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  • Sampmania: mercato da 7 in pagella (e carote davanti agli occhi)

    Sampmania: mercato da 7 in pagella (e carote davanti agli occhi)

    • Lorenzo Montaldo
    E così, un altro mercato è passato senza la nuova proprietà. Quella che doveva essere la finestra di trasferimento ‘condotta dalla dirigenza entrante’ è filata via senza neo presidenti o nuovi assetti. Intanto, la svolta viene data sempre dietro all’angolo. Mi sembra di essere in una di quelle vignette, dove c’è l’asino a cui legano in testa una canna da pesca da cui penzola una carota, davanti agli occhi della povera bestiola. Avete presente? Lui continua a camminare, sicuro di raggiungere prima o poi l’ortaggio, e intanto il tempo passa, la strada alle spalle aumenta, e la carota continua ad essere lì. La tiritera adesso è ricominciata, sempre uguale a sé stessa e per tale motivo diabolica. Ora il limite è novembre, poi sarà a gennaio con il nuovo anno, poi dopo Pasqua, poi a salvezza acquisita, poi entro giugno, poi a fine mercato e così via. Ah, se non si fosse capito, l’asino, in questa metafora, siamo noi.

    Invece, quella che doveva essere una sessione mirabolante si è rivelata l’ennesimo esercizio da sudore e sangue, tra equilibrismi vari e incastri da tentare. Quanto a lungo si può andare avanti così? Poco, pochissimo, perché il risultato è quello di avere una formazione sempre meno strutturata rispetto all’anno precedente. La Sampdoria che inizia il 2022/2023 è più fragile di quella che aveva chiuso il 2021/2022, che a sua volta era più fragile della squadra del 2020/2021, e così via. Quando scrivo fragile, peraltro, non intendo ‘scarsa’ in termini di valore assoluto, quanto piuttosto debole come asset, per quanto riguarda anche giocatori di proprietà, potenziali rivendibili etc. Questa premessa è doverosa e deve essere sempre tenuta a mente per analizzare e discutere il mercato blucerchiato.

    In simili condizioni Lanna e Panconi, due che alla Samp ci tengono davvero, hanno svolto un lavoro molto buono. Camminando sulle uova, coadiuvata dai due direttori sportivi e da Romei - non si capisce bene per quale motivo le trattative, con due ds a libro paga, le conduca tutte un avvocato romano, peraltro latore di Ferrero a Genova, ma per approfondimenti vi rimando a questo Sampmania - la dirigenza è riuscita a portare a casa una formazione dignitosa, per quello che è l’obiettivo stagionale, ossia la salvezza e, soprattutto, la sopravvivenza.

    I movimenti in uscita hanno garantito liquidità corrente, necessaria per mantenere la testa fuori dall’acqua, hanno tagliato il monte ingaggi e pure alcuni ‘rami secchi’, giocatori scontenti e capaci di inquinare lo spogliatoio. La Samp ha di fatto ceduto cinque titolari dello scorso anno (Candreva, Yoshida, Ekdal, Thorsby e Sensi, e non sono pochi, si tratta di mezza squadra), ha venduto un possibile crack come Damsgaard (e questo sarà il mio rimpianto, avrei pagato per vederlo con Giampaolo) e si è liberata di eventuali alternative, da Depaoli a Bonazzoli passando per Falcone.

    In entrata, la Samp si è mossa senza un euro, e i risultati sono ottimi. Villar è il play che chiedeva Giampaolo, e con il tecnico, quando entrerà a pieno regime, può fare bene. Djuricic lo valuto un po’ fumoso, ma per il Doria attuale è un sicuro titolare, anzi, diventa quasi imprescindibile. Ho qualche dubbio in più sull’innesto Pussetto, ma ritengo che sia sicuramente meglio l’arrivo dell’argentino, piuttosto che lasciare una lacuna in quella zona di campo, dove Leris non garantisce purtroppo alcuna certezza. Winks, sulla carta, è un crack. Sto cercando di capire il motivo per cui un’altra media squadra inglese non abbia provato a tesserarlo, e onestamente ancora non lo trovo. La difesa è rimasta all’incirca invariata, che poi è ciò che chiedeva Giampaolo, sono approdati a Genova alcuni giocatori teoricamente interessanti come Segovia e Amione, hai in più le alternative Murillo e Verre e, soprattutto, il probabile recupero di Gabbiadini

    Insomma, per l’obiettivo stagionale, una salvezza di riffa o di raffa, date le premesse e il margine di rischio, lo reputo un mercato da 7 in pagella. Giampaolo potrà lavorare su un paio di moduli e, soprattutto, appoggiandosi all’intelaiatura del ritiro senza le cosiddette ‘mele marce’, o per dirla in maniera più corretta politicamente senza i ‘giocatori scontenti’ citati dal tecnico nel post Lazio. Però, spero che chi di dovere si sia reso conto che l’andazzo attuale non è più sostenibile. Il fondo del barile puoi raschiarlo fino allo sfinimento, ma ad un certo punto anche la poltiglia termina, e finisci a bucarla, la botte. Speriamo di non arrivare mai a tale punto, ma con la storia della carota in mente non ne sono così sicuro.

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