Uno streamer in attacco, un tik-toker in porta: in Argentina gioca il Deportivo Riestra, la squadra più pazza di tutte
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Do qualche elemento per chi sentisse questa storia per la prima volta: la squadra è il Deportivo Riestra, una squadra neopromossa, di Buenos Aires. Era la 22esima giornata di campionato e la partita era contro il Velez, attualmente primo in classifica. Provate ad adattare queste coordinate all’Italia: il Como, neopromosso, con alle spalle una società forte, a cinque giornate dalla fine, ospita il Napoli primo, appaiata in classifica a inter e Juve. Ecco il Como decide che tra i titolari in attacco non parte Cutrone, ma parte FAVIJ.
Lo streamer in questione è tale Spreen, 14 milioni di follower tra i vari canali social, che col pallone ci sa fare il giusto, ma che ha così coronato il sogno di una vita, esordire in Primera Division, anche se solo per un paio di minuti. L’allenatore infatti, el Ogro Fabbiani, ex attaccante cult del calcio argentino nei primi anni 2000, l’ha tolto dopo 78’’, non gli ha letteralmente neppure fatto toccare palla.
E’ stata tutta un’operazione di puro marketing, perché Spreen è il volto principale della bevanda energetica SPEED, main sponsor sulla maglie del Deportivo Riestra.
Ok. Questa è la notizia che è diventata virale e che manco a dirlo ha attirato l’incazzatura di tutto il calcio argentino: giocatori della Nazionale e Scaloni hanno condannato l’operazione, facendo riferimento a valori come sacrificio, fatica ecc..
Ma guardando il quadro più grande e lo ripeto, "una squadra di serie A, contro la prima in classifica, fa partire titolare uno streamer", mi ha portato a farmi una semplice, semplicissima domanda: cosa c’è dietro il Deportivo Riestra? La prima risposta che ho ottenuto è che avrei dovuto riformulare la domanda: CHI c’è dietro il Deportivo Riestra? Qui si è aperto un mondo.
Ho iniziato a studiare un po’ il club, a partire dalla rosa e ho scoperto che uno dei tre portieri è un tik toker. Anche qui nessuna formula acchiappa clic: questo è davvero un portiere, ma anche davvero un tik toker. Si chiama Jaime Barcelò e 4 anni fa era rimasto svincolato, a fine contratto con una squadra di Serie D argentina. Ha fatto dunque come qualsiasi altro lavoratore avrebbe fatto. Ha compilato un CV, con statistiche e video e poi l’ha mandato in giro, soprattutto Sud America e Nord Europa. Ha calcolato che visto il freddo, certi paesi avrebbero avuto il calendario sfalsato, come in Argentina. Alla fine ha accettato un’offerta dalla serie C Finlandese, dove sotto consiglio della sua ragazza ha iniziato a condividere sui social la propria vita da portiere. Nel giro di 3 anni ha raggiunto i 600mila follower e soprattutto si è guadagnato la possibilità di tornare in Argentina.
Poi ho allargato ancor di più l’inquadratura, dalla squadra sono passato alla società e qui ho trovato l’uomo dietro a tutto, il responsabile del miracolo o disgrazia, a seconda dei casi, Deportivo Riestra. L’avvocato Victor Stinfale.
Non immaginatevi uno stile simil Avvocato del nostro calcio, pensate più all’avvocato Saul di Breaking Bad. E’ un uomo d’affari, ufficialmente un consulente del club, praticamente il proprietario.
Per inquadrare Stinfale, che si legge come si scrive, prima del calcio, basta una frase, pronunciata da lui stesso: "Se Hitler mi desse un milione di dollari, difenderei anche lui”. Provocatorio, non ironico. Nella sua carriera da legale, Stinfale ha difeso criminali acclarati, come i capi de Las Barras Bravas, il tifo più caldo, di Boca Juniors e RIver Plate. Ma ha difeso anche personaggi come il trafficante di armi siriano Monzer Al Kassar o il noto rapinatore di Banche e furgoni portavalori Luis El Gordo Valor. Vi Basta?
I link con il calcio sono due: uno diretto, lui stesso è stato un calciatore mancato, ha giocato nel Nueva Chicago, arrivando anche a fare due comparse da panchinaro in Primera Division a metà degli anni 80. L’altro indiretto, è stato difensore e poi grande amico di Diego Armando Maradona.
Diego è una figura decisiva nell’ascesa del Deportivo Riestra, che viene acquisita da Stinfale nel 2012, quando è in Serie D e che in 5 anni porta in serie B. Da subito, l’avvocato usa Maradona per dare senso al proprio investimento. Usa la sua presenza per attirare telecamere, quindi attenzioni, quindi sponsor. Stinfale nomina Maradona allenatore emerito, gli fa dirigere alcuni allenamenti, gli fa fare il discorso pre partita negli spogliatoi, come l’arringa nel giorno della finale promozione in serie B e poi lo ospita nel palco vip a vedere le partite.
La tattica funziona: oggi il Deportivo Riestra veste Adidas, come solo il River, il San Lorenzo e la Nazionale, in tutto il calcio argentino. Ma Stinfale non si ferma, fa le cose in grande: compra il centro sportivo La Candela, ex casa del Boca Juniors, dove si allenato anche lo stesso Maradona da giocatore e lo fa diventare una struttura moderna, facendo mettere in ogni stanza dei giocatori, una gigantografia del Pibe de Oro.
Se un po’ avete capito la personalità di Stinfale, non vi sorprenderà sapere che entra e molto, anche nella gestione tecnica della squadra. Nei ritiri pre campionato fa fare alla squadra 4 allenamenti al giorno, con necessaria sveglia alle 3-4 del mattino. Ma non solo, negli spogliatoi impone che si ascolti musica elettronica, altra sua grande passione, che qualche anno fa gli costò 70 giorni di carcere, quando si rifiutò di testimoniare a processo, in un'indagine su un festival, da lui organizzato, in cui morirono 5 ragazzi.
Sugli affari e le manovre del calcio argentino, l’avvocato Victor ha un peso enorme, basti pensare che lo stadio del Riestra, el Guillermo Laza, che nasce a 385 metri da quello del San Lorenzo, ha solo 3 mila posti, sembra davvero un campo di categoria, dove le aree hanno misure diverse (vedere foto dal drone). Il minimo previsto dalla legge argentina, per ospitare partite di Serie A, dovrebbero essere 15mila posti. Indovinate un po’ quale squadra ha ottenuto una delega per giocare comunque nel proprio stadio? Esatto.
Se un pochino ho acceso la vostra curiosità, fatevelo un giro sui social per cercare questa squadra, troverete una divisa da gioco Adidas, nera, con sul retro la scritta IRAK. Uno sponsor? Assolutamente no. IRAK è banalmente la squadra amatoriale dove Stinfale gioca in settimana. Immaginatevi Fabregas che fa scrivere sulla maglia del Como “Castelcorvo”, nome (inventato da me) della squadra dei suoi calcetti il mercoledì post allenamento. Sul davanti, come già anticipato, trovate invece la scritta SPEED, la bevanda energetica pubblicizzata dallo streamer. Indovinate ora: chi è il proprietario dell’azienda che produce quell’energy drink?