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  • Juve, che fatica quando non segna CR7: a Napoli la rivincita di Gattuso e Insigne

    Juve, che fatica quando non segna CR7: a Napoli la rivincita di Gattuso e Insigne

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    Se per Gattuso era una finale, l’ha vinta nel modo più convincente, il modo che conosce meglio: la rabbia, la grinta, la voglia di non mollare mai. Dalla Supercoppa persa di fronte alla Juve il Napoli aveva preso a sbandare paurosamente e stavolta, di nuovo contro la Juve, si è rimesso in corsa battendo i campioni d’Italia con un rigore di Insigne e le parate di Meret. Ha vinto soffrendo (alla fine 23 tiri a 8 per i bianconeri), lottando fino all’ultimo pallone. Non c’erano dubbi, ma se una squadra non è schierata dalla parte del suo allenatore non può mai giocare una partita del genere. Adesso è di nuovo in zona-Champions, per il momento ha agganciato Roma e Lazio e si è portata a -2 dalla Juve. Che, al contrario del Napoli, aveva preso slancio con la Supercoppa, nelle ultime 7 gare ufficiali aveva vinto 6 volte e pareggiato solo nella semifinale di ritorno con l’Inter quando bastava il pari per qualificarsi. Ha perso a Napoli attaccando più del solito come testimonia il dato delle conclusioni, creando almeno 4 occasioni da gol, ma confermando i limiti nella costruzione del gioco in mezzo al campo. E se Ronaldo non segna, la Juve fatica a vincere.

    MEZZ’ORA VUOTA - Abituate ad attaccare con cautela, quasi con circospezione, per mezz’ora Napoli e Juventus si sono affrontate a un ritmo così basso che le due difese avevano sempre la possibilità di sistemarsi e organizzarsi ogni volta che subivano un attacco. Il risultato è stato un gioco lento e scontato, poche conclusioni e appena un paio di mezze occasioni. Trenta minuti poco significativi. Poi è arrivato il rigore e il vantaggio del Napoli con la rete di Lorenzo Insigne. Rigore ineccepibile fischiato da Doveri dopo il richiamo di Valeri al Var. Su angolo, Chiellini ha centrato con una manata nemmeno tanto leggera naso e zigomo di Rrahmani, stramazzato in terra col volto fra le mani e con le urla che rimbombavano fra le tribune deserte. Chiellini era alla 400a partita in Serie A, alla 500a con  la maglia della Juve in tutte le competizioni e uno con questa montagna di esperienza non può fare un intervento del genere. Giusta anche l’ammonizione per il capitano bianconero.

    IL 100° GOL PER LA RIVINCITA - Senza indugi, sul dischetto è andato l’altro capitano, Lorenzo Insigne, che in carriera ha sbagliato 4 rigori e 3 contro la Juve. L’ultimo di questi errori era costato al Napoli la Supercoppa. Stavolta Insigne non ha sbagliato, il tiro violento e preciso è finito sotto la traversa, così Lorenzo ha potuto dedicare la rete a sua moglie mostrando alle telecamere la maglietta: “Buon San Valentino amore mio”. Era il suo 100° gol con la maglia del Napoli, il settimo azzurro a raggiungere le tre cifre ma il primo italiano in assoluto. Da quel momento la partita si è sciolta e il Napoli, con più spazio a disposizione, ha creato le premesse per altre due occasioni, spente però da Chiellini che aveva qualcosa da farsi perdonare.

    ATTACCO SU UNA FASCIA - Il lato forte di Napoli-Juve era quello occupato da Cuadrado e Lozano, i giocatori più in forma delle due squadre. Nessuno dei due si curava troppo dello spazio concesso al diretto avversario, tutt’e due pensavano invece al modo migliore di sfruttare quello a propria disposizione. E in effetti sia il messicano che il colombiano per tutto il primo tempo hanno creato più degli altri venti in campo. Per effetto del movimento della Juve, anche il Napoli in fase difensiva si organizzava col 4-4-2,  pur avendo due esterni molto offensivi come Lozano e Politano e con Insigne al fianco di Osimhen. Gattuso aveva scelto (ma vi era stato anche indotto dalle tante assenze) una formazione molto offensiva, con quattro attaccanti più Zielinski a metà campo al fianco di Bakayoko; Pirlo puntava invece sulla velocità dei suoi esterni, ma se le risposte di Cuadrado erano convincenti, quelle di Chiesa assai meno. L’ex viola si perdeva in continue proteste e lamenti. La sua partita sarebbe cambiata, decisamente in meglio, nel secondo tempo.

    FUORI CUADRADO - Pirlo ha perso il suo miglior giocatore, Cuadrado, per infortunio e all’inizio della ripresa si è presentato con Alex Sandro cambiando la posizione a Danilo e Chiesa (ora tutt’e due a destra) e a Bernardeschi (a sinistra per facilitare l’uscita di Alex Sandro). Dopo 4', Ronaldo ha avuto la palla dell’1-1 ma se l’è fatta parare da Meret, che aveva preso il posto di Ospina (problema fisico) durante il riscaldamento. La Juve ha cambiato passo e aumentato la velocità. A destra Chiesa ha preso il tempo a Mario Rui e ha portato dei pericoli, quello più grosso con un tiro dal limite deviato in angolo da Meret. Il Napoli subiva ma reggeva grazie al duro lavoro di Bakayoko e alla buona intesa della coppia centrale di difesa, Rrahmani-Maksimovic, di recente criticata giustamente ma in questa partita molto applicata. Al Napoli stava mancando l’aiuto di un attaccante in grado di tenere palla e far salire la squadra (Osimhen va lanciato, serviva Petagna), alla Juve invece mancava come al solito la creatività del suo centrocampo.

    INSIGNE A TUTTO CAMPO - A metà ripresa, Pirlo ha cercato più sostanza con McKennie al posto di Bernardeschi, mentre Gattuso ha modificato l’assetto passando al 4-1-4-1 con Elmas e Fabian Ruiz per Politano e Zielinski. Bakayoko davanti alla difesa, Insigne ora esterno sinistro e Lozano a destra, Osimhen unica punta. La Juve ha continuato a spingere ma senza la necessaria qualità, senza precisione, Bentancur e Rabiot non creavano alcunché, così Pirlo a 20' dalla fine ha inserito anche Kulusevski (sulla fascia destra, con Chiesa tornato a sinistra) al posto di Bentancur. Il nuovo assetto ha invece rinfrancato il Napoli che ha cominciato a uscire dalla sua metà campo grazie al palleggio di Fabian Ruiz, ma soprattutto grazie allo straordinario lavoro di Insigne che sosteneva Mario Rui nella fase difensiva e aveva l’energia, oltre ché la lucidità, per ripartire. I campioni d’Italia hanno ritrovato un po’ di spazio per il contropiede e Meret ha fatto un’altra bella parata su Ronaldo. 

    PRATICAMENTE IN 10 - Quando mancava un quarto d’ora, Gattuso ha inserito Petagna al posto di Osimhen. Gli ultimi 10' si sono giocati tutti nella metà campo del Napoli, è uscito Insigne stremato, è entrato Lobotka, si è fatto male Lozano ma i cambi erano finiti, così il messicano è andato a fare il centravanti zoppicando e Petagna è passato a destra. Il Napoli era praticamente in dieci. Chiesa ha cercato il gol con un’altra conclusione da fuori uscita di poco e poi con un cross che Morata ha girato a rete trovando ancora una volta l’opposizione di Meret, il portiere di riserva tornato per caso titolare e diventato protagonista, insieme a Insigne, nella gara decisiva. Per tutt’e due una grande rivincita. 

    :(actionzone)

    IL TABELLINO:
    Napoli-Juventus 1-0
    Marcatori: 31' p.t. Insigne (r) (N). 
    Napoli (4-2-3-1): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Maksimovic, Mario Rui; Zielinski (19' s.t. Elmas), Bakayoko; Politano (19' s.t. Fabián Ruiz), Insigne (43' s.t. Lobotka), Lozano; Osimhen (30' s.t. Petagna). All. Gattuso. 
    Juventus (4-4-2): Szczesny; Cuadrado (1' s.t. A. Sandro), de Ligt, Chiellini, Danilo; Berardeschi (18' s.t. McKennie), Bentancur (27' s.t. Kulusevski), Rabiot, Chiesa; Morata, Insigne. All. Pirlo. 
    Arbitro: Doveri di Roma.  
    Ammoniti: 23' p.t. Di Lorenzo (N), 30' p.t. Chiellini (J), 45' p.t. Cuadrado (J), 11' s.t. Bakayoko (N), 48' s.t. Rabiot (J). 
       

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