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Sampdoria, Iachini: "Sarei venuto di corsa, qualche contatto c'è stato. Prima o poi succederà ora tifo"
L’affetto per i colori blucerchiati non è mai cambiato, e Iachini lo ribadisce senza giri di parole: "Prima o poi succederà, dai. Adesso si tifa Samp. Spero che le cose possano migliorare rapidamente, per chi allena, per i calciatori, ovviamente per i tifosi, sempre eccezionali e che ricordo con enorme affetto. La Samp merita di stare in Serie A. E adesso in B, merita di lottare per la A. Ma questa è stata una stagione particolare. Bisogna fare punti rapidamente."
Rivivendo il finale della sua passata esperienza doriana, Iachini entra nel dettaglio di una gestione complicata, ma razionale: "Era arrivata in un momento particolare. Dopo una rincorsa in classifica che durava da gennaio, dai playout eravamo arrivati al confine dei playoff. Alcuni calciatori avevano qualche acciacco, dopo avere tirato la carretta per mesi. Come Pozzi, Eder, Gastaldello, Romero... e avevo deciso di andarmela a giocare concedendo minutaggio a chi fino a quel momento era stato impiegato di meno. I vari Da Costa, Volta, Obiang, Rossini, Soriano, Fornaroli. Avevo bisogno che alcuni titolari ricaricassero le batterie, a livello fisico e mentale. In più il campo era sintetico, ma di un sintetico duro. Ricordo che ci eravamo allenati un giorno al Garrone, ma poi basta. I muscoli dei calciatori pativano. Dovevo ridurre al minimo i rischi di infortuni. Quello poi era stato un campionato di alto livello. A parte che nei playoff entravano in quattro, e non sei come adesso, ma in più si volava. Noi a tre giornate dalla fine eravamo sesti a 64 punti e chiudemmo a 67. In questo campionato potrebbero bastare per la promozione diretta." ricorda a Il Secolo XIX.
Racconta anche un aneddoto curioso legato a un giovane attaccante che poi avrebbe fatto strada, un certo Mauro Icardi: "Quando sono arrivato mi sono accorto subito che nella Primavera c'erano dei ragazzi forti. E ho cominciato piano piano a farli allenare con la prima squadra. Tra i quali questo attaccante, talentuoso, che tra l'altro abitava sotto di me, a Nervi. La Juve Stabia era passata in vantaggio dopo pochi secondi. Pareggiamo con Munari a inizio ripresa, poi Pellè si prende il secondo giallo e restiamo in dieci, a quasi mezz'ora della fine. E che faccio?"
Iachini, fedele alla sua mentalità offensiva, non cambia l’atteggiamento: "Avevo iniziato con due punte, Pellè e Fornaroli e resto con due punte. Ormai giocavamo sempre per vincere, non avremmo saputo impostare una tattica diversa. Avevamo acquisito la giusta mentalità, chi giocava, giocava, era una catena di montaggio. Ognuno sapeva esattamente cosa fare. Avanzo Foggia, poi metto Icardi per l'uruguaiano. Mossa che poteva sembrare un po' azzardata da fuori, e dopo pochi minuti Mauro, al suo debutto da professionista a poco più di 19 anni, segna. E la vinciamo. Con quei tre punti entriamo nei playoff, avendo risparmiato alcuni calciatori. Avevo fatto i miei calcoli, mi ero preso qualche rischio, e così gestendo anche le ultime due giornate, ormai inutili per la classifica, ci eravamo presentati ai playoff freschi, recuperando brillantezza. Sapendo che per tornare in A avremmo dovuto vincere quattro partite in dieci giorni."
La chiusura dell'intervista lascia capire l'affetto che Iachini nutre per la Samp: "Alè Doria. Per sempre nel cuore. Quello che è stato nessuno ce lo potrà mai togliere. E un grande in bocca al lupo a tutti."