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  • Juve, cancellata la festa scudetto: vincere è una malattia. Contagiato anche Allegri

    Juve, cancellata la festa scudetto: vincere è una malattia. Contagiato anche Allegri

    • Stefano Agresti
    Giampiero Boniperti diceva che vincere non è importante: è l’unica cosa che conta. Una definizione della Juve entrata nella storia, che rivela non un obiettivo, quello del successo, comune un po’ a tutti i grandi club, ma qualcosa in più: un’ossessione, una malattia.

    Una malattia contagiosa, peraltro. Allegri, ad esempio, si è presentato a Torino da toscano disincantato e godereccio, ma è bastato poco perché venisse colpito totalmente, e con effetti visibili, dal virus juventino. E così ha voluto che venisse perfino cancellata la parata prevista per sabato, con tanto di pullman scoperto, per le vie della città: potrebbe distrarci, dobbiamo ancora vincere la Coppa Italia, non possiamo rischiare. Un’ossessione, appunto.
     
    La malattia trasmessa da Boniperti ha avuto sicuramente effetti benefici sul mondo Juventus (con qualche eccesso di giraudiana memoria, pagato a caro prezzo: ma quella è un’altra storia). Se questa società ha vinto più scudetti e più coppe Italia di qualsiasi altra, è anche perché non si accontenta mai. Da qui nasce la voglia di rilanciare non appena conquistato il quinto scudetto consecutivo, record eguagliato nella storia del nostro calcio: l’anno prossimo prendiamoci il sesto, per stabilire il record assoluto, e intanto portiamoci a casa questa Coppa Italia, per fare almeno pari con il bottino della scorsa stagione.
     
    Il discorso, semmai, è un altro e riguarda l’effettiva soddisfazione data da un successo che non viene nemmeno festeggiato come sarebbe opportuno, considerata la straordinarietà dell’impresa. Non ce ne vogliano gli juventini, ma la domanda che rivolgiamo a loro è proprio questa: non sarebbe più appagante ubriacarsi di gioia e correre qualche rischio di perdere la Coppa Italia, piuttosto che soffocare la felicità per evitare qualsiasi distrazione?
     
    In fin dei conti aggiungere al palmares quella piccola coppa, che in certi periodi veniva considerata un portaombrelli di consolazione per le squadre sconfitte in campionato, non cambia la storia della Juve né di Allegri. Ma sappiamo già che i tifosi bianconeri, quasi tutti, non avranno dubbi: chissenefrega delle feste, non vogliamo lasciare agli altri nemmeno il trofeo più piccolo. Una malattia, già.

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    @steagresti
     

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