Tonali maratoneta, quando corre troppo c'è qualcosa che non va: cosa può cambiare da Firenze a Londra
LE CORSE DI TONALI IN PIENA CRISI - Bisogna che torniamo un momento alle corse di Tonali in piena crisi, quando Pioli cercava ancora di spremere il 4-2-3-1 dello scorso anno, malgrado distanze e atteggiamento in campo non fossero più gli stessi. Sulla fascia sinistra, in fase difensiva, c’era ‘il problema Leao’, che si aggiungeva al calo psicofisico post Mondiale che stava attraversando Theo Hernandez. Fra queste due criticità si inseriva spesso la generosità di Tonali, che però diventava un segno di eccesso, un’altra forma di squilibrio.
Al che Pioli intervenne, prima con una soluzione di passaggio iper-reazionaria (il 3-5-2 del primo tempo del derby in campionato), poi con una variazione vincente (3-4-2-1) in grado di stendere sia il Tottenham che l’Atalanta. Non a caso, in quelle partite, le corse di Tonali rientrarono nella norma, non tanto in termini di mera quantità, ma a livello di senso: lui faceva la sua bella parte, gli altri la loro, le distanze complessive erano giuste. Quindi cosa è successo di diverso a Firenze?
LE CORSE DI TONALI A FIRENZE - A Firenze è tornato dentro il problema dalla finestra. Cambiando interpreti in attacco e soprattutto modificando la struttura della prima aggressione, Pioli ha dovuto chiedere a Tonali di nuovo un doppio lavoro. Potrà sembrare solo un numero, ma il passaggio dal 3-4-2-1 al 3-4–1-2, con De Ketelaere trequartista e Rebic nel tandem, ha creato scompensi nel fronteggiare il palleggio di una squadra come la Fiorentina che, a differenza di Tottenham e Atalanta, gioca con un 4-3-3 molto offensivo. Chi prendeva Dodo?
Toccava a Tonali, perché Rebic stava pronto a schermare Quarta, il centrale di destra dei viola, e Theo veniva fissato sulla linea difensiva dalla presenza di Ikoné. Se a ciò aggiungiamo anche un certo delay nel primo pressing di De Ketelaere su Amrabat, o di Giroud, non abituato a quella posizione e a quelle corse tra Igor e Biraghi, la frittata è fatta: palla alla Fiorentina, e doppio, triplo lavoro per Tonali, che tra l’altro non poteva nemmeno contare su un compagno di reparto in pieno forma. Guardate che distanze qua in mezzo su questa discesa di Dodo.
Non solo: su Dodo Tonali a volte usciva pure altissimo in diagonale. Come su questa costruzione di Terracciano, che ci fa capire bene la rigidità del triangolo Giroud-Rebic-De Ketelaere.
Ecco ancora qui sotto un’altra apertura per il terzino destro brasiliano su cui è costretto a ‘scivolare’ Tonali. Notiamo due cose: la completa sfasatura dei tre giocatori d’attacco rossoneri rispetto ai riferimenti menzionati sopra, e l’assenza di un’uscita di Theo in fascia su Dodo, dovuta come si è detto alla presenza di Ikoné esterno alto. Ma le corse di Tonali non finiscono qui.
Perché poi Tonali deve addirittura seguire la sovrapposizione interna di Dodo, quando Dodo scarica il pallone. Il che risulta evidentemente eccessivo, soprattutto a pochi giorni dalla partita più importante della stagione rossonera.
L’AZIONE DEL PRIMO GOL - E perché quanto detto non vi suoni artificioso e questione de lana caprina, vorrei che analizzassimo insieme un’ultima sequenza, quella dell’azione del primo gol della Fiorentina. Forse non vi stupirà sapere che la squadra di Italiano si è costruita il rigore sfruttando questa somma di ritardi e le corse sbagliate dai giocatori del Milan. Tutto parte da un cambio di gioco strategico di Igor per Dodo. Osservate la libertà del terzino brasiliano, la libertà di Amrabat e la posizione di Ikoné e Theo.
Chi esce su Dodo? Ma Tonali, certamente! Il problema è che Amrabat fa un movimento molto intelligente e porta superiorità numerica in fascia (probabilmente un movimento preparato nell’intervallo per aggiungere uomini sulla debolezza di quel lato). E De Ketelaere non ci sta dietro, e Theo esce a suo volta in ritardo, lasciando Ikoné a Tomori…
A LONDRA - Insomma, questa contrapposizione del 3-4-1-2 contro la Fiorentina non ha funzionato per niente, e non c’entra la crisi di prima, non c’entra Tonali sotto ritmo (vorrei vedere…), è stato solo un errore tattico. A Londra invece quasi certamente si ritornerà a un 3-4-2-1, e le cose dovrebbero andare meglio per tutti, anche perché gli abbinamenti saranno più naturali col 3-4-2-1 speculare di Conte. Non parlo di risultato, quello non si può prevedere, parlo di organizzazione in campo.