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Gabbiadini Italia Nazionale smorfia
Gianluca Minchiotti04 apr 2025, 11:47
Ultimi aggiornamenti: 26 giu 2025, 19:03

Che fine ha fatto Gabbiadini? "A Dubai che caldo, il calcio vero mi manca. Se potessi rigiocare Italia-Svezia..."

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Manolo Gabbiadini, attaccante classe 1991, ex Nazionale (13 presenze e 2 goal), per quanto riguarda i club legato soprattutto ai colori della Sampdoria (176 presenze e 52 reti), ora sotto contratto con l'Al-Nasr, a Dubai, si racconta alla Gazzetta dello Sport. Di seguito alcuni passaggi dell'intervista. 

Manolo, perché Dubai? 
"Nel giugno 2023 la Samp fu molto chiara: per problemi economici doveva vendermi. Il mio ciclo lì era finito. Ranieri mi chiamò per portarmi a Cagliari, però il club sperava di strappare un prestito. Non volevo aspettare gli ultimi giorni di mercato. Poi arrivò l’offerta da Dubai. È stata ovviamente una scelta di vita più che sportiva: alla mia età era giusto pensare anche al contratto". 

Come si svolge la giornata? 
"Adesso (le 13.30 italiane di ieri, le 15.30 a Dubai, ndr) ci sono 36 gradi. Gli allenamenti sono alle 16.30 in inverno e poi vengono spostati progressivamente in avanti in base alla temperatura. Durante il Ramadan ci si allena alle 21 e si va a letto tardissimo. Noi abitiamo vicino alla Palma di Jumeirah e per andare al campo mi basta poco più di un quarto d’ora. Ma se c’è traffico ci metto 40-45 minuti". 

Le manca il calcio vero? 
"Certo. Mi mancano soprattutto i tifosi. Qui il calcio è molto seguito, ma allo stadio spesso c’è poca gente anche per le temperature: a volte giochi con 500 spettatori, poi magari in una sfida importante sono 30.000. Mi capita di ripensare a Marassi o al clima delle trasferte, a quelle emozioni. Mi sono dovuto adeguare ai ritmi. In Italia se il ritrovo nello spogliatoio è alle 15, con un minuto di ritardo prendi la multa. Qui i puntuali sono due o tre. Ma poi in allenamento e partita vanno tutti forte, altrimenti vengono cacciati. Io sono bergamasco, precisino, ma se prendi tutto seriamente diventi matto. Così ho imparato ad apprezzare tante cose. Come dicono loro: scialla. O enjoy". 

Qual è stato il Manolo più forte? 
"Forse quello del 2014-15, stagione a metà tra Samp e Napoli, con 15 gol in A. Ho bei ricordi di tutte le tappe. Il settore giovanile dell’Atalanta e l’esordio quando ancora non ero pronto. L’esplosione a Bologna dove ho conosciuto Martina. L‘incredibile affetto dei tifosi della Samp, con cui mi sentirò sempre in debito: sono preoccupato per la classifica. I due anni di Napoli che mi sembrano dieci per la quantità di calore e di bellezza che ho trovato. E poi la Premier: a 14 anni quando conobbi Silvio Pagliari, il mio procuratore, gli dissi che un giorno avrei voluto giocare lì e mi rispose che se lo sarebbe segnato sull’agenda. Il giorno che firmai per il Southampton coronai quel sogno: è stata un’esperienza incredibile". 

Il dispiacere più grande è l’eliminazione contro la Svezia al playoff Mondiale? 
"Se potessi cambiare una cosa, sarebbe quel risultato. Una botta incredibile per tutta l’Italia". 

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