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    L'Inter si complica la vita da sola e ne sbaglia 5: occasione sprecata per tranquillizzare Chivu

    L'Inter si complica la vita da sola e ne sbaglia 5: occasione sprecata per tranquillizzare Chivu

    • Sandro Sabatini
      Sandro Sabatini
    La prima Inter di Chivu riparte sprecando cinque gol al Mondiale per Club. Il riferimento alla cinquina incassata in finale di Champions è in apparenza casuale, ma comunque suggerita dalle statistiche della partita contro il Monterrey. È finita 1-1, però il conteggio delle occasioni avrebbe consentito ai nerazzurri una vittoria anche ampia. Però il conteggio degli errori non vale come un gol. E anche il giudizio sulla prestazione ne risente, anche perché nel primo tempo l’Inter è apparsa spigliata e ben disposta, mentre nella ripresa è calata andando in confusione di frustrazione e addirittura rischiando nel finale.

    In sintesi: nè bene, né male. Qualche parola per ampliare il giudizio: l’Inter ha sprecato l’occasione per festeggiare l’esordio di Chivu con una vittoria che sarebbe stata naturale mettendo a segno almeno una di cinque occasioni clamorosamente sprecate. Oppure, in alternativa, concretizzando la netta superiorità tecnica sui messicani del Monterrey.

    Invece la partita si era presto complicata quando, nel gol del vantaggio messicano, il professor Sergio Ramos (39 anni) aveva impartito una lezione a tutti i difensori nerazzurri, a partire dal quasi coetaneo, il trentasettenne Acerbi, portato a spasso come un liceale alla prova-corner della maturità calcistica. Sommer non impeccabile nell’occasione. Bastoni sovrastato, seppure con malizia e forse appoggio sulle spalle da sguardo al Var. E Pavard in zona anche lui di competenza. 



    Nel resto della partita, a parte un palo improvviso che l’ha salvato dopo un’ora, Sommer è stato quasi inattivo, tanto che avrebbe potuto chiedere un lettino per abbronzarsi al sole di Los Angeles. Si sono invece attivati in appoggio alla manovra sia Pavard, che ha agito con disciplina, sia Bastoni, anche con fantasia. Al contrario Acerbi accentua gli evidenti segnali di usura atletica quando difende a campo aperto, con troppi metri alle spalle.

    Tra i centrocampisti, Darmian si è un po’ spento nella ripresa ma era davvero acceso nel primo tempo, quando però ha sbagliato una netta occasione dopo pochi minuti. Impreciso anche Barella nella ripresa, quando ha sprecato un’occasione facile: nota negativa in un contesto di prestazione sufficiente. Più che sufficiente Asllani, che conferma di non essere un Calhanoglu “prime”, ma anche di avere eccellente presenza geometrica. In più, il giovane albanese ha ispirato un non banale pre-assist per il successivo (e decisivo) assist di Carlo Augusto nell’1-1 di Lautaro. Il capitano ha autografato il gol del pareggio, sì. Bene. Ma non benissimo quando poi ha sprecato tanto, soprattutto un’incredibile occasione a un quarto d’ora dal novantesimo. Tornando alla rassegna dei centrocampisti, Mkhitaryan bene, anche con sorprendente vivacità atletica, e pure Carlos Augusto bene.

    Benino è invece l’aggettivo giusto per Sebastiano Esposito, che ha lampeggiato colpi interessanti e movimenti intelligenti al fianco di Lautaro. E per il futuro l’ex empolese sembra il candidato ideale nel ranking di quarta punta nerazzurra.

    Thuram da subentrato poteva fare di più, soprattutto quando - nell’ultimo quarto d’ora - Chivu lo ha eletto prima punta con esperimento di Lautaro e Mkhi (poi Zalewski) in appoggio alle sue spalle, nel 3-4-2-1 che con Inzaghi non si era quasi mai visto. I nuovi arrivati si sono notati relativamente. Mezz’ora per Luis Henrique, coraggioso anche se con poco spazio per andare in profondità. Qualche minuto meno per Sucic, poco cercato nel traffico dell’Inter che provava a chiudere il Monterrey nella propria area. Niente di significativo per Dimarco (entrato al posto di Carlos Augusto) e Zalewski (un quarto d’ora per Mkhitaryan).

    Pensierino finale: se l’Inter avesse realizzato almeno una delle cinque clamorose occasioni divise tra primo (Darmian più Esposito) e secondo tempo (Barella, Lautaro e Dimarco), avrebbe rasserenato Chivu, accompagnando il suo debutto con una vittoria che complessivamente sarebbe stata meritata, oltre che utile per andare avanti senza batticuore in questo Mondiale per Club.

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    ravir
    ravir

    per la verità negli ultimi anni ci siamo complicati spesso la vita da soli regalando due scudetti...

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