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    L'Inter è una grande e pazza squadra: la reazione nel 2° tempo evita una figuraccia a Inzaghi

    L'Inter è una grande e pazza squadra: la reazione nel 2° tempo evita una figuraccia a Inzaghi

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Bentornata alla pazza Inter, che chiude il primo tempo sotto di tre gol, a zero, ma poi ne rifila altrettanti al Benfica nella ripresa. E così finisce 3-3 una partita che conferma la bellezza e l’imprevedibilità del calcio, lasciando ai nerazzurri la possibilità di finire al primo posto, nel girone se batteranno la Real Sociedad nell’ultima partita tra due settimane a San Siro. Tutto è possibile, quindi, anche se con il senno di poi, pensando cioè a come ha giocato nel secondo tempo, l’Inter avrebbe potuto battere il Benfica, per accontentarsi poi del pareggio nell’ultima partita.

    INTER 2 - In attesa di giocare domenica a Napoli, Inzaghi infatti rivoluziona l’Inter schierando soltanto tre giocatori della squadra titolare: De Vrij, Acerbi e Darmian. Un azzardo pagato inizialmente a caro prezzo perché i nerazzurri, che fin qui avevano subito soltanto due gol nelle altre quattro gare, prima dell’intervallo ne incassano tre dal Benfica, che non aveva ancora raccolto nemmeno un punto e aveva segnato soltanto un gol. Una differenza maturata da un diverso atteggiamento, perché l’Inter-2 entra in campo deconcentrata, al di là delle assenze dei titolari, mentre i padroni di casa giocano con l’orgoglio e la voglia di entrare almeno in Europa League.

    PARTENZA FALSA - La prova che Inzaghi ha esagerato con il turnover arriva dopo meno di 5’ quando Joao Mario raccoglie una deviazione di testa di Tengstedt e batte comodamente Audero, con la colpevole complicità della difesa nerazzurra. Non basta, infatti, la presenza al centro di De Vrij con i gradi di capitano lasciatigli da Lautaro, né la conferma di Acerbi sulla sinistra per dare sicurezza al loro compagno Bisseck, una delle otto novità rispetto alla squadra titolare. Peggio di così l’Inter non potrebbe incominciare, anche se avrebbe tutto il tempo per rimediare. Invece non si vede la minima reazione, perché i cinque centrocampisti nerazzurri sono schiacciati dalle maglie rosse del Benfica. Asllani al centro, tra Frattesi e Klaassen, gira a vuoto e siccome i due esterni Darmian e Carlos Augusto non trovano mai lo spazio per affondare sulle fasce, le due nuove punte Sanchez e Arnautovic rimangono senza rifornimenti. In assenza della reazione dei nerazzurri, il Benfica insiste e trova il gol del raddoppio anciora grazie a Joao Mario che sfrutta prima un errato disimpegno di Asllani e poi un’incertezza di Bisseck, infilando Audero. Un record al contrario per l’Inter che mai aveva subito due gol in meno di un quarto d’ora in Champions.

    TRIPLETTA JOAO MARIO - Un inserimento di Frattesi che smarca in profondità Arnautovic rappresenta l’unica occasione da gol per l’Inter in tutto il primo tempo, fallita però dall’austriaco che si fa deviare la conclusione dal portiere. Prima e dopo, infatti, c’è soltanto il Benfica in generale e l’ex nerazzurro Joao Mario in particolare che firma la sua clamorosa tripletta, battendo con un colpo di petto il sempre più incerto Audero.

    RISVEGLIO ARNAUTOVIC - Sotto di tre gol, l’Inter rischia l’umiliazione nella ripresa ma per sua fortuna il Benfica si ripresenta appagato dopo l’intervallo concedendo nuovi spazi ai nerazzurri. E così, per la prima volta, si ha l’impressione di una gara non più a senso unico. Non a caso Carlos Augusto impegna subito Trubin, che poco dopo però non può far nulla per evitare la deviazione ravvicinata di Arnautovic sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Sembra il classico gol della bandiera, confermato dal Var che scongiura il rischio di annullamento per fuorigioco dell’austriaco. E invece è l’inizio di una nuova partita.

    RIMONTA COMPLETATA - Il Benfica, infatti, non gioca più, proprio come l’Inter nel primo tempo e viene punito una seconda volta da Frattesi, che gira al volo di sinistro un perfetto cross di Acerbi, improvvisatosi esterno. A questo punto tutto è possibile e allora Inzaghi inserisce tre uomini freschi: Cuadrado, Barella e Thuram, rispettivamente al posto di Darmian, Klaassen e Arnautovic. E proprio Thuram, al primo affondo, si guadagna un rigore, confermato via Var. In assenza dell’infallibile specialista Calhanoglu, tocca a Sanchez andare sul dischetto per firmare un clamoroso 3-3, inimmaginabile all’intervallo.

    VITTORIA SFIORATA - Soltanto dopo essere stato raggiunto, il Benfica riprende ad attaccare come all’inizio della partita e così per la prima volta Audero si rivela determinante alzando sopra la traversa una conclusione di Di Maria. Proprio nel suo momento migliore della ripresa il Benfica paga, però, un’entrataccia di Antonio Silva su Barella, punita giustamente con l’espulsione del difensore, dopo il richiamo del Var all’arbitro. E così l’Inter gioca con un uomo in più negli ultimi 13’, dei quali ben 9’ di recupero, sfiorando il gol del successo con Barella che colpisce il palo su cross del nuovo entrato Dimarco. Con il rimpianto di non avere incominciato la partita con la mentalità giusta, ma anche con la soddisfazione di avere reagito con l’orgoglio di una grande squadra, evitando una sconfitta e soprattutto una figuraccia.
     

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