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Serie A, il Governo dice no al ritorno del Decreto Crescita: niente proroga, resta in vigore per diversi casi
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COMPETITIVITÀ - Il vertice del calcio italiano spingeva per il riottenimento dei vantaggi fiscali per tutti i giocatori over 20 provenienti dall'estero e con obbligo di permanenza fiscale su suolo italiano per almeno 2 anni. Questa norma, infatti, è stata a lungo vista come una possibilità concreta per attrarre, con stipendi più alti garantiti proprio dalla defiscalizzazione del lordo, alcuni dei talenti migliori in circolazione e rendere il nostro campionato più competitivo anche nei confronti della più remunerativa Premier League.
LA MODIFICA FINO AL 2027- L’emendamento, a firma del Senatore Dario Damiani, proponeva di modificare una parte dell’articolo 5, comma 9, del Decreto Legislativo 27 dicembre 2023 n. 209 che recitava: "Tuttavia, le disposizioni di cui al primo periodo continuano a trovare applicazione nei confronti dei soggetti che hanno trasferito la loro residenza anagrafica in Italia entro il 31 dicembre 2023 ovvero, per i rapporti di lavoro sportivo, che hanno stipulato il relativo contratto entro la stessa data". Secondo quanto riportato da Calcio&Finanza, l’emendamento proponeva di modificare la data sostituendola con il 31 dicembre 2027.
BOCCIATO - Di fatto, se fosse passato, questa modifica avrebbe allungato il periodo in cui nuovi sportivi professionisti avrebbero potuto godere degli sgravi fiscali riportando di fatto in auge il Decreto Crescita anche per i nuovi tesserati. La modifica tuttavia non è stata approvata venendo bocciata al Senato. I benefici non spariranno del tutto, ma rimarranno validi per tutti gli atleti che li sfruttavano già prima del 31 dicembre 2023. Qualche esempio? Lukaku, Marcus Thuram, Pavard, Kean, Pulisic e Loftus Cheek fra i tanti.
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