
La storia dell’Italia agli Europei: da Gigi Riva al trionfo di Wembley
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1968 - È subito festa Azzurra, nel segno della monetina e di Gigi Riva
Il primo titolo Europeo non si scorda mai. Figuriamoci se vinto in casa. Fu la prima edizione con la nuova denominazione: da Coppa delle Nazioni Europee si passò a Campionato Europeo UEFA. L’Italia superò la semifinale con l’Unione Sovietica grazie ad un episodio insolito: a Napoli, dopo lo 0-0 dei tempi supplementari, come da regolamento dell'epoca si ricorse al lancio della moneta – per la prima e unica volta nella storia del campionato europeo – e la scelta del capitano azzurro, Giacinto Facchetti, si rivelò vincente. La finale contro la Jugoslavia venne ripetuta due volte, come una sorta di replay dell’FA Cup. 1-1 nel primo match, 2-0 grazie alle reti di Anastasi e Riva nel secondo. Il primo trionfo Azzurro.
1980 – In casa, fuori per differenza reti
Un’edizione anomala, quella in cui gli Azzurri giocavano in casa: l'unica in cui non si disputarono le semifinali e l'ultima con una finale per il terzo posto. Gli Azzurri, che si presentano come mina vagante e sono in cerca di rilancio, non riescono a vincere il girone per differenza reti (al primo posto il Belgio) e devono accontentarsi della finalina per terzo e quarto posto, poi persa contro la Cecoslovacchia ai rigori. La Germania Ovest batte il Belgio all’ultimo atto e conquista il secondo dei suoi tre Europei. Per la Nazionale di Bearzot – che già annoverava Zoff, Scirea, Tardelli, Cabrini, Gentile, Graziani, Collovati e tutto il nucleo del Mondiale 1982 - sarà il trampolino di lancio per trionfare in Spagna.
1988 – Italia giovane e con la testa al Mondiale di casa
L’Italia di Mancini, di Vialli, di De Agostini, di Maldini, di Baresi, di Donadoni, di Giannini. Il blocco principale che poi arriverà in semifinale nei Mondiali di Italia 1990. Gioventù, freschezza, ambizione non bastano. Dopo un ottimo girone, chiuso con due vittorie (su Danimarca e Spagna) e un pareggio (con la Germania), gli Azzurri – grazie alla vecchia formula – si ritrovano in semifinale e perdono 2-0 con l’Unione Sovietica. Un ko comunque formativo per la Nazionale di Vicini, che stava costruendo le basi per l’appuntamento di due anni più tardi.
1996 – Il fallimento di Sacchi, eliminati ai gironi
Malissimo. Gli Azzurri, vice campioni del Mondo in America due anni prima e senza Roberto Baggio nell’elenco dei convocati, falliscono totalmente l’appuntamento con l’Europeo d’Inghilterra. Nonostante un 2-1 iniziale con la Russia (doppietta di Casiraghi), l’Italia di Sacchi crolla con la Repubblica Ceca e pareggia 0-0 con la Germania, salutando in anticipo la competizione. Fuori ai gironi. Curiosamente le due Nazionali che sanciscono l’eliminazione della nostra Nazionale saranno poi le due finaliste a Londra, quando la doppietta di Bierhoff regalerà la gioia più grande ai tedeschi
2000 – L’impresa con Olanda grazie a San Toldo e il gol di Trezeguet
Uno degli Europei più belli, nonostante la sconfitta in finale contro la Francia. L’Italia di Dino Zoff aveva dominato il girone con tre vittorie su tre, trascinata dai gol di Conte, Inzaghi, Totti, Fiore e Del Piero. Una Nazionale veramente competitiva, che ai quarti ha battuto la Romania 2-0 e in semifinale ha superato ai rigori i padroni di casa olandesi. Ad Amsterdam, con gli Azzurri in 10 uomini per l’espulsione di Zambrotta al 34’, l’eroe assoluto è stato Francesco Toldo, che ha respinto nei tempi regolamentari i rigori di Frank de Boer e Patrick Kluivert e nella lotteria finale i tentativi dello stesso De Boer e di Bosvelt. L’illusione Delvecchio nella finalissima di Rotterdam viene cancellata dalla rete al 94’ di Wiltord e dal golden goal di Trezeguet ai supplementari. Una beffa atroce.
2004 – L’Europeo del “biscotto” tra Svezia e Danimarca
Eliminati ai gironi gli Azzurri di Trapattoni, proprio come nel 1996. La differenza è che in Portogallo – più o meno – il suo l’Italia lo aveva fatto. Due pareggi contro Danimarca e Svezia e la vittoria nel terzo match con la Bulgaria. Cinque punti, gli stessi conquistati da danesi e svedesi, che con un bel 2-2 finale si sono qualificate per differenza reti. Il gol di Cassano al 94’ contro i bulgari, con esultanza strozzata in gola, è stata la fotografia impietosa di un Europeo nato storto.
2008 – La Spagna “illegale” ci elimina ai rigori
Alcuni sostengono che l’epoca di dominio spagnolo (Europeo 2008-Mondiale 2010-Europeo 2012) inizi proprio con quel quarto di finale. Quando la Spagna di Aragones si è resa conto di essere veramente forte eliminando l’Italia di Donadoni. La Nazionale Azzurra, campione del Mondo in carica, si presentava all’Europeo di Austria e Svizzera tra le grandi favorite. Girone iniziato malissimo, perdendo 3-0 con l’Olanda, ma comunque superato, grazie al 2-0 finale sulla Francia. Poi ai quarti lo 0-0 con la Spagna e la sconfitta ai rigori, con gli errori di De Rossi e Di Natale. Un triste epilogo.
2012 – Balotelli show, ma la finale è un disastro
La Nazionale di Prandelli è uno di quelle che ha giocato il miglior calcio in un grande torneo internazionale. L’Italia a Euro 2012 ha letteralmente incantato tutti. Seconda nel girone, poi vittoriosa ai quarti ai rigori con l’Inghilterra (con il “cucchiaio” di Pirlo), il tripudio in semifinale contro la Germania, con la doppietta iconica di Mario Balotelli impossibile da dimenticare. Poi il patatrac finale: gli Azzurri erano stanchissimi, la Spagna troppo forte. Un 4-0 secco che non ha dato alcun alibi. Resta il grande Europeo della coppia Cassano-Balotelli, della doppia regia di Pirlo e Montolivo, di Marchisio e De Rossi incursori, degli albori della super difesa Bonucci-Barzagli-Chiellini.
2016 – Conte ci porta ai quarti, poi fatali i rigori
Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Florenzi, Sturaro, Parolo, Giaccherini, De Sciglio; Pellè, Eder. Questo è l’11 che ha iniziato il quarto di finale con la Germania ad Euro 2016, in Francia. Tralasciando l’ultimo canto della BBC dietro, una Nazionale dai modesti valori tecnici medi, che però con il condottiero Antonio Conte aveva vinto il girone davanti a Belgio, Irlanda e Svezia e aveva eliminato con un secco 2-0 la Spagna agli ottavi. Nei quarti, però, gli Azzurri se la sono giocata fino ai calci di rigore, traditi dalle pessime conclusioni di Pellè e Zaza. Tedeschi in semifinale, noi a leccarci le ferite.
2021 – L’apoteosi di Wembley, il trionfo di Mancini
Dolci ricordi molto recenti. Il girone dominato, le palpitazioni con l’Austria e il gol annullato ad Arnautovic per un fuorigioco millimetrico, il tiro a giro di Insigne con il Belgio, i rigori con la Spagna in semifinale e quelli nella finalissima contro l’Inghilterra a Wembley. Una gioia incommensurabile per il secondo titolo europeo della storia dell’Italia. Roberto Mancini e Gianluca Vialli hanno costruito un vero e proprio capolavoro. Replicarlo non sarà semplice, ma alcuni nostri leader, da Donnarumma a Barella, da Chiesa a Jorginho, sanno come si fa.