Sabatini a CM: 'L'allenatore della Juve รจ Allegri, non Magnanelli, che esegue'
In teoria, a Udine, bisognava davvero impegnarsi per criticare lโallenatore, tra lโaltro diventato secondo solo a Trapattoni nelle vittorie bianconere: โappenaโ 250 (delle quali il 99% giocate male, secondo la narrazione corrente). In teoria sembrava giusto almeno un applauso. In teoria ci voleva unโanalisi coerente su qualche spunto tattico: Cambiaso tuttofare, Chiesa punta quasi centrale anzichรฉ periferica, il trio difensivo brasiliano ben congegnato. In teoria una spiegazione serena (e non preconfezionata) sul pressing piรน incisivo. In teoria lโatteggiamento. In teoria tutto. Ma in pratica, nulla di tutto ciรฒ.
In pratica, basta utilizzare (strumentalizzare) una frase di Chiesa sul gioco moderno e sullโinserimento in staff di Magnanelli per scatenare la solita guerra di posizione, in cui si attacca Allegri innanzitutto per difendere se stessi. Cioรจ supportare quel che si รจ detto/scritto in passato: รจ lโanticalcio, ha i giocatori ma non il gioco, fa catenaccio, non si รจ aggiornato, e poi lo spogliatoio contro piรน varie (corto muso) ed eventuali (rischio esonero).

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Tra teoria e pratica, comunque, meglio chiarire per evitare la solita parolina - #servilismo - utilizzata come parola dโordine dallโesercito del web. Chiariamo, dunque: Allegri poteva fare di piรน nel biennio bis alla Juve e comunicare meglio nei cinque anni di vittorie abitudinarie. Ma chiariamo anche la base di ogni analisi: il lavoro di qualsiasi allenatore va giudicato in proporzione al valore della squadra. Anche trascurando la controversia con la giustizia sportiva, lโanno scorso la Juventus poteva sicuramente partire meglio a inizio stagione. Ma si รจ giudicata la Juventus di Pogba, Chiesa, Di Maria, Paredes, Bonucci e Vlahovic senza considerare che Pogba non cโera, Chiesa non era ancora lui, Di Maria e Paredes pensavano al Mondiale (diciamo cosรฌโฆ), il declinante Bonucci era orfano del salva-vita Chiellini e Vlahovic in chiara ansia da prestazione (e da pubalgia). Questa โnon squadraโ รจ stata considerata da lotta-scudetto e corsa Champions, da bel gioco e spettacolo. Invece era una squadra che a vista dโocchio non correva: nรฉ con la palla nรฉ senza palla. E senza la corsa, ogni partita diventava di rincorsa. Allegri veniva accusato di giocare solo in contropiede. In realtร la sua Juve non era capace proprio di giocare in contropiede. Si trascinava blanda, stanca e svogliata, con giocatori che aspettavano il pallone tra i piedi senza forza nรฉ voglia di movimento senza palla.
Oggi รจ tutto cambiato. Perchรจ i giocatori di riferimento sono cambiati. E anche se manca - รจ evidente - un poโ di esperienza, la freschezza dei giovani consente tattiche e strategie piรน entusiasmanti: quelle che si sono viste nel primo tempo della prima giornata di campionato, ma anche nelle amichevoli estive.
Nello spazio di unโestate รจ arrivato anche Francesco Magnanelli, personaggio del momento. Entrato nello staff per espressa volontร di Allegri, che lo aveva eletto giovane leader nel Sassuolo in serie C, addirittura una quindicina di anni fa. Magnanelli รจ uomo di staff e spogliatoio, che esegue (al meglio) le linee guida indicate quotidianamente dallโallenatore. Un allenatore che sta proponendo un calcio diverso (anche) perchรจ ha calciatori diversi. Alcuni esempi: da Kostic a Cambiaso ci sono trenta metri di duttilitร , da Cuadrado a Weah tre dribbling in meno e tre allunghi in piรน, da Bonucci al trio brasiliano venti metri di campo in avanti, da Di Maria a Chiesa dieci scatti in piรน e dieci palloni in meno sui piedi, da Paredes al centrocampo attuale si va dalla lentezza dei โtocchettiโ alla rapiditร dei passaggi profondi.
Non tutto, ma molto รจ cambiato: con lo stesso allenatore. Che non รจ il bravo Magnanelli: รจ Massimiliano Allegri, anche se quelli dellโ#AllegriOut non lo ammettono. La Juve sembra unโaltra squadra, i critici no. Sembrano sempre gli stessi.