Juventus, senti Sabatini: "Non avrei mai speso 60 milioni per Koopmeiners, mi emoziona di più Cabal"
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VLAHOVIC - "Sono convinto che Vlahovic segnerà almeno 20 gol in questa stagione. Motta ha fatto trovare la porta anche a Zirkzee, che ha tante qualità ma prima di andare al Bologna non era certo un goleador, però con Thiago è andato in doppia cifra. Per come vedo Vlahovic adesso, per la determinazione che mette in campo, sono sicuro che farà tanti gol".
KOOPMEINERS - "Non avrei speso quasi 60 milioni di euro per lui, non sono investimenti ai quali ero abituato durante la mia carriera da dirigente. Io prendevo giocatori di altro livello di partenza, un giocatore con queste cifre non lo avrei preso, ma non si discute il valore di Koopmeiners, assolutamente: a me nel calcio piace vedere le prodezze dei ragazzi, magari presi da altri continenti. È evidente che Koopmeiners, essendo un top dell'Atalanta, sarebbe stato pagato una cifra del genere: è un calciatore importante, ovvio che costi e la trattativa sarebbe andata su questi livelli. Se un giocatore non rappresenta una risorsa per un secondo mercato, da rivendere in futuro a una cifra maggiore, per come sono fatto io non lo valuto. Ci sono altre operazioni che mi emozionano di più, anche della Juventus".
CABAL - "Per me è un grande colpo: è un giocatore forte, che veniva dalla Colombia quindi con meno cultura calcistica specifica, però si è dimostrato subito all'altezza a Verona: secondo me nella Juve può compiere un ulteriore salto di qualità. Prendere un giocatore fatto e finito, e dunque pagarlo tanto, non fa per me: io sono fatto così, ho la mia idea calcistica a cavallo tra talent scout e plusvalenza. Però non ho vinto lo Scudetto... Quindi probabilmente Mourinho mi disprezzerà".
DYBALA - "Il suo no ai soldi dell'Arabia Saudita è un atto di amore e di grande generosità verso una città grande e una società importante come la Roma, con una tifoseria straordinaria. E pure verso se stesso. Dybala in Argentina rappresenta qualcosa, ha pure indossato la maglia numero 10: continuerà a rappresentare qualcosa finché resterà in un campionato importante. Certo, la Saudi League sta molto migliorando, però ha frenato un po' gli investimenti e la diaspora rallenterà: Dybala ha fatto una cosa molto importante per la sua crescita anche umana ed è una decisione difficilissima. Perché un conto è parlare, un altro è rinunciare a tutti quei soldi. Dybala fa la differenza. Va dato atto alla Roma che negli ultimi giorni di mercato ha aggiustato la squadra: Hummels, nonostante i 37 anni, ha un carisma che sposta gli equilibri. E ha preso Koné che secondo me è fortissimo: vince i duelli in mezzo al campo, è sempre elettrico. La Roma ha riequilibrato la rosa, pure con Saelemaekers che serviva parecchio in corsia: ha lavorato alla grande. E Soulé è la gioia del calcio: chiaro che deve adeguare il suo livello a quello che gli viene richiesto da una situazione diversa. Perché Roma è Roma: bisogna alzare l'asticella".
SOULE' - "E' un calciatore fantastico. Lo avrei tenuto alla Juve? Il ragazzo doveva andare a giocare. Faccio un esempio: Dani Olmo. Quando è andato alla Dinamo Zagabria tanti avevano perplessità: io stesso ero a dir poco meravigliato. Poi ho capito che era una scelta giusta: ha giocato in Champions, da titolare in tutte le partite e si è trasformato come uomo e giocatore, acquisendo conoscenze e bagaglio tecnico. Anche Soulé poteva rimanere, ma ha preso una decisione per il suo futuro dopo l’esperienza a Frosinone: ora dovrà alzare il livello, perché Roma ti schiaccia se non sei all’altezza. Ma lui lo sarà, perché ha le stimmate del campione".
RABIOT - "La risposta la dà la Juventus, che ha dirottato gli investimenti altrove e il campo le sta dando ragione. Parliamo di un calciatore che a me piace molto: lo volevo portare a Roma. Era fatta, quando era a fine contratto con il PSG, poi ho avuto un litigio con la mamma e la cosa saltò. Certo, se un giocatore come lui non trova squadra significa che qualcosa nel calciomercato sta cambiando: sono situazioni estreme poco prevedibili. Sono segnali di cambiamento nella mentalità dei dirigenti e forse anche dei tifosi".
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