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  • Juvemania: la rivoluzione non serve. Bisogna tornare a programmare in modo logico come quando c'era Marotta!

    Juvemania: la rivoluzione non serve. Bisogna tornare a programmare in modo logico come quando c'era Marotta!

    • Stefano Discreti
    Non è passata nemmeno una settimana dalla disfatta casalinga contro il Benevento in casa Juventus che già si parla di rivoluzione.
    Come ormai questa epoca smaniosa ci ha insegnato si passa in fretta dal “va tutto bene” al “bisogna azzerare tutto”. La verità, la soluzione, come sempre sta nel mezzo.
    Andiamo con ordine.
     
    Serve un nuovo Marotta
     
    Partiamo dalla dirigenza.
    Da quando Marotta è andato via, Paratici sembra navigare a vista
    . Nonostante le smentite e le risposte stizzite di turno è evidente che da solo non riesce a supportare la gestione tecnico/tattica della rosa della Juve né Pavel Nedved sembra avere le caratteristiche per farlo.
    Non si può pensare, e questo penso sia uno dei principali motivi del peggioramento complessivo della Vecchia Signora degli ultimi tre anni (nei conti, nei risultati, negli interpreti), a lasciar partire un dirigente esperto e navigato come Beppe Marotta senza sostituirlo adeguatamente.
    Un peccato di presunzione che la Juventus sta pagando caro, anche in termine di antagonista per il campionato.
     
    Pirlo deve crescere
     
    Come si sta pagando carissima la scelta di puntare su Andrea Pirlo, un allenatore che prima della chiamata bianconera non aveva mai allenato in vita sua, pensando di poter fare a meno tranquillamente di tecnici esperti e vincenti come Allegri prima e Sarri poi senza risentirne clamorosamente nei risultati.
    Le conseguenze negative e devastanti per il bilancio sono sotto gli occhi di tutti.
    Servirebbe un MEA CULPA collettivo di Paratici, Nedved e Agnelli, per ammettere che il ciclo bianconero è giunto praticamente alla fine non tanto per meriti altrui ma piuttosto per la presunzione evidenziata nei punti precedenti da parte della Juventus stessa.
    Una presunzione letale, autolesionistica.
    Mandare via Pirlo adesso a cosa servirebbe? A niente se non hai già in mano un allenatore di livello pronto a sostituirlo. 
    Si vuole commettere nuovamente l’errore devastante della cacciata di Allegri della primavera del 2019 senza avere un Guardiola in mano e facendo partire un interminabile casting “alla ricerca dell’allenatore perduto”? 
    Per carità, evitiamo un’altra pessima figura del genere.
    Senza un Allegri, uno Zidane, un Klopp o un Guardiola già pronti e contrattualizzati che si dia una seconda possibilità a Pirlo. Basta improvvisazione.
     
    Squadra da assemblare con logica
     
    Che si dia poi la possibilità all’allenatore di organizzare una campagna acquisti ragionata, logica, incentrata su solide basi tecnico e tattiche e non gestita in modo casuale su parametri zero, prestiti e ricerca ossessiva di plusvalenze.
    Dybala si, Dybala no. Confermare Morata oppure no. Ronaldo resta o se ne va e se resta si mette a disposizione del gruppo? E’ ora di pensionare la vecchia guardia? Chi sacrificare per fare cassa?
    Sono tante sicuramente le domande da porsi in casa Juve.
    Le risposte però le dovrebbe dare solamente l’allenatore. Va rimesso il progetto tattico al centro di tutto, non si può continuare a navigare a vista cercando di tappare a caso le falle di bilancio.
    Non servono necessariamente grandi nomi. Ne bastano uno o due, soprattutto a centrocampo.
    Serve soprattutto avere chiaro in testa lo schema tattico con cui giocherà la Juventus in futuro e chi dovranno esser gli interpreti da utilizzare nei ruoli specifici, non provandoli dappertutto sperando di azzeccare la mossa della disperazionel
    Le rivoluzioni totali non hanno mai portato a niente di buono. Questa squadra non è da buttare, è solamente da risistemare in modo logico e non casuale. 
    Serve una vera programmazione tecnico/tattica a medio/lunga data, come quando c’era Marotta…


    @stefanodiscreti

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