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Romamania: il rimpianto più grande

Romamania: il rimpianto più grande

Difficile capire se il peggio sia realmente passato. La Roma continua ad alternare alti e bassi con una velocità inspiegabile. Le ultime due gare di campionato contro Carpi e a Palermo hanno regalato a Garcia due vittorie, sei punti, 9 reti segnate e la tranquillità di passare la sosta delle nazionali senza troppi patemi. D'altro canto non si possono dimenticare il pareggio con il Sassuolo e la sconfitta, assurda, contro il Bate Borisov.

Risollevarsi in Champions è un'impresa da titani - servirebbe battere il Bayer Leverkusen sia in casa sia fuori e prendersi una rivincita contro i bielorussi tra le mura amiche dell'Olimpico -, ma se la massima competizione europea non è certo l'obiettivo principale di Totti e compagni (anche se passare i gironi garantirebbe, oltre che un passo in avanti sostanziale nelle gerarchie europee, un ritorno economico che dalle parti di Boston desiderano), il dubbio atroce rimane il campionato. 

Per due anni la Roma ha fatto la corsa su una corazzata irraggiungibile. Una Juve che non ha mai fallito, non ha mai dato segni di cedimento, non ha mai lasciato un briciolo di speranza alla rincorsa giallorossa. In questo campionato Garcia ha la più grande delle occasioni: un torneo equilibrato. L'Inter di Mancini, pur senza coppe, non sembra una corazzata insuperabile, tanto che dopo la batosta contro la Fiorentina si è fermata anche a Genova. La stessa Viola sta mostrando sicuramente un bel gioco, ma da qui a vincere lo scudetto ce ne passa. 

C'è il Napoli di Sarri che sta registrando i movimenti e gli schemi imposti dal mister ex Empoli, ma tutte le pretendenti sembrano ancora essere cantieri aperti con i lavori in corso. Non c'è una squadra "ammazzacampionato" e se la Roma non dovesse sfruttare quest'opportunità per giocarsela almeno fino alla fine, il rimpianto sarebbe enorme. 

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