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  • Mazzarri, carriera rovinata dall'Inter

    Mazzarri, carriera rovinata dall'Inter

    • Stefano Agresti
    In questi giorni in cui si parla tantissimo del nuovo ct, abbiamo ascoltato una serie molto lunga di nomi per la successione a Conte. Ci ha colpito che, tra i candidati alla panchina azzurra, i favoriti siano quasi tutti sotto contratto, da Donadoni a Ranieri fino a Ventura: i tre hanno accordi che scadono lo stesso giorno, il 30 giugno 2018, tra due anni e passa. E anche la new entry Gasperini è legato al Genoa fino al 2017. Il solo libero, tra i più accreditati, è Capello, quello che ha da poco dichiarato: “Gli scudetti tolti alla Juve con Calciopoli li sento miei”, in pratica una dichiarazione di guerra alla Federazione che dovrebbe assumerlo.
     
    Resta nelle retrovie, con possibilità quasi nulle, Walter Mazzarri, il quale evidentemente non ha l’appeal che la Federazione cerca nel nuovo commissario tecnico. Qui non vogliamo entrare nel merito delle scelte che si stanno facendo, però una domanda ci sembra inevitabile: com’è possibile che la Figc preferisca discutere con il Bologna o il Leicester, il Torino o il Genoa per svincolare i loro allenatori sotto contratto, oppure mettersi in casa un “nemico” come Capello, anziché puntare su un tecnico che il 30 giugno sarà libero da ogni legame? La risposta è piuttosto semplice: perché Mazzarri oggi non viene visto come un ct credibile.
     
    E’ pazzesco l’effetto che quindici mesi di Inter hanno avuto su Mazzarri. Fino all’estate del 2013 era uno dei nostri tecnici più quotati: De Laurentiis voleva rimanesse al Napoli, in quel periodo - oltre al club nerazzurro - lo contattò anche la Roma che poi dirottò su Garcia. Diciamo pure che nell’estate di tre anni fa sbagliò completamente valutazione: se fosse rimasto a Napoli avrebbe avuto una grande squadra da continuare a guidare, se fosse andato alla Roma gli avrebbero messo in mano un gruppo d’oro. Fece la scelta più sbagliata, affascinato com’era da “quelle con la maglia a strisce”, le tre grandi del Nord che vedeva come l’unico grande traguardo della propria carriera. Sembrava volesse urlare al mondo: “Sono partito da Acireale e solo con le mie forze sono arrivato quassù”, all’Inter, alla Juve o al Milan che fosse. Non aveva capito che, delle tre, solo una era ancora al top, mentre le milanesi stavano scivolando inesorabilmente, spinte giù dalle difficoltà economiche.
     
    Così, in quindici mesi di Inter, Mazzarri ha rovinato una reputazione costruita in oltre un decennio di mirabile cammino nel mondo del calcio, da Sud a Nord. E oggi, benché libero, quasi non lo prendono in considerazione per la Nazionale. Ingiusto? Chissà. Sicuramente curioso. E forse anche un po’ crudele.

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    @steagresti

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