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    Atalanta-Juve col pubblico, il lato oscuro: cori irripetibili, tensioni tra ultras e assembramenti

    Atalanta-Juve col pubblico, il lato oscuro: cori irripetibili, tensioni tra ultras e assembramenti

    • Nicola Balice, inviato a Reggio Emilia
    Prove di normalità, non è ancora il calcio dei tifosi ma si rivede un calcio con i tifosi. E già la prima partita, importante, vada come vada, ripropone il bello e il brutto del calcio con i tifosi. Il bello è facile da immaginare, vivere una partita che finalmente propone boati e sussulti dagli spalti rende lo spettacolo semplicemente più bello. Anche per i giocatori in campo, che ritrovano nel pubblico quell'accompagnamento che può servire anche per drizzare le antenne. Ti giri a destra e trovi i tifosi della Juve, ti giri a sinistra e ci sono quelli dell'Atalanta, entrambe le curve vivono la loro sfida nella sfida, tra un coro e uno sfottò. E questo è bello, bellissimo. È calcio. Quando segnano le squadre, poi, è una festa. 

    L'ALTRA FACCIA. Poi però c'è anche il lato oscuro della medaglia. Dentro lo stadio, qualche coro di troppo di cui non si sentiva proprio la mancanza, nemmeno da ripetere. Fuori dallo stadio, pur essendoci poche migliaia di spettatori previste al Mapei Stadium, si è rivelato necessario il coinvolgimento delle forze dell'ordine per consentire ad alcuni tifosi dell'Atalanta di raggiungere il proprio settore perché accerchiati (leggi qui) da ultras bianconeri che hanno pure provato a interrompere il loro percorso con fumogeni e razzi. Insomma, non è cambiato niente nemmeno dopo un anno e due mesi di porte chiuse. E in fondo non impareremo mai cosa significa il divieto di assembramento: 500 tifosi alla vigilia sotto l'hotel dell'Atalanta, un centinaio questo pomeriggio a recar visita alla Juve. Non si dovrebbe fare, non si doveva fare. E pure sugli spalti, specialmente nel settore bergamasco, non sembra che sia stato rispettato il distanziamento previsto. Certo, oggi al Mapei sono tutti vaccinati, negativi da non più di 48 ore o guariti dal Covid negli ultimi sei mesi: però per fare in modo che questo sia solo un primo passo e non un evento eccezionale, dovremmo essere tutti più responsabili. Anche perché, che bello il calcio con i tifosi sugli spalti.

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