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  • Il Weah del 2000: Davies strega la MLS

    Il Weah del 2000: Davies strega la MLS

    • Angelo Taglieri
    Il 2 novembre del 2000 era un giovedì. George Weah, dopo anni gloriosi tra Monaco, PSG e Milan, è sul viale del tramonto, ma non rinuncia a dare calci ad un pallone. Con la maglia del Marsiglia addosso si apprestava a sfidare il Rennes, dopo aver pareggiato (e segnato) contro lo Strasburgo. Quello stesso giovedì, nella sua Monrovia, in Liberia, nasceva Alphonso Davies. Di professione attaccante, è sulla bocca di tutti negli States visto il suo esordio in MLS con la maglia dei Vancouver Whitecaps: entrato al 77' nella sfida contro Orlando, è stato il secondo più giovane a mettere piede in campo con i suoi 15 anni e 275 giorni. Chi è il primo? Freddy Adu, che debutto con il DC United a 14 anni e 306 giorni nel 2004. Oltre al debutto in campionato, è sceso in campo anche contro il Crystal Palace in amichevole, catturando già le attenzioni di Alan Pardew.

    SULLE ORME DI KING GEORGE - Proprio quando Adu metteva piede in campo, Davies lasciava la sua Liberia per Edmonton, in Canada. Guerra civile lasciata alle spalle; ora tranquillità, pace e un pallone. Cresce con gli Edmonton Strikers, poi il volo a Vancouver (foto Twitter Whitecaps), nonostante la madre spinga per la carriera scolastica e non quella calcistica. Pedigree differente da quello di Weah, che i primi calci li ha dati in patria, con l'Invincible Eleven, realizzando 24 gol in 23 partite. 

    PIU' WEAH CHE ADU -  178 cm (destinati inesorabilmente ad aumentare), fiuto del gol, potenza, mancino più che educato e grande velocità: ha tutto per ricordare King George, leggenda del calcio africano. Già nel giro dell'Under 20 del Canada, cresce con i Whitecaps, realizzando 6 gol in 12 partite con l'Under 16 e 3 in 5 partite con l'Under 18. In gol, anche, nella USL (una sorta di campionato riserve) con i Whitecaps II contro i LA Galaxy II (il più giovane marcatore della storia della competizione): le premesse fanno ben sperare. Al momento, con i grandi, parte dall'esterno, ma per lui è disegnato un futuro da centravanti. Con la speranza per il ragazzo (e per il calcio in generale), di seguire le orme di Weah e non quelle del desaparecido Adu. 

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