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  • Serie A, gol a raffica. Merito degli attaccanti o colpa dei difensori? Parlano Virdis, Boninsegna, Galderisi e Cagni

    Serie A, gol a raffica. Merito degli attaccanti o colpa dei difensori? Parlano Virdis, Boninsegna, Galderisi e Cagni

    • Gianluca Minchiotti

    Si segna tanto in Serie A in questa stagione. Mai così tanto da quando il massimo campionato è passato a 20 squadre (nella stagione 2004-2005). Nelle prime 15 giornate sono state finora realizzate 406 reti, ben 47 in più dello stesso periodo nella scorsa stagione. Il precedente record, considerando i tornei a 20 squadre dal 2004 in poi, risale al 2005-2006, quando si segnarono 395 gol a questo punto. Una media significativa (27 gol a giornata), che se mantenuta fino alle fine porterebbe a superare il tetto dei 1.000 gol stagionali, con buona pace dei portieri. 

    A cosa è dovuto questo incremento nelle realizzazioni? Renzo Ulivieri, decano degli allenatori e presidente dell'Assoallenatori, non ha dubbi: "E' in atto un cambio di mentalità ed è una novita' importante per il calcio italiano. Sta passando il messaggio che il risultato va ricercato con il bel gioco. Non semplicemente distruggendo quello dell'avversario. Si gioca di più in attacco e contro difese poco chiuse. C'è più coraggio nel modo in cui gli allenatori preparano le partite e non ci rassegna, nemmeno quando ci si trova in svantaggio. I tecnici sentono il desiderio di giocarsela a viso aperto fino in fondo".

    Su questo tema, ai microfoni di Calciomercato.com si confrontano

    Pietro Paolo Virdis, ex attaccante di Milan, Juventus, Cagliari, Udinese e Lecce, 365 presenze e 101 gol in Serie A: "Credo che in effetti parte del merito vada assegnata ai nuovi allenatori, in gran parte giovani, che si stanno mettendo in evidenza in Serie A. E poi c'è una nuova generazione di attaccanti che sta spuntando, a partire naturalmente da El Shaarawy, attuale capocannoniere della massima serie. A me piace pensare che sia così, spero che non sia perché i difensori sono diventati più scarsi".

    Luigi Cagni, ex difensore e allenatore con una lunga esperienza in Serie A e in Serie B, sulle panchiine di Piacenza, Verona, Genoa, Sampdoria, Empoli, Parma e Vicenza: "La causa principale, a mio avviso, va ricercata nella scarsa qualità dei difensori. Adesso è più facile fare gol, perché i difensori commettono tanti errori, troppi, e sono carenti nelle conoscenze fondamentali che riguardano il loro ruolo".

    Roberto Boninsegna, ex attaccante di Inter, Juventus, Cagliari e Verona, 366 partite e 163 gol in Serie A: "La mentalità secondo me è sempre quella. Io credo che la causa principale sia che nessuno ormai marca gli attaccanti. Al di là della bravura delle punte, si vedono svarioni clamorosi in difesa. Ormai, con  le difese a zona, è l'attaccante che sceglie da chi essere marcato, spostandosi a destra o a sinistra del fronte d'attacco. Ai miei tempi, avevo sempre su di me un marcatore fisso, lo stopper o il terzino, e poi, in seconda battuta, c'era anche il libero. Oggi mi sarei divertito molto di più a giocare... e a segnare!".

    Giuseppe Galderisi, ex attaccante di Juventus, Verona, Milan, Lazio e Padova, 368 gare e 88 gol fra A e B: "Stiamo assistendo a un campionato di Serie A molto vivace. Anche le cosiddette provinciali cercano sempre di fare la partita, senza chiudersi. Si prendono più rischi rispetto al passato. Magari nella seconda parte del torneo, quando i punti diventeranno più pesanti, vedremo qualche gol in meno, ma non è detto. E' una buona cosa per il calcio italiano, da sempre tacciato di difensivismo. Ora abbiamo spostato l'asticella un po' più in alto, e proponiamo un calcio più offensivo, a tutti i livelli. Colpa dei difensori? No, non credo. Oggi le squadre organizzate, che sono tante, non difendono più solo con i difensori, ma con tutti gli elementi. E gli attaccanti, oltre a fare gol, sono anche i primi a difendere".

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