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  • Sampmania: Roma-Sampdoria è un pomeriggio in gelateria quando sei a dieta

    Sampmania: Roma-Sampdoria è un pomeriggio in gelateria quando sei a dieta

    • Lorenzo Montaldo
    Da qualche mese ho iniziato una sorta di ‘dieta’. Niente di estremo, semplicemente si tratta di limitare dolci e schifezze varie. Ieri pomeriggio ho accompagnato un amico in gelateria. Ha preso uno straordinario cono gusto cremino e semifreddo alla nocciola, una roba da piangere. Io niente, mi sono limitato a respirare il profumo che c’era dentro al negozio. Ecco, vedere Roma-Sampdoria è stato un po’ come accompagnare un amico in gelateria quando sei a dieta. Annusi, annusi, ti riempi bocca e narici di quel gusto zuccherino che aleggia nell’aria, ma alla fine non mangi niente e ti fai del nervoso. La differenza è che io posso evitare di entrare nelle pasticcerie e nei luoghi di tentazione, la Sampdoria no.

    Per quasi un’ora di gioco ho assaporato l’idea di sprofondare in una vaschetta di gelato gusto salvezza. Quando la partita è finita, però, mi è rimasto solo il rammarico, e una sensazione latente di diffusa insoddisfazione e delusione. Il Doria sceso in campo all’Olimpico era molto diverso rispetto a quello che ha approcciato l’Inter: squadra decisamente più tonica, maggiormente convinta e ordinata. La partita è stata godibile, con più occasioni della Roma, ma anche la Samp ha risposto alle chance giallorosse grazie ad un paio di colpi che avrebbero virtualmente potuto conferire la mazzata definitiva alla squadra della Capitale. Nonostante ciò, continuo a considerare questo campionato falsato e questo calcio semplicemente un surrogato del vero pallone, ma è un altro discorso. 

    Comunque il regalone della formazione di Fonseca a Gabbiadini, che peraltro ha messo dentro un pallone difficilissimo considerando la posizione da cui ha calciato, aveva indirizzato la gara sui migliori binari possibili. Audero nel primo tempo aveva parato tutto il parabile, l’intervento su Dzeko ad esempio era stato da applausi, ma più in generale tutto lo schieramento blucerchiato era parso ben bilanciato e accorto. Tonelli e Yoshida sembravano decisamente meglio rispetto alla coppia formata dal giapponese e da Colley, il terzetto composto da Ekdal, Linetty e Thorsby aveva garantito maggior spessore al centrocampo, e sulle fasce Jankto sembrava tornato quello di Udine mentre Depaoli si è confermato forse come l’unico acquisto azzeccato della sessione estiva. Gabbiadini in avanti, oltretutto, ha ben altro peso rispetto allo spaesato La Gumina di Milano.

    E poi? Poi è venuto a galla quello che è il principale difetto strutturale della squadra blucerchiata, ossia la totale assenza di alternative all’altezza tra i giocatori in panchina. Non puoi disputare novanta minuti tre volte a settimana con undici-dodici effettivi, considerando anche che  gli inamovibili già di loro per un motivo o per l’altro non possiedono la capacità di reggere l’intero arco della gara. La Samp dura sempre un tempo, forse qualcosa in più. Oramai è una costante. Di solito comincia a giri bassissimi e sale nella ripresa, questa volta ha tentato la partenza sprint ma a metà percorso è andata in riserva, e dopo un’ora ha finito la benzina. Risultato? Tutti a piedi a spingere. Alla fine, la differenza sta semplicemente lì. La Roma mette dentro Pellegrini, Cristante, Under, e si affida al colpo di classe del suo elemento più rappresentativo, Ranieri si volta verso la panchina e cerca di ‘fare un po’ di casino’. Abbiamo sentito tutti la dichiarazione pizzicata dai microfoni, e credo che sia esplicativa. Fortuna che il turno di campionato è stato propizio, altrimenti quello di ieri sarebbe stato un mercoledì sera tremendo dal punto di vista del morale e della classifica.

    Le due giocate di Dzeko sono state da grande calciatore, mi pare evidente, ma la disattenzione da terza categoria del duo di centrali in occasione del secondo gol è la perfetta sintesi del livello di concentrazione medio della squadra. A commettere l’errore non sono stati Colley o Thorsby, ma due ragazzi di trenta e passa anni con centinaia e centinaia di partite da professionisti alle spalle. Due da cui una tale disattenzione non te l’aspetti proprio. Leggo molti additare anche Audero tra i colpevoli sulle due marcature avversarie, onestamente non sono così sicuro di poter attribuire al portiere responsabilità particolari in tali circostanze. Tentare l’uscita lì si poteva? Non lo so, forse sì, forse no, ma penso che probabilmente l’80% dei portieri si sarebbe affidato all’esperienza di giocatori come Yoshida e Tonelli, chiamati a non far passare mai e poi mai quel pallone. 

    Non sono d’accordo neppure con chi accusa Ranieri di gestione sbagliata dei cambi, anche perché, mi ripeto, è difficile prendere decisioni quando semplicemente non ci sono alternative tra cui scegliere. A furia di ribadire che il campionato della Sampdoria inizia oggi, alla 28° giornata, ce ne siamo autoconvinti. Ora però auguriamoci che sia sul serio così. Credo che le formazioni messe in campo dal mister tra lo scorso week end e ieri fossero tutte calibrate su Sampdoria-Bologna di domenica. Ecco, lì i cali di tensione non saranno ammessi. Questo probabilmente anche gli irriducibili ottimisti dovranno ammetterlo, volenti o no. Io dal canto mio non entrerò più in gelaterie, pasticcerie o panifici vari, però la Samp un po’ di gelato dovrà farcelo mangiare, dopo tanta… sofferenza, ingoiata sino ad oggi.

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