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  • Jacobelli: la grandezza della Juve, la classe di Del Piero, la pochezza degli arbitri, la Fiorentina tartassata

    Jacobelli: la grandezza della Juve, la classe di Del Piero, la pochezza degli arbitri, la Fiorentina tartassata

    Il secondo scudetto consecutivo della Juve sigilla un biennio eccezionale durante il quale, forza e bravura, tecnica e agonismo, motivazioni e orgoglio si son mescolati in un mix unico da cui è scaturito lo strapotere bianconero.

    I numeri che schiacciano le parole (miglior difesa del campionato, secondo attacco,maggior numro di vittorie, minor numero di sconfitte e di pareggi), i record inanellati, la capacità di far finta che in panchina non ci fosse il demiurgo durante la sua squalifica, tanto ingiusta quanto assurda poichè comminata senza lo straccio di una prova: la grandezza della Juve si specchia nella bravura di Antonio Conte, Capitano della Juve di Lippi, degno epigono di Lippi.

    Ripetersi a questi livelli non è mai facile. Diventa possibile se funziona il gioco di squadra anche a livello di società e tifosi. Così è stato. Senza dimenticare quanto importante sia il fattore Juventus Stadium: un'autentica miniera d'oro in termini di passione, entusiasmo, pienoni, fatturato. Un unicum del calcio italiano che, all'inizio della stagione 2014-2015 troverà a Udine un altro modello esemplare. Il problema sono i ritardi delle altre società che, non certo per colpa loro, devono arrabattarsi com impianti osboleti e fatiscenti. Ma questo è un altro discorso.

    C'è, invece, un inossidabile filo bianconero che, da Sydney a Torino, lega Alessandro Del Piero alla squadra della quale è stato e resterà sempre il totem. Il messaggio che l'ex Capitano ha lanciato ai Campioni d'Italia è un concentrato di classe e di eleganza, di passione e di orgoglio che confermano quanto sia unico il fuoriclasse trevigiano. 

    La grandezza della Juve contrasta con la pochezza degli arbitri, la cui mediocrità tecnica è deprimente. Romeo, a Torino ha regalato il rigore che ha messo di nuovo nei guai il Palermo, ma il vero obbrobrio è stato firmato da Mazzoleni, ieri sera a Firenze. La squadra viola aveva diritto a un rigore evidente e De Rossi, già ammonito,  doveva essere espulso per il suo fallo di mani.  La Fiorentina è stata cornuta e mazziata: Ljajic è stato squalificato per due giornate, Montella è stato multato e diffidato per avere protestato, lui che non protesta mai, ma che, giustamente, non potrva passare sotto silenzio il disastro di Mazzoleni.

    Il quale, è lo stesso della finale pechinese di Supercoppa fra Juve e Napoli, quando sbagliò di tutto er cacciò tre giocatori del Napoli più Mazzarri; è lo stesso che in marzo indusse il presidente del Pescara a presentare un espsto alla Procura Federale per la sua direzione: Mazozleni negò un rigore agli abruzzesi durante la gara con il Chievo e, secondo Sebastiani, dopo la partita disse: così imparate a parlare meglio in settimana. Aspettando di sapere che cosa deciderà la giustizia sportiva, sarebeb già un passo avanti apprendere che Mazzoleni non dirigerà più sino a fine anno. Peccato sia solo una pia illusione.

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com 

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