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  • Manchester City, Estiarte: 'Guardiola sognava l'Italia, ma mancano i progetti. Vi racconto l'operazione Alvarez'

    Manchester City, Estiarte: 'Guardiola sognava l'Italia, ma mancano i progetti. Vi racconto l'operazione Alvarez'

    Manuel Estiarte, ex pallanotista e oggi uomo di fiducia e collaboratore di Guardiola al Manchester City, è intervenuto ai microfoni di Radio Bruno Firenze. Queste sono le sue parole: "L'incontro lavorativo con Guardiola è stato inaspettato. Nasce dalla fiducia di due amici e dall'avere in comune la visione dello sport. Abitavamo vicini. Quando lui iniziò a Barcellona mi chiamò dicendomi che nel calcio di poche persone ci si può fidare e che è un mondo bastardo. Ma mai avrei immaginato un'esperienza così lunga. Le scelte tecniche è chiaro che sono sue. Ma quando ci incontriamo la mattina mi chiede sempre come vedo il gruppo. I rapporti in uno spogliatoio sono cruciali, c'è competitività e se sei scontento perché non giochi si vede. A Barcellona avevamo fior fiore di giocatori. Ma dopo la prima settimana ti accorgi che sono persone normali con problemi e ansie come tutti gli altri.

    UN CALCIO DIVERSO - La grande differenza oggi la fa ciò che ruota intorno ai giocatori. Giornalisti, procuratori... Questa è la maggior differenza rispetto allo sport di 30 anni fa. Oggi i procuratori non vogliono il bene sportivo di un giocatore, vogliono il bene economico. Julian Alvarez? Non so quanto sia stata forte la Fiorentina su di lui. Noi siamo stati molto veloci. In pochi parlavano di lui prima del Mondiale, il nostro scout in Sudamerica ci ha portato lui e Gabriel Jesus, è stato bravo.

    L'IMPORTANZA DELLE STRUTTURE - Viola Park? Il centro sportivo all'altezza è un primo passo. Il centro sportivo significa cantera. 10 campi li distribuisci con le varie selezioni. E curi dal principio tutti i ragazzi. Avere un centro sportivo all'altezza è il primo passo di una grande società. In Italia c'è paura a far giocare i giovani, non ci sono progetti. Si pensa solo a vincere o perdere. Poi è chiaro che se dopo 3 anni le cose vanno male qualcosa va cambiato. Calcio italiano? Noi lo seguiamo. Pep adora l'Italia e la cultura italiana, ne parliamo spesso. Il suo sogno era lavorare in Italia. Ma ad oggi le tifoserie comandano le società, i campi sono fatiscenti, i problemi sono diversi. In Inghilterra la cultura è totalmente diversa, in settimana ti fanno lavorare bene. In Italia e Spagna si scrive tutti i giorni, e questo toglie un po' di comodità al lavoro. La critica ci sta, ci mancherebbe. Ma bisogna capire se la critica è costruttiva o meno.

    LAVORARE CON GUARDIOLA - Pep ha una grande forza: ha sempre convinto i suoi calciatori della bontà del suo calcio. la domanda che faccio io è: vuoi avere la palla con te o no? Come ti diverti di più? Vuoi restare dietro guardando e basta? Ecco il punto della questione. Haaland? Ci ha scelto da un grosso pool di squadre. Il Barcellona e il Real non potevano prenderlo per diversi motivi. E lui ci ha scelti, e noi non potevamo dire di no. Ha tutte le più grandi qualità umane. Questo è fondamentale, il lato mentale oggi è importantissimo, bisogna sapere da subito che tipo sia un calciatore.

    PEP E CARLETTO - Mazzone e Pep? Guardiola ha un'ammirazione paterna per lui. Quando arrivammo in finale di Champions la prima volta con Barça la prima persona che chiamò da invitare allo stadio fu proprio Carletto

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