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  • Catania: società in campo per l'operazione salvataggio

    Catania: società in campo per l'operazione salvataggio

    • Chiara Greco
    Il Catania calcio, con a capo il nuovo presidente Gianluca Astorina, affiancato dal neoeletto amministratore delegato Giuseppe Di Natale, approfitta dello stop per risolvere il nodo cessione così da evitare il fallimento della matricola 11700 e il pagamento degli stipendi arretrati, senza tralasciare la situazione prestiti e contratti in scadenza al giugno prossimo. 

    PAROLA D'ORDINE "SALDARE" - “Questo è un periodo importante per il futuro del Catania, stiamo lavorando molto intensamente. Adesso ci siamo attivati per la risoluzione di alcune problematiche, tra cui il pagamento degli stipendi nel più breve tempo possibile"; queste le parole dell'ad etneo, che intanto valuta anche la situazione contrattuale dei giocatori. Si avvicina, infatti, il 30 giugno, data in cui andranno a scadenza Biagianti, Marchese, Beleck, Esposito e Rizzo (il cui contratto è stato firmato per un solo anno), e, in base alle decisioni Fifa sulla ripresa del campionato, bisognerà rivedere anche i prestiti in entrata e uscita. Tra questi Capanni che dovrebbe tornare a casa Milan; Angiulli, ceduto in prestito senza diritto di riscatto alla Sambenedettese (squadra in cui il ragazzo vorrebbe proseguire la sua carriera); Mujkic, ora tra gli sloveni del Dekani, e Sarno ceduto in prestito con obbligo di riscatto in favore della Triestina, al raggiungimento delle 5 presenze in maglia alabardata, fermo restando però che se il campionato dovesse essere sospeso definitivamente per questa stagione, l'attaccante dovrebbe rientrare tra gli etnei. Infine restano in stand-by le opzioni per il riscatto di Pecorino (Milan) e Distefano (Lazio) che se andassero in porto, frutterebbero al Catania una cifra di poco inferiore al milione di euro. 

    RILANCIO - Vendere al più presto è diventato il "must" dei rossoazzurri che, in seguito alla messa in liquidazione di Finaria, non hanno altra via d'uscita per evitare il fallimento. L'ad Di Natale è stato chiaro: “Il Calcio Catania è legato a Finaria e viceversa, c’è la possibilità che la cessione avvenga attraverso una procedura competitiva, non escludiamo però l'ingresso di nuovi soci, ma trattasi di uno scenario un po' più complesso; resta il fatto però che tutte le valutazioni spettano ai commissari e al Tribunale”. Dopo il fallimento della precedente trattativa proposta dall'imprenditore Follieri, la società ha valutato l'offerta della cordata locale promossa dal Comitato di Maurizio Pellegrino e Fabio Pagliara, pari a due milioni di euro con l’impegno non indifferente di assorbire per intero il monte debiti del club, rispettando le spese altrettanto ingenti legate al mutuo di Torre del Grifo (pacchetto complessivo da oltre 50 milioni di euro) e predisponendo un piano industriale triennale; quest'ultima però è stata rifiutata dal Cda etneo perché considerata troppo bassa. Il presidente Astorina, inoltre, non ha escluso l'ipotesi asta, che si verificherebbe solo qualora l'ulteriore proposta presentata dal gruppo catanese, o anche altre da soggetti non locali, non si rivelassero congrue alle richieste societarie. La cordata etnea proprio in queste ore ha alzato la posta in gioco, offrendo cinque milioni di euro; dunque mentre la corsa contro il tempo continua, la speranza dell' intera città è che la soluzione non arrivi troppo tardi così da non vanificare tutti gli sforzi fatti soprattutto negli ultimi cinque anni di militanza in serie C, combattendo per la promozione e sfiorandola per ben due volte.

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