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  • Liverpool, Klopp e la rinascita dell'8° anno: con questo Salah tremano anche City e Arsenal

    Liverpool, Klopp e la rinascita dell'8° anno: con questo Salah tremano anche City e Arsenal

    • Fausto Vassoney
    Chi si aspettava un duello tutto spagnolo in vetta alla Premier League, dando (giustificatamente) speranze di vittoria soltanto al Manchester City di Guardiola e all'Arsenal di Arteta, aveva fatto i conti senza l'oste. L'oste in questione - anzi il "Gastwirt" per dirlo alla tedesca - è Jurgen Klopp, vecchia volpe che visti i recenti passi falsi delle dirette rivali, si candida con il suo Liverpool per la vittoria del campionato inglese. Per correttezza, tra le contendenti occorrerebbe aggiungere anche l'Aston Villa, 3° in classifica e reduce da una combo incredibile (1-0 al City e all'Arsenal in 4 giorni), oppure il Tottenham (che nelle ultime 4 giornate ha fatto harakiri). La verità è che la squadra sola al comando della Premier è oggi il Liverpool, che si gode il frutto della sua mentalità aggressiva e mai arrendevole.

    MAI ARRENDERSI - I 9 risultati utili consecutivi (6 vittorie e 3 pareggi) messi in fila dai Reds nelle ultime 9 di campionato sono solo il risultato di una mentalità che porta gli uomini di Klopp a non darsi mai per vinti, nemmeno quando il risultato dice l'esatto contrario di quello che si era messo in preventivo. E' infatti emblematico il dato legato alle "vittorie dell'ultimo minuto" che hanno consegnato al Liverpool un risultato positivo all'ultimo respiro, nel recupero o comunque dopo l'80' minuto. Basti pensare che 4 degli ultimi 6 risultati in Premier sono stati decisi da un gol vittoria o un gol del pareggio segnato dopo l'80'. Si ricordano in particolare il 4-3 contro il Fulham (Endo all'87' e Alexander-Arnold all'88'), ma anche l'1-1 contro il Manchster City (Alexander-Arnold all'80') e l'1-1 contro il Luton Town (Luis Diaz all'95'). Senza dimenticare l'ultimo episodio in ordine di tempo, con l'1-2 in casa del Crystal Palace arrivato in rimonta con il gol decisivo di Elliott al 91'. Insomma, il Liverpool non si arrende mai: una mentalità frutto della filosofia inculcata da Klopp, predicando aggressività (il cosiddetto "Gegenpressing") e grinta.

    200 VOLTE SALAH - Se si dovesse eleggere un nome a cui attribuire una buona parte delle fortune di questa squadra, la scelta non potrebbe non ricadere su Mohamed Salah, pilastro, perno e freccia dei Reds. Sono suoi 11 dei 36 gol siglati in campionato dalla formazione inglese, dato che lo catapulta al secondo posto dietro al solo Haaland per reti in Premier League e lo rende per distacco il miglior marcatore della rosa (2° posto per Jota e Nunez con 4 gol). Se a questo si aggiunge il fatto che il gol segnato contro il Crystal Palace (suo anche l'assist per Elliott) rappresenta il 150° in Premier League e al contempo il 200° con la maglia del Liverpool, si capisce molto del ruolo dell'egiziano all'interno delle conquiste di Klopp. E pensare che in estate molti gridavano allo scandalo quando sia lui che il Liverpool - a più riprese - rifiutavano le faraoniche offerte dalla compagine saudita dell'Al Ittihad, rispedendo al mittente ben 150 milioni di euro per il cartellino e oltre 200 all'anno per l'ingaggio. Questo perché l'unica entità faraonica che aveva il permesso di varcare le porte di Anfield non erano certo i soldi, ma un fenomeno con il numero 11 sulla maglia. E forse anche in nome di quella "resistenza" che in questo caso si è riflettuta, oltre al campo, anche sul mercato.
    PER IL TITOLO - Il binomio Klopp-Liverpool si è dimostrato negli anni un accostamento più che azzeccato. Non solo tanti trofei (1 Premier League, 1 Champions, 1 Supercoppa Europea, 1 Community Shield, 1 Coppa di Lega, 1 Coppa d'Inghilterra, 1 Mondiale per club e 2 premi di Miglior Allenatore dell'Anno), ma anche la costruzione di un'identità. Le conquiste di Klopp e il suo legame con Anfield non si sono lasciate scalfire neanche da quella "Maledizione del 7° anno" che come un metronomo si è ripresentata puntuale in ogni esperienza del tedesco in panchina. Al Mainz (2001-2008), dopo 7 anni, a una storica promozione in Bundes era poi seguita un'amara retrocessione. Al Borussia Dotmund (2008-2015), sempre al 7° anno, alle conquiste di 2 Campionati Tedeschi, 2 Supercoppe di Germania e una finale di Champions, era seguito un anno di lotta per non retrocedere e un 7° posto finale. Stessa storia al Liverpool (2015-attuale), con il 7° anno che si è concluso con un deludente 5° posto. Con una sola, piccola, ma importantissima differenza. Questa volta, al contrario delle esperienze con Mainz e Borussia Dortmund, Klopp ha deciso di affrontare la "maledizione" e provare ad andare oltre. Oggi, al suo 8° anno alla guida del Liverpool, Klopp si trova solo in vetta alla Premier: sul suo cammino sono ancora molti gli ostacoli e rispondono ai nomi di Haaland, Saka, Watkins, Son... Ma sognare un epilogo da libri di storia non è vietato...

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