Calciomercato.com

  • Timossi: Pasolini presidente della Figc

    Timossi: Pasolini presidente della Figc

    «Il calcio è l'ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito nel fondo, anche se è evasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l'unica rimastaci. Il calcio è lo spettacolo che ha sostituito il teatro». Anche questo scriveva Pier Paolo Pasolini, intellettuale, poeta, narratore, sceneggiatore, giornalista. Lo hanno ucciso il 2 novembre di quarant'anni fa. 

    PPP amava la vita, le sue gioie e la gioia del calcio. Amava giocare, guardare , raccontare il gioco del pallone. Faceva tutte queste cose così intensamente che sarebbe stato anche un magnifico presidente della Federazione Italiano Giuoco Calcio. Pasolini probabilmente non avrebbe accettato una carica così, avrebbe avuto altre cose alle quali dedicarsi. Però l'idea non è una provocazione. È un sentimento. Era nato nel 1922, avrebbe 21 anni in più di Carlo Tavecchio, cioè l'uomo che indegnamente siede da troppo tempo sulla poltrona  più importante del calcio italiano. 

    Tavecchio è stato eletto l'11 agosto 2014, ha utilizzato una manciata di mesi per organizzare sciagure di ogni genere. Questa settimana ha messo in scena un paio di nuove catastrofi, che probabilmente non gli impediranno di restare al proprio posto. È presidente della Federcalcio e ha incontrato un ex dirigente radiato dalla Federcalcio, Antonio Giraudo, già amministratore delegato della Juventus. Ha smentito che fosse un incontro istituzionale, ha negato che fosse stato fissato un appuntamento, ha giurato che l'argomento Calciopoli non è stato sfiorato, ha sostenuto che si trattava di un rendez-vous casuale. Pare ci sia qualcuno che gli abbia creduto. 

    Ieri l'ultima puntata. Sul sito del Corriere della Sera si può ascoltare una telefonata registrata quattro mesi fa. Non sapeva di essere registrato. Questa volta Tavecchio se la prende con ebrei e omosessuali, dopo aver già dissertato sull'inferiorità della donne e dei calciatori di origine africana. Per questo, un'altra volta, è accaduto l'inevitabile: all'estero hanno subito pensato che Tavecchio rappresenti il calcio italiano. Non tutto sanno che rappresenta solo gli interessi forti che lo hanno eletto. Nell'equivoco in Spagna come in Inghilterra credono che questa sia l'Italia. 

    Nel dibattito che si è aperto una cosa colpisce. Si può sostenere, con buone motivazioni, che Tavecchio sia inadeguato, ma non davvero razzista, sessista, omofobo. Si può sostenere che il suo sia il linguaggio più naturale per un uomo di 72 anni. «Questa è la cultura nella quale è cresciuto». Invece no, non ci sono giustificazioni per frasi e pensieri del genere. «Le parole sono importanti», gridava Nanni Moretti in Palombella Rossa. Questo sì, è vero. E le parole non hanno età. Tavecchio poteva imparare qualcosa da Pasolini, però si sa, il surreale presidente della Federcalcio è stato chiaro sugli omosessuali: «Teneteli lontano da me». Non è una questione d'età, ma di cervello. 

    Pasolini oggi avrebbe 93 anni. Il calcio sacro che amava non esiste più. Ma c'è qualcosa di molto peggio, non esiste più un uomo come Pier Paolo Pasolini

    Giampiero Timossi

    Altre Notizie