Vincere in Champions League, non è mai facile.

Vincere in trasferta, in casa dei campioni di Russia dopo essere andati in vantaggio per due volte e per due volte essere stati raggiunti, significa avere carattere.

E, se una grande squadra si vede anche dal suo carattere, il nuovo Milan può ritornare una grande squadra.

E' questo il messaggio forte e chiaro che arriva stasera da San Pietroburgo dove i rossoneri hanno colto una vittoria il cui valore  va ben al di là dei primi tre punti nella classifica del girone.

 El Shaarawy, al quinto gol nelle ultime tre partite, due autoreti e le strepitose parate di Abbiati hanno terribilmente inguaiato Spalletti e lo Zenit che già non si sentivano troppo bene dopo la sconfitta di Malaga. Il Faraone, classe 1992, si è caricato sulle spalle il Milan e lo sta letteralmente trascinando fuori dalla crisi. 

A San Pietroburgo, primi venti minuti scintillanti, micidiale uno-due rossonero e poi, il prepotente ritorno dello Zenit nel segno di Hulk, l'uomo che ha spaccato lo spogliatoio per via del megaingaggio inviso ai compagni, sino all'epilogo fortunoso, certo, ma caparbiamente voluto e trovato da Pazzini.

Sono queste le vittorie che caricano una squadra, ne accrescono l'autostima, la lanciano verso il futuro e il futuro del Milan si chiama derby.

Se Via Turati lascia lavorare in pace Allegri e Galliani non ripete di avere costruito una squadra da scudetto, i rossoneri non potranno che migliorare ancora. L'importante è non prendersi per il naso. E, soprattutto, non prendere per il naso i tifosi. In estate hanno già dato.

Xavier Jacobelli

Diorettore Editoriale www.calciomercato.com