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  • Sampmania: non mi ricordo più come si fa

    Sampmania: non mi ricordo più come si fa

    • Lorenzo Montaldo
    Scusate, non mi ricordo bene come si faccia, a scrivere un Sampmania senza avere nulla di negativo da dire. E’ ancora possibile vincere una partita? Magari giocando pure abbastanza bene? Pensavo fosse una cosa non più da Sampdoria, invece sono rimasto particolarmente sorpreso. Leggendo i convocati, la composizione della rosa, gli elementi a disposizione di Stankovic e conoscendo il marasma che si agita attorno a Bogliasco, non avrei puntato un centesimo sulla Samp a Sassuolo. 

    Intendiamoci, la boiata de ‘La partita di Reggio non è un’ultima spiaggia’ era appunto questo, una grossa belinata. Eccome se si trattava di un’ultima spiaggia. Se la Samp avesse perso ieri, avrebbe potuto virtualmente chiudere baracca e burattini. Ma per fortuna, non si tratta di uno scenario su cui indulgere. Non ancora, per lo meno. I blucerchiati hanno vinto, e pure meritatamente. Ce n’è d’avanzo per essere felici.

    Prima di tutto, vi chiedo un favore. Non esageriamo con i trionfalismi da esagitati. Non facciamo come ‘gli altri’ sull'altra sponda del Bisagno. Non è che il Doria sia diventato il Real Madrid, o che i problemi di formazione, di organico, atletici e tecnici siano improvvisamente spariti. Tutt’altro. Le qualità di questa Samp le conosciamo tutti, lo stesso dicasi per i limiti già ampiamente esplorati e scandagliati a fondo in stagione. Il Doria non è improvvisamente tornato una compagine capace di salvarsi in carrozza. E’ bene se lo ricordino tutti, specialmente quella fetta bipolare di pubblico pronta ad inneggiare agli osanna dopo una vittoria, e a precipitare nella più cupa disperazione la gara successiva. Quelli, per intenderci, che prima del fischio d’inizio commentano sulle pagine Facebook “Ma dove vogliamo andare con questa squadra” e, al 95’, vedono ovunque la mano di Stankovic e gridano al miracolo: “Ah, io l’ho sempre detto che non siamo così scarsi”.

    Viceversa, eviterei anche l’estremo opposto, ossia il pessimismo cosmico a prescindere. Ieri la Samp non ha vinto in maniera episodica, o per una botta di fortuna come ad esempio a Cremona. Ecco, quella era una prestazione frutto della casualità, il successo del Mapei invece è meritato sino all’ultimo centimetro, sudato, voluto e cercato. La Sampdoria, forse per la prima volta in stagione, è scesa in campo per andarsi a prendere un risultato ampiamente legittimo e sacrosanto. Se il Sassuolo avesse pareggiato, sarebbe stata un’ingiustizia grossa come una casa. La Samp è arrivata in Emilia contata, Stankovic aveva di fatto tre soli cambi a disposizione, eppure non si è notato. Il Doria ha aggredito da subito i portatori di palla avversari, ha sporcato le linee di passaggio rimanendo corta e compatta, ha creato e, soprattutto, ha tirato in porta. Finalmente. I blucerchiati sono la squadra che in Serie A conclude di meno verso lo specchio dopo il Lecce. Con oggi, sono 161 conclusioni, di cui 9 fatte a Consigli. Niente male. Soprattutto, è cambiata la pericolosità della conclusione. E questo è un aspetto decisamente positivo.

    Vi lascio qualche impressione, in ordine sparso, ditemi voi cosa ne pensate. Intanto per cominciare, la Samp ha fatto meglio senza parecchi senatori, di cui almeno un paio piuttosto controversi come Colley, Sabiri e Caputo. Vi ricordate quando Giampaolo accennava a giocatori con il mal di pancia? Concetto ripreso anche da alcuni tifosi storici, come Tirotta? Sarà una casualità, non voglio dire che certi elementi incidano in negativo, ma aprire le finestre e cambiare l’aria quando diventa stantia non è sempre una brutta idea. Seconda annotazione: Gabbiadini è stato il migliore in campo. Perché? Sicuramente perché ha ritrovato condizione, probabilmente perché meglio supportato da un centrocampo meno timido, forse perché Lammers, come tipo di giocatore, in questo momento per la Samp è decisamente più utile di un imbolsito Caputo? Anche per caratteristiche dell’olandese, non solo per atteggiamento e condizione dell’ex blucerchiato.

    Spunto di riflessione numero tre: la Samp non si è sciolta nella difficoltà. Era quello che aveva chiesto Stankovic nel pre gara, non era mai capitato in stagione, oggi si è finalmente visto. Il quarto punto è più una constatazione. San Audero, prega e intercedi per noi. Pure con il Sassuolo, il portierone ci ha messo un’enorme pezza. E pensare che alcuni scienziati, del web, dello stadio e del mondo giornalistico, avevano imbastito vere e proprie crociate per mandarlo via. L’ultimo pensiero che vi lascio riguarda la difesa. Nuytinck è ruvido e concentrato. Un po’ ingenuo sul rigore, ma è l’unica sbavatura di un’ottima gara. Impressionante in particolare il primo tempo gigantesco. Una partitona, però, l’hanno fatta in generale i tre dietro. Ottimo Amione, e quasi perfetto anche di Bereszynski che, pur essendo un partente, ha giocato 95 minuti, sino all’ultimo, e non ha tirato indietro la gamba. Vero Colley e Sabiri?

    No, decisamente non mi ricordo più come si faccia, a scrivere un Sampmania così allegro. Però, spero di potermi abituare di nuovo il prima possibile. A cominciare da oggi.s

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