato che lo stesso divenga presidente della Lega al posto di Beretta, visto che Lotito ha detto "Beretta conta zero". A proposito di Manenti, Malagò ha affermato trattarsi di un "personaggio fantascientifico". 
Stamane la Gazzetta dello Sport, con una brilante inchiesta curata da Marco Iaria, ha quantificato in 1.715.000.000 di euro (1miliardo 715 milioni di euro l'indebitamento complessivo della serie A) riferito alla stagione 2013-2014 e le previsioni per quella in corso sono decisamente peggiorative.
Su calciomercato.com, Pippo Russo ha scritto: "Fra le tante ipotesi avanzate per garantire l'esercizio provvisorio del Parma da qui a giugno c'è stata anche quella di anticipare i denari del cosiddetto "paracadute"; ovvero, l'indennizzo che viene garantito ai club retrocessi per consentire loro di ammortizzare il danno economico da declassamento. Si tratta di un plafond da 30 milioni da suddividere fra tre club, secondo parametri legati alla lunghezza della permanenza nel campionato di serie A da parte di ciascuno. Stando ai calcoli, per il Parma si tratterebbe di una cifra tra i 10 e i 12,5 milioni. A questo tema è stato dedicato un articolo pubblicato dalla Gazzetta dello Sport nell'edizione di sabato 28 febbraio, a firma Marco Iaria. Da quelle righe si apprende che l'ipotesi sarebbe poco percorribile dato che, testualmente, "gli emiliani si [sono] fatti  già anticipare circa 8 milioni dalle banche, sotto forma di un credito già certificato dalla Lega". Questo scrive Iaria. E a questo punto rimane sullo sfondo un grave interrogativo: quale sarebbe il credito che la Lega ha certificato, permettendo al Parma di indebitarsi ulteriormente col sistema bancario? Sarà mica il paracadute? Perché se così fosse, ci troveremmo davanti a un fatto gravissimo: si sarebbe puntanto finanziariamente sulla retrocessione del Parma. Ovviamente siamo nel campo delle ipotesi. Ma rimanendoci dentro, non si può non portare alle estreme conseguenze lo scenario ipotetico: col Parma che affronta una "retrocessione dovuta" per ripagare il debito e garantire quella parte del sistema creditizio con cui ha contratto il debito. Vi pare una cosa ammissibile? Ribadisco: vado per ipotesi assurde e dando per assodato che la Lega NON abbia garantito per il Parma il paracadute come credito da scontare.
Ieri è venuto a galla lo scandalo della "Fondazione Bancomat", come l'ha definita Repubblica che, a firma di Marco Mensurati ha rivelato:  "La chiamano Fondazione, ma in realtà è un bancomat, il grande bancomat del calcio italiano. Quello attraverso cui i "soliti noti" riescono a comprare il consenso dei presidenti delle squadre più piccole. Serve una manciata di voti in Lega Pro per salvare il presidente sull'orlo del burrone? E che problema c'è?, "famo un'anticipazione di cassa sui progetti della Fondazione" e il gioco è fatto, come ama dire Claudio Lotito (vedi telefonata con Pino Iodice). È l'ultimo scandalo del calcio italiano. O, meglio, è l'ingranaggio nascosto che completa il meccanismo di quell'unico sistema di potere, riassunto nella persona del presidente di Infront, Marco Bogarelli, che dal 2008 a oggi ha divorato il mondo del pallone, controllandone l'intera filiera. 
Il funzionamento di questo ingranaggio è molto più semplice di quanto il nome ministeriale e la regolamentazione burocratica lascino pensare. La Legge Melandri del 2008 stabilisce che la Lega di Serie A devolva "una quota delle risorse economiche e finanziarie derivanti dalla commercializzazione dei diritti tv allo sviluppo dei settori giovanili delle società professionistiche, al sostegno degli investimenti per la sicurezza, anche infrastrutturale, degli impianti sportivi, e al finanziamento di almeno due progetti per anno finalizzati a sostenere discipline sportive diverse da quelle calcistiche". Questi soldi, parecchie decine di milioni di euro l'anno, finiscono nella "Fondazione per la mutualità generale negli sport professionistici a squadre" e da questa vengono gestiti, in totale assenza di controllo.
In teoria la Fondazione dovrebbe ricevere attraverso un "ente veicolo" (Lega B, Lega Pro, Lega Dilettanti, Federazione basket e Coni) i progetti delle singole società, valutarli, scegliere i più utili o i più importanti e poi finanziarli. In pratica, invece dei progetti, vengono valutati, ovviamente su base esclusivamente politica, i "veicoli" e cioè i presidenti delle leghe a cui fare un favore. Questi poi li spartiscono tra i club a seconda delle convenienze. Il tutto indipendentemente dai progetti (che non vengono mai controllati). Tutto ciò succede nel migliore dei casi. Perché capita frequentemente che il consiglio, saldamente nelle mani di Lotito e di quella che l'opposizione in Lega chiama la gang di Infront, faccia anticipi di cassa o "premi" progetti degli anni precedenti...".
E' notizia di queste ore che anche l'Antimafia indaga sul crac del Parma.
Malagò, c'è bisogno d'altro per commissariare la Figc e sbaraccare la Lega? E' o non è, per statuto, la Federazione Italiana Giuoco Calcio garante della regolarità del campionato?
Ma lei stesso, Malagò, non ha definito irregolare il campioato? E allora, quanto ci vuole a muoversi?


Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com


 

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