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  • "Sarà un PSG più forte senza Mbappé": il capolavoro di Luis Enrique, ha reso 'normale' la partita più importante

    "Sarà un PSG più forte senza Mbappé": il capolavoro di Luis Enrique, ha reso 'normale' la partita più importante

    La prima Champions League del Paris Saint-Germain è il capolavoro di Luis Enrique. Non solo per come si è imposto in finale travolgendo 5-0 l'Inter: è riuscito dove tutti hanno fallito, ha trasformato un'ossessione in una favola meravigliosa.

    Il 31 maggio 2025 sarà una data che i tifosi parigini non potranno mai dimenticare. Campioni d'Europa, per la prima volta nella loro storia. E' la fine di un lungo inseguimento e arriva in un'annata in cui probabilmente l'impresa era quasi impronosticabile. Il PSG era quasi fuori da questa Champions già nella Fase Campionato e ha risalito la china, ma i dubbi erano sorti già all'inizio della stagione. Era andato via Kylian Mbappé, il simbolo assoluto del progetto, e tanti temevano in un tracollo. Tanti, ma non lui. Non Lucho, che già un anno fa era sicuro delle qualità del gruppo.

    "PSG PIU' FORTE SENZA MBAPPE": LUIS ENRIQUE AVEVA RAGIONE - Era metà maggio, si stava chiudendo il campionato 2023/24 e Mbappé aveva annunciato l'addio al Paris Saint-Germain alla scadenza del contratto. Alla vigilia dell'ultima gara di Ligue 1 contro il Tolosa, il tecnico spagnolo commentò la partenza del francese e lo fece con una frase che all'epoca fece strabuzzare gli occhi: "Noi senza Mbappé? Lo ripeto, rimango convinto che il prossimo anno saremo più forti: segnatevi le mie parole. Il PSG sarà più forte".

    Non c'era ancora stato il mercato, non si sapeva ancora come e se il PSG avrebbe potuto sostituire adeguatamente uno dei giocatori più forti del mondo. Ma Lucho e il club avevano in mente altro e a distanza di poco più di un anno, quelle parole sono suonate come una profezia.

    NIENTE FIGURINE - Certo, gli investimenti in estate non sono mancati, ma con una differenza fondamentale rispetto al passato. Stop alle figurine, spese importanti ma per giocatori giovani e funzionali alle idee del tecnico. Quasi 60 milioni per Joao Neves, 50 per Désiré Doué e 40 per Willian Pacho. Giusto per citarne tre risultati decisivi guardando la finale con l'Inter. Qualcosa mancava e allora la ciliegina sulla torta a gennaio: non un centravanti per sostituire Kolo Muani spedito alla Juventus, ma 70 milioni per assicurarsi Khvicha Kvaratskhelia.

    GIOCO INGESTIBILE: FANTASIA AL POTERE - Una scelta fortissima, ma in linea con quello che Lucho immaginava per il suo PSG. Kvaratskhelia, Dembélé, Doué senza dimenticare Barcola: imprevedibilità e fantasia al potere davanti, niente punti di riferimento ma un movimento da mal di testa per gli avversari. Ridurre il capolavoro di Luis Enrique all'estro offensivo sarebbe offensivo, perché il grande merito è aver costruito una squadra in grado di equilibrare ogni situazione di gioco. Inserendo Fabian Ruiz tra Vitinha e Joao Neves ha dato solidità e geometrie perfette al centrocampo, con Pacho e Marquinhos ha trovato la giusta alchimia per una linea difensiva alta e in grado di accompagnare il resto della squadra in un pressing asfissiante. La partita di Monaco ne è il manifesto più completo, con l'Inter annichilita dall'inizio alla fine.

    SERENITA' E PERSONALITA' - I meriti tattici sono evidenti, ma c'è altro nel capolavoro di Luis Enrique. Non a caso abbiamo utilizzato la parola 'ossessione', perché proprio su questo fattore si è giocato l'avvicinamento alla partita. Inter più esperta e matura, forgiata dalla sconfitta di due anni fa contro il Manchester City. PSG più giovane, inesperto, soggetto alla pressione. Questa la retorica che ha accompagnato il pre-Monaco. Lucho ha cancellato tutto, ha costruito prima uomini e poi calciatori a Parigi. La leggerezza di Doué, la tranquillità di Vitinha e Joao Neves in mezzo al campo, la leadership di Marquinhos. Il PSG non sembrava star giocando una finale, di non lottare per una Coppa mai vinta dal club. Giocava una partita come le altre. Una cosa così semplice e a dirla quasi banale, ma l'aspetto più decisivo nel trionfo. Il tecnico ha lavorato tanto su questo aspetto e lo ha confermato a fine partita a Sky Sport: "Dico la verità. Questa settimana la mia preoccupazione maggiore erano le preoccupazioni attorno a una città che non aveva ancora vinto la Champions League c'era una situazione troppo esagerata. Ho cercato di abbassare questa pressione, metterci in condizione di giocare al nostro calcio".

    Qui Luis Enrique ha concretizzato il suo capolavoro, prima ancora di regalare la favola ai parigini e dedicare l'impresa alla sua Xana: ha reso normale la partita più importante di sempre. E alla fine ha avuto ragione: è stato un PSG più forte senza Mbappé.

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    cavalema
    cavalema

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