
Tore André Flo e la Norvegia del 1998, l'era gloriosa 30 anni prima di Haaland
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DALLA SFORTUNA DI USA ’94 ALLA QUALIFICAZIONE A FRANCIA ‘98
Tornata ai Mondiali 56 anni dopo la sua prima volta, ad USA ’94 la Norvegia batte 1-0 il Messico con gol di Rekdal, ma poi perde con lo stesso risultato contro l’Italia di Sacchi, che vince in 10 contro 11 grazie ad una rete di Dino Baggio, e pareggia 0-0 la terza partita con l’Irlanda. Incredibilmente quattro squadre chiudono tutte a 4 punti il girone E e gli scandinavi, penalizzati dal minor numero di reti segnate rispetto alle avversarie (appena uno) salutano il torneo e vengono eliminati.
Sfiorata soltanto la qualificazione ad Euro ’96, la Nazionale scandinava ci riprova nelle qualificazioni ai Mondiali di Francia ’98. Il Ct. è sempre lo stesso, Egil “Drillo” Olsen, e decide di “svecchiare” la rosa per riprovare a ripetere l’impresa di quattro anni prima. Entrano nel gruppo in pianta stabile in particolare due giovani punte: il centravanti Tore André Flo e Ole Gunnar Solskjaer.
Il primo, classe 1973, è il fratello minore del centrocampista Jostein Flo, anch’egli nazionale. Nato a Stryn, è complessivamente il terzo di cinque fratelli, di cui ben tre faranno i calciatori. Ha esordito in Nazionale l’11 ottobre 1995 in una gara amichevole con l’Inghilterra (0-0) e milita (ancora per poco) nell’Eliteserien, il massimo campionato norvegese, dove in forza al Brann sta segnando da qualche anno caterve di reti. Alto un metro e 94 centimetri per 88 chilogrammi di peso forma, è un centravanti longilineo e mobile, in grado di far gol in tutti i modi ma anche di aiutare la squadra con il pressing sui difensori avversari e con le sponde, e di svariare su tutto il fronte offensivo. Ambidestro, sa calciare in porta con entrambi i piedi ed è dotato di una grande elevazione e di un buon fiuto del gol, come dimostrano anche i 15 centri in 28 partite con la Nazionale U21.
Il secondo, suo coetaneo, è più agile e scattante, in virtù del metro e 83 centimetri di altezza per 76 chilogrammi e può disimpegnarsi sia da seconda punta, sia da centrocampista esterno, posizione in cui spesso è utilizzato dal Ct. Olsen nel suo 4-5-1, il modulo base degli scandinavi. Fra le sue caratteristiche c’è anche la freddezza sotto rete, che gli farà guadagnare il soprannome di “Baby-faced Assassin (l'assassino dalla faccia da bambino)”, assegnatagli dai media britannici. Nell’estate del 1996 è approdato in Premier League al Manchester United di Sir Alex Ferguson, che lo ha prelevato dal Molde per una cifra attorno ai 2 milioni di euro.
Flo lo raggiungerà in Inghilterra con un anno di ritardo: nell’estate 1997 su di lui piomba infatti il Chelsea, che sfruttando il fatto che sia in scadenza di contratto con il Brann, lo acquista per circa 300 mila sterline, poco meno di 360 mila euro attuali.
Una cifra a posteriori irrisoria, se si pensa che il buon Tore André, partito nella formazione guidata da Ruud Gullit come ricambio a medio termine per i titolari e veterani Mark Hughes e Gianluca Vialli, dopo aver avuto poco spazio per mettersi in evidenza nella prima parte di stagione, finirà per diventarne un titolare inamovibile e anche in Nazionale confermerà le sue qualità. Anzi, la sua fama inizierà a crescere a livello internazionale proprio con la maglia dei “Leoni”.
Ma andiamo con ordine. Nel giugno del 1996 Flo inizia con la Norvegia il cammino nelle qualificazioni a Francia ’98. Gli scandinavi sono inseriti nel Gruppo 3 con Azerbaigian, Finlandia, Ungheria e Svizzera e all’esordio travolgono 5-0 in casa l’Azerbaigian. A sorpresa è l’inizio di un lungo cammino di imbattibilità, che li porterà diritti per la seconda volta di fila ai Mondiali.
Fra una gara di qualificazione e l’altra, il 29 marzo 1997 a Dubai si gioca l’amichevole fra i padroni di casa degli Emirati Arabi e la Norvegia. Gli scandinavi si impongono con un netto 1-4, ma a fare notizia è la tripletta del loro centravanti, che fino a quel momento aveva realizzato in Nazionale maggiore una sola rete, due anni prima il 29 novembre 1995, in un’altra amichevole con Trinidad&Tobago.
Flo inizia a prendere per mano la Norvegia e due mesi dopo, il 30 maggio è il protagonista della partita che segna di fatto la svolta della sua carriera. I “Leoni” affrontano all’Ullevaal Stadion di Oslo, in amichevole, il Brasile campione del Mondo in carica di Taffarel, Carlos Dunga, Cafu, Roberto Carlos, Leonardo, Ronaldo “Il Fenomeno” e Romario, che ha in panchina la leggenda Mario Zagallo.
Sulla carta una sfida improba. Tutti si aspettano le giocate fenomenali di Ronaldo, invece il mattatore della partita è a sorpresa il centravanti norvegese del Brann. La Norvegia passa al 9’ con un gol di Petter Rudi (carneade nel Perugia di Gaucci 1996/97), abile a raccogliere una palla filtrante di Strandli per aggirare Taffarel e depositare in rete.
Poi sale in cattedra Flo. Su una palla lunga smorzata a centro area da Leonhardsen, il numero 9 gira a rete sotto misura: 2-0 per gli scandinavi, con la difesa verdeoro totalmente sorpresa e il pubblico sugli spalti in estasi che quasi non crede ai propri occhi.
Il Brasile di Zagallo gioca in punta di piedi, non è la solita squadra che domina le partite. Su una palla dalla sinistra di Skammelsrud, leggermente deviata di testa da un compagno, Flo anticipa sulla destra dell’area Roberto Carlos ma calcia debolmente, consentendo a Taffarel di bloccare facilmente la sfera.
Poi la Seleçao reagisce, e al 20’ Djalminha dalla distanza trova la conclusione vincente col sinistro: 2-1. La partita sembra così riaperta, tanto più che poco dopo c’è un contatto sospetto nell’area norvegese fra il difensore norvegese Berg e Ronaldo, fermato con le maniere forti. Per l’arbitro Lodge è tutto regolare, e a quel punto è ancora una volta Flo a prendere per mano i suoi.
Siamo al 33’ e c’è una rapida ripartenza della Norvegia sulla fascia destra. Alf-Inge Haaland (proprio il papà di Herling) strappa il pallone a un avversario ed effettua un rapido traversone in area, Flo aggancia in una frazione di secondo il pallone con il destro e lo scarica in rete con il sinistro. Una “zampata” da bomber che gela la squadra di Zagallo e il pubblico verdeoro sugli spalti.
Nella ripresa al 66’ il solito Romario trova il 3-2 per il Brasile, finalizzando con un un gol una delle sue accelerazioni letali. Tutto è ancora possibile, quando al 76’ arriva l’azione che chiude la partita di Oslo: palla lunga per la testa di Flo, sponda del numero 9 a centro area per l’accorrente Østenstad, che anticipa l’uscita di Taffarel e firma il punto del definitivo 4-2 per gli scandinavi.
Con somma sorpresa di tutti, è la Norvegia di Flo a vincere, mentre Ronaldo non entra quasi mai nel vivo del gioco. Il giorno dopo la storica impresa gran parte della stampa norvegese ha il titolo servito su un piatto d’argento: Flo, autore di 2 gol e un assist contro il Brasile, diventa per tutti “Flonaldo”.
Su di lui inizia a materializzarsi l’interesse di molti club europei, poi, come detto, a spuntarla nel corso dell’estate sarà il Chelsea. Intanto il centravanti inizia magicamente a segnare in Nazionale anche nelle gare ufficiali. In totale nelle qualificazioni a Francia ’98 va a segno 3 volte: il 10 agosto 1997 timbra il cartellino nello 0-4 con la Finlandia, poi il 6 settembre propizia il successo per 0-1 in Azerbaigian, firmando la rete che qualifica ufficialmente la Norvegia a Francia ’98, e il 10 dello stesso mese contribuisce al rotondo 4-0 interno sulla Svizzera.
Trasferitosi al Chelsea, trova progressivamente sempre più spazio e nella stagione 1997/98 totalizza 44 presenze e 15 gol in tutte le competizioni (11 le reti in Premier) con la maglia dei Blues al suo primo anno in Inghilterra e partecipa alle vittorie dei londinesi nella Coppa delle Coppe, in Coppa di Lega e nella Supercoppa Europea.
Intanto la Norvegia chiude il girone 3 di Qualificazione imbattuta al 1° posto con 20 punti, frutto di 6 vittorie e 2 pareggi, lasciandosi alle spalle tutta la concorrenza, e viene inserita nel Gruppo A dei Mondiali francesi, assieme ai campioni del Mondo del Brasile, al Marocco e alla Scozia.
“FLONALDO” E LA NORVEGIA A FRANCIA ’98
L’obiettivo dichiarato in apertura dei Mondiali francesi da parte del Ct. della Norvegia Egil “Drillo” Olsen è di migliorare quanto fatto nella precedente edizione di USA ’94, ovvero di superare la Fase a gironi. Se il primo posto del Gruppo A appare fuori portata e destinato al Brasile campione in carica, gli scandinavi possono sperare nel secondo posto e la successione delle partite gioca in loro favore.
Debutto il 10 giugno 1998 contro il Marocco, seconda gara con la Scozia il 16 giugno e ultima partita il 23 giugno con il Brasile, probabilmente a quel punto già qualificato. Gli scandinavi potrebbero chiudere il discorso già nelle prime due gare, ma incappano in due pareggi consecutivi: 2-2 con il sorprendente Marocco (un autorete di Chippo e un gol di Eggen) e 1-1 con i britannici, partita in cui va a segno Havard Flo, cugino del temuto Tore André.
La situazione del Gruppo A prima dell’ultima giornata recita Brasile (come previsto) in vetta con 6 punti, poi Norvegia 2 e Marocco e Scozia 1. Tutto si decide nell’ultimo turno, con Norvegia-Brasile e lo scontro fratricida Marocco-Scozia. Il 23 giugno 1998, al Velodrome di Marsiglia, nel momento decisivo per gli scandinavi, Tore André Flo riveste per una sera i panni di “Flonaldo”, una sorta di supereroe in pantaloncini e scarpe da calcio.
Ronaldo non punge, e fra i verdeoro, già qualificati agli ottavi, a funzionare è soltanto la catena di sinistra con Roberto Carlos e soprattutto Denilson, in panchina nelle prime due gare, deciso a convincere Zagallo a concedergli una maglia da titolare nel prosieguo della competizione. Dopo un sostanziale equilibrio, il Brasile passa a condurre al 78’. L’azione è tutta di Denilson, che resiste ad un fallo avversario, si rialza, scatta sulla sinistra ed effettua un traversone a centro area dove per Bebeto, lasciato colpevolmente solo, è un gioco da ragazzi infilare di testa l’1-0.
In quel momento il Marocco, che conduce 2-0 sulla Scozia, è qualificato, la Norvegia è fuori dai Mondiali. Ma passano pochi minuti è sul prato del Velodrome si materializza il ciclone “Flonaldo”, vera bestia nera del Brasile. All’83’ Tore André Flo penetra in area dalla sinistra, manda fuori tempo Junior Baiano e con un destro preciso batte Taffarel: 1-1.
I tifosi scandinavi riprendono a sperare, e non è ovviamente finita, perché all’88’ ancora Junior Baiano è autore di una leggera spinta a centro area alle spalle di Flo. Per l’arbitro statunitense Baharmarst è rigore, che il veterano Rekdal trasforma con freddezza un minuto più tardi. Trascinata dal suo centravanti, la Norvegia ce l’ha fatta: chiude 2ª nel Gruppo A con 5 punti e si qualifica agli ottavi di finale.
La squadra di “Drillo” Olsen appare ora un’incognita per chi la affronterà e il tabellone fa sì che a dover sfidare gli scandinavi agli ottavi sia l’Italia di Cesare Maldini. Gli azzurri, infatti, pur con qualche difficoltà nella sfida iniziale con il Cile (2-2 con un rigore generoso trasformato da Roberto Baggio nel finale) staccano a loro volta il pass per la fase ad eliminazione diretta, superando Camerun (3-0) e Austria (2-1) e chiudendo al 1° posto il Gruppo C con 7 punti.
ITALIA-NORVEGIA, VIERI SCACCIA VIA GLI INCUBI SCANDINAVI
Italia-Norvegia, remake fra l’altro del match del girone di USA ’94, terminato 1-0 per gli Azzurri, pur in 10 contro 11 per l’espulsione di Pagliuca, grazie ad una rete di Dino Baggio, si gioca al Velodrome di Marsiglia il 27 giugno 1998.
Come spesso accade la stampa italiana analizza nei giorni precedenti la squadra avversaria e finisce per esaltare il suo centravanti. Tore André Flo viene dipinto come un autentico spauracchio per la difesa italiana, orfana di Alessandro Nesta, infortunatosi gravemente nella gara contro l’Austria. Per di più “I Leoni” sono imbattuti da 17 partite, dal 29 marzo 1997.
Due giorni prima della partita, la “Gazzetta dello Sport” titola: “Attenti a Flonaldo, il fenomeno dei Fiordi”. Nell’articolo trovano spazio anche le parole del centravanti norvegese, che prova a minimizzare sulle sue qualità: «Per noi sarà una partita molto difficile, perché il Brasile non era costretto a vincere, mentre l’Italia lo sarà».
Alla vigilia della gara, il Ct. Olsen rilancia alimentando le paure italiane:
«Chi ricorda la sconfitta del ’94 non ha capito che sarà una partita diversa – dichiara, come riporta “La Stampa” -. Noi abbiamo cambiato poco, l’Italia invece è un’altra squadra e io spero che marchi a uomo perché è una situazione che ci piace. Allora ci sorpresero, attaccando con tanti lanci lunghi, sovvertirono le mie attese: i lanci lunghi erano la mia specialità».
«La vittoria sul Brasile fa pensare che siamo l’incubo del Mondiale. Ma il Brasile non aveva niente da chiedere, mentre l’Italia sa che questa è come una partita di Coppa, o noi o loro».
E su “Flonaldo” non ha dubbi.
«Flo oggi è fra i più bravi del Mondo, non lo cambierei con Ronaldo».
Parole forti, che alimentano la paura italiana. Tanto che un altro quotidiano, “La Repubblica”, si chiede:
«Chi marcherà Flo?», per poi autorispondersi: «Paolo (Maldini, ndc) se ne occuperà». Maldini in quella partita raggiungerà il record azzurro di Antonio Cabrini e Gaetano Scirea, con 18 partite disputate ai Mondiali. Ma non sarà lui a controllare da vicino lo spauracchio norvegese.
Il Ct. Cesare Maldini, infatti, decide di farlo francobollare da Fabio Cannavaro. Che nonostante sia più basso del norvegese, e gli ceda un po’ di centimetri in altezza, non gli darà tregua. Forse è proprio il centrale del Parma l’unico a non sentire particolari pressioni.
«A Wembley ho affrontato Shearer - ricorda nei giorni che precedono la sfida -. Adesso c’è questo Flo e vi dirò dopo la partita se è davvero un fenomeno. Lo rispetto ma non lo temo. In carriera ho affrontato senza complessi decine di attaccanti più alti di me, da Silenzi a Bierhoff. E poi non sono solo: mi aiuteranno i compagni della difesa».
Solo Gianni Mura, dalle colonne de “La Repubblica”, scrive un pezzo dal titolo: “Italia-Norvegia col fiato sospeso. Ma non è il caso di avere paura”. Evidenziando che è una tendenza mediatica tutta italiana quella di ingigantire gli avversari di turno.
Al seguito della Nazionale scandinava arrivano a Marsiglia 111 giornalisti. La Federazione stabilisce anche un premio in denaro di 35 milioni di Lire per la squadra in caso di passaggio del turno. Nell’ambiente della Nazionale scandinava filtra grande ottimismo.
Gli azzurri scendono in campo con il 4-4-2: Bergomi e Fabio Cannavaro sono i due centrali, con Costacurta a destra e Maldini a sinistra. A centrocampo Dino Baggio agisce defilato sulla sinistra, con Moriero ala destra e in mezzo il tandem Albertini-Di Biagio. Davanti Cesare Maldini preferisce Del Piero a Roberto Baggio come partner di Christian Vieri. Solito 4-5-1, invece, per “I Leoni”.
Cannavaro francobolla da subito Flo, mentre in attacco Vieri toglie già al 18’ le castagne dal fuoco agli Azzurri: palla recuperata sulla propria trequarti difensiva e consegnata a Di Biagio, che con un gran lancio in verticale premia lo scatto in profondità del centravanti. Il bomber dell’Atletico Madrid “brucia” in velocità Eggen e da appena dentro l’area fulmina il portiere Grodas con un preciso rasoterra col destro.
Per Bobo è il 5° gol in 4 partite, una media che lo eleva a bomber di caratura internazionale. Alla storia passa anche l’iconica esultanza messa in scena dallo stesso Vieri e da Alex Del Piero, che lungo la fascia laterale si siedono l’uno di fronte all’altro. Vieri sarà anche scelto come copertina di Fifa ’98.
«C’era un caldo da svenimento. Mi sono seduto perché ero stecchito», dirà anni dopo Vieri. E Del Piero aggiungerà: «Io ti ho visto seduto e ti ho seguito. Tutto casuale. Possiamo anche confermarlo».
Per la Norvegia di Olsen un duro colpo. Tanto che il Ct. non riesce a variare il canovaccio tattico che aveva preparato. La Norvegia, pur sotto nel punteggio, continua nella sua trama fitta di passaggi in mezzo al campo, per poi provare a liberare con il lancio lungo Flo.
Con Cannavaro che anticipa sistematicamente lo spauracchio avversario, per gli Azzurri e facile trovare le contromisure. Solo la scarsa vena di giornata di Del Piero impedisce all’Italia di raddoppiare verso lo scadere della prima frazione: al 41’, liberato da Paolo Maldini, il numero 10 azzurro si incunea nella difesa avversaria ma poi calcia in bocca a Grodas in uscita. Cinque minuti dopo, smarcato da un assist di Vieri, tenta un pallonetto dal limite dell’area ma la conclusione è debole e viene intercettata facilmente dal portiere norvegese.
Nella ripresa ancora Del Piero, servito in profondità da Albertini, conclude l’azione con un diagonale che esce fuori di un soffio. Cesare Maldini inserisce Di Livio per Moriero, Pessotto per Albertini e Chiesa per Del Piero.
L’idea è quella di addormentare la partita, ma al 71’ gli scandinavi producono la prima vera palla-gol della partita: scambio fra H. Flo e Mykland, che crossa in area dalla destra. Per la prima volta T. A. Flo anticipa di testa Cannavaro sotto misura ma Pagliuca blocca miracolosamente nei pressi della riga.
Gli ultimi minuti sono sofferti, con gli scandinavi in avanti per il forcing finale alla ricerca del pareggio e gli Azzurri a difendere con le unghie e con i denti il risicato vantaggio. Quando il tedesco Heynemann fischia la fine, sugli spalti del Velodrome e in campo esplode la gioia per la vittoria dell’Italia.
Lo spauracchio “Flonaldo” è stato neutralizzato e la Nazionale ottiene la qualificazione ai quarti di finale di Francia ’98, imponendosi per 1-0. L’euforia italiana sarà tuttavia breve: nei quarti avranno la meglio infatti i padroni di casa transalpini, che si imporranno ai rigori per 4-3, con Di Biagio che fallirà il rigore decisivo, calciandolo sulla traversa.
La Norvegia sarà comunque soddisfatta per aver eguagliato il miglior risultato di sempre ai Mondiali (raggiungimento degli ottavi di finale come nel 1938) e tornerà in patria lasciando un buon ricordo di sé. Pur senza più raggiungere le vette della magica annata per lui 1997/98, il suo giocatore più rappresentativo, Tore André Flo, continuerà a segnare molti gol sia a livello di club che di Nazionale.
Lasciato il Chelsea dopo 4 anni in Inghilterra con 50 gol in 163 partite, e vinta anche un F.A. Cup e uno Charity Shield, Flo andrà dapprima a giocare in Scozia con i Rangers (35 reti in 68 partite) per poi proseguire la carriera di nuovo in Inghilterra col Sunderland (6 centri in 32 partite) e in Italia con il Siena (15 reti in 69 gare in due anni). Indosserà ancora le maglie del Valerenga in patria, poi Leeds United, Milton Keynes Dons e Sogndal.
In Nazionale collezionerà invece in tutto 23 reti in 76 presenze (6° miglior marcatore di sempre a pari merito con il suo coetaneo Solskjaer, raggiunto recentemente anche dal bomber dell’Atletico Madrid Sørloth). Il 14 agosto 2012 all’età di 39 anni, colui che era stato lo spauracchio dell’Italia ai Mondiali ’98 si ritira definitivamente dal calcio giocato. Allenerà le giovanili del Chelsea per diventarne successivamente osservatore e testimonial. In mezzo anche una partecipazione da ballerino al “Ballando con le stelle” norvegese.
IL TABELLINO
VIIª Coppa del Mondo della FIFA – ottavi di finale
Marsiglia, Stadio “Velodrome”
Sabato 27 giugno 1998, ore 16.30
ITALIA-NORVEGIA 1-0
RETE: 18’ Vieri I
ITALIA: Pagliuca; Costacurta, Bergomi, F. Cannavaro, P. Maldini (cap.); Moriero (62’ Di Livio), Albertini (72’ Pessotto), Di Biagio, D. Baggio; Vieri I, Del Piero (77’ Chiesa). Ct. C. Maldini
NORVEGIA: Grodas (cap.); Berg, Eggen, Johnsen, Byornebye; H. Flo (73’ Solskjaer), Mykland, Rekdal, Leonhardsen (12’ Strand, 39’ Solbakken), Riseth; T. A. Flo. Ct. F. Olsen
Arbitro: Heynemann (Germania)
Spettatori: 60 mila circa