Juventus-Kelly, male la prima: l'infortunio può chiudere subito una stagione flop
C'è un'immagine che ritorna spesso quando si pensa a Lloyd Kelly con la maglia della Juventus: quella di un corridore che parte in ritardo, inciampa, si rialza, accenna una progressione, ma viene tradito, dal proprio stesso corpo, prima del traguardo. La corsa, almeno per ora, è rimasta un’illusione. La notizia dell’ennesimo stop - di ieri la notizia della lesione di basso grado al bicipite femorale della coscia destra - ha l’amaro sapore di un addio anticipato al finale di stagione. Tra dieci giorni si capirà meglio, ma l’impressione è che il sipario sia già calato.
4 MESI - Arrivato a gennaio, dopo i ko ravvicinati di Bremer e Cabal, Kelly è stata la classica panic move: una scelta urgente, dettata dall’emergenza più che da un disegno a lungo termine. Cristiano Giuntoli ha deciso di puntare su di lui sperando che l’adattamento fosse rapido, magari silenzioso, ma utile. Il prezzo, però, ha fatto rumore: fino a 27,5 milioni di euro tra parte fissa e bonus potenziali. E la pazienza, si sa, è una merce rara quando l’investimento è alto e il tempo stringe. In campo, Kelly ha messo insieme 1099 minuti tra Champions League, Coppa Italia e Serie A. Ha alternato prove solide ad errori pesanti. Eppure qualcosa, tra le righe, si intravedeva: un’idea, un passo, una certa compostezza nell’uno contro uno. Il problema è che a Torino, il tempo per “costruire” è concesso solo ai vincenti. Tutti gli altri devono imparare in fretta. Troppo in fretta.
IL COSTO AL MINUTO - Se si osserva la vicenda con la freddezza dei numeri, il bilancio è impietoso: circa 25.023 euro a minuto giocato (calcolati sui 27,5 milioni di euro spesi e i 1099 minuti disputati). Una cifra che racconta molto più di quanto possano fare le statistiche difensive o le percentuali di passaggi riusciti. È il prezzo della fretta, della necessità, del rischio che non diventa mai intuizione. È anche il prezzo di un investimento che, al momento, ha dato pochissimo in cambio.
RESTERA' - Certo, sarebbe ingeneroso ridurre un calciatore al suo cartellino. Kelly ha mostrato di voler lottare, di voler far parte di qualcosa. Ma nel calcio di vertice, le storie belle non bastano da sole. Servono partite vinte, errori evitati, muscoli che reggono. Ora resta l’attesa. La speranza che il responso fra dieci giorni lasci aperto uno spiraglio, anche minimo, per rientrare almeno sul finale. Ma la sensazione è che l’esperienza di Kelly alla Juventus, per quanto non conclusa, abbia già preso una piega malinconica. Come certe stagioni in cui il vento soffia contro, e allora fai fatica pure ad andare avanti. Per Lloyd, comunque, sarà per la prossima stagione: non lascerà la Juve, a meno che non arrivi un'offerta fuori il suo mercato attuale. Impensabile, ad oggi.
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