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  • Ulivieri ironico: 'Mazzarri? Sta sulle palle a tutti. Quando ammetterà una sconfitta stapperò lo champagne'

    Ulivieri ironico: 'Mazzarri? Sta sulle palle a tutti. Quando ammetterà una sconfitta stapperò lo champagne'

    Lunga intervista a La Gazzetta dello Sport a Renzo Ulivieri, presidente degli allenatori: "Aveva già iniziato a farmi da osservatore, ai tempi di Bologna: era bravissimo, perché coglieva l’essenza delle cose e sapeva scriverla. I giornalisti nella conferenza della vigilia mi chiedevano che tipo di partita sarebbe stata e rispondevo sventolando le sue relazioni: "Chiedete a Mazzarri, decide lui come si gioca". Per lui litigai anche, e fu l’unica volta, con Oriali: continuava a spedirlo in Argentina a vedere giocatori, ma a me serviva che andasse a studiare le nostre avversarie. Scriveva per me, ma era come se lo facesse anche per se stesso ed era meticoloso al limite del palloso, e io che calcisticamente parlando do del palloso a qualcuno è tutto dire. Più di una volta gli ho detto anche: "Walter, tu stai sulle palle praticamente a tutti gli allenatori e più o meno a tutti gli arbitri: vedi di fare qualcosa". "Vede mister - mi risponde sempre - il mio mestiere non è stare simpatico, ma fare punti e andare bene ai miei giocatori. E andare bene vuol dire avere un rapporto serio, mica stargli simpatico'". Che poi lui sarebbe anche simpatico: non come me, a battute vinco ancora 10-0, ma fuori dal campo ci si può anche ridere. In campo molto meno, diciamo che sul lavoro è spontaneamente antipatico. "Mazzarri è fatto così", si dice ormai. Esatto: all’inizio della carriera forse si mascherava un po’, ma lui è fatto così, esattamente come lo si vede oggi. Però i giocatori li sa conquistare, perché ha il senso del rapporto individuale, oltre che di squadra. Ci sono regole di gruppo, ma poi i rapporti sono con gli individui e ai miei giocatori l’ho sempre detto: vi tratterò ognuno in modo diverso dagli altri. Credo che in questo Mazzarri sia un buon psicologo, anche perché lavora molto sul rapporto, 'studia' il confronto con i suoi giocatori, non ci arriva mai impreparato. Però, se devo dire se è più psicologo o più tattico, non ho dubbi: lui è un tattico esagerato  la partita la gioca anche lui, gli piace infilarcisi dentro, determinarla. E c’è un errore di fondo: è stato fatto passare per un maestro delle ripartenze, e in effetti le sue sono micidiali, soprattutto quelle medie da centrocampo, ma è riduttivo pensare che Mazzarri sia tutto qui, perché il suo calcio è fatto anche di costruzione, di manovra. Ora gli manca solo una cosa: prima della fine dei miei giorni, in un’intervista dopo una sconfitta, vorrei sentirgli dire 'Abbiamo perso perché gli altri sono stati più bravi di noi'. Lo so bene che lo fa per difendere la squadra, è la sua ossessione: ma quel giorno, lo giuro, stappo una bottiglia di champagne".

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