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  • Coppa Uefa storia italiana: dalla Juve '77 al Parma '99, ora tocca all'Inter vincere la prima Europa League

    Coppa Uefa storia italiana: dalla Juve '77 al Parma '99, ora tocca all'Inter vincere la prima Europa League

    • Furio Zara
      Furio Zara
    Due nomi - Coppa Uefa poi Europa League - e una storia. Quella di una competizione che - in anni felici per il nostro movimento - ha spesso sorriso ai club italiani. Da quando è stata inventata (1971-72) abbiamo portato a casa 9 edizioni (siamo secondi con l'Inghilterra, prima è la Spagna con 11) vincendo con quattro squadre diverse: Juventus e Inter (3 a testa), Parma (2) e Napoli (1) ma portando in finale la borghesia buona della Serie A, cioè Fiorentina, Roma, Torino e Lazio. Precisazione: l'ultima vittoria risale al 1999, quando il Parma di Malesani a Mosca surclassò il Marsiglia (3-0). All'epoca era ancora Coppa Uefa, ergo: l’Europa League all'Italia manca ancora, ci prova l'Inter che già ha vinto nel 1998 (finale secca, 3-0 alla Lazio), nel 1994 (andata e ritorno, due volte 1-0 con il Salisburgo) e infine nel 1991 (andata e ritorno con la Roma, 2-0 e 0-1). 

    LA JUVE TUTTA ITALIANA - Nel ripercorrere la storia della Coppa Uefa con prospettiva italiana, il punto di partenza è sicuramente il 1977. Prima squadra italiana in finale, primo trionfo dopo quattro finali perse (due in Coppa delle Fiere, una in Coppa Campioni e una in Intercontinentale) per la Juventus. E’ la Juve made in Italy di Trapattoni, la squadra di Benetti regista e il miglior Bettega di sempre, di Tardelli e Furino, Scirea e Cuccureddu. E’ la Juve - una delle più amate dai tifosi - che nella doppia finale contro i baschi dell'Athletic Bilbao vince la prima a Torino (1-0, Tardelli che esulta alla Tardelli. Prove generali dell’Urlo, che replicherà contro l'Inghilterra agli Europei del 1980 e renderà immortale due anni dopo nella notte del Bernabeu) e perde tenendo dritta la barra al ritorno (2-1 al Sant Mames, gol di Bettega); in una sfida che assume fin da subito risvolti epici, per come i bianconeri (ma quelle sera la Juve indossa una divisa blu di clamorosa bellezza) sono capaci di resistere agli assalti avversari. Boniperti raccontò di essere uscito venti minuti prima del fischio finale - era una sua abitudine, spesso se ne andava all'intervallo - perché «aveva paura che il cuore gli andasse in corto circuito». Occhio: quattro giorni dopo quella finale la Juventus va a Genova, batte 2-0 la Sampdoria e vince lo scudetto, un solo punto avanti al Torino.

    IL DECENNIO D'ORO: MARADONA, MATTHAUS E BUFFON - Dall’edizione 1988-89 al 1998-99 l'Italia vive il suo momento d'oro. E’ un decennio favoloso, che premia la qualità di un campionato dove - per davvero - le prime sei-sette squadre possono dettare legge nel secondo salotto d'Europa (in Coppa dei Campioni quelli sono gli anni vincenti del Milan di Sacchi e poi Capello). Comunque: vinciamo solo noi. Otto coppe Uefa in bacheca, ma il dato clamoroso - e che fotografa perfettamente un'epoca - è un altro. Per tre volte in quegli anni la finale di Coppa Uefa è tutta italiana. Juventus-Fiorentina nel 1990, alla vigilia dell’estate delle Notti Magiche e dei sogni spezzati (ma ancora non lo sappiamo), Inter-Roma l'anno successivo e Parma-Juventus nel 1995. Dominiamo perché - banalmente - abbiamo i fuoriclasse più quotati. Sono coppe segnate da campioni che hanno fatto la storia del calcio: Maradona, Careca, Baggio, Vialli, Matthaus, Bergkamp, Ronaldo il Fenomeno, Cannavaro, Thuram, Buffon, tutta gente che impreziosisce la nostra Serie A e contribuisce a fare del movimento italiano il più vincente di quegli anni. 

    LA SUPREMAZIA DEI NOSTRI ALLENATORI - E’ anche - questo va detto - la conferma della supremazia tattica dei nostri migliori allenatori, che in quel decennio dei ’90 viaggiano davvero con un ritmo diverso rispetto ai colleghi. Basta scorrere la lista dei vincitori per rendersi conto della qualità degli uomini che allora sedevano nelle panchine dei club italiani: dal 1989 al 1999 alzano la coppa Bianchi, Zoff, Trapattoni due volte (una con l'Inter e l'altra con la Juventus), Scala, Simoni, Malesani. E’ una scuola di grandi cattedratici, allenatori seri, solidi, con un percorso professionale credibile e con idee di calcio mai banali. Per la cronaca: una coppa la vince anche Gianpiero Marini con l’Inter (1994, era subentrato a Bagnoli a campionato in corso).

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