Elliott sembra Berlusconi: ecco perché il calciomercato del Milan è 'paralizzato'
La cosa più incredibile è quello che commentò l’allenatore del Milan all’epoca delle parole del presidente. “Solo i giovani non bastano per essere competitivi”. Sapete chi era l’allenatore in quell’estate? Esatto, avete indovinato, proprio Leonardo. Lo stesso che per questo mercato di riparazione aveva in mano l’accordo con Ibrahimovic e Fabregas, accordo che Singer in versione Berlusconi ha fatto saltare a causa dell’età troppo avanzata dei due rinforzi.
E’ davvero incredibile come questa discrasia tra input della proprietà e intenzioni della dirigenza sulla linea guida degli acquisti si ripeta a distanza di 10 anni. Fatto sta che in mezzo c’è l’immediato futuro del Milan e la necessità di centrare il quarto posto per tornare in Champions League e dunque nel calcio che conta. A livello sportivo, ma soprattutto economico. La linea Ibra-Fabregas sarebbe stata un’ottima scorciatoia. Soprattutto in ossequio ai paletti imposti dall’Uefa e sbandierati in continuazione dalla società rossonera. La strada dei “giovani” invece è produttiva sul lungo periodo, ma non dà garanzie per l’immediato e soprattutto è molto costosa. Il Milan si è potuto permettere un solo “Paquetà” e ha già scatenato i controlli dell’Uefa senza avere certezze sul suo repentino inserimento e rendimento.
Questo “contrasto interno” acuito dall’arrivo di Gazidis, che ovviamente rappresenta le intenzioni del “fondo” ha paralizzato il mercato del Milan. E adesso Leonardo è costretto a inventarsi qualcosa per colmare le numerose lacune. Il rischio concreto è ridursi anche stavolta ad aspettare i... 3 giorni del Condor.