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  • Viktoria Plzen, quanti colpi low cost!

    Viktoria Plzen, quanti colpi low cost!

    • Luca Cassia

    Plzen e pilsner rappresentano un gaudente connubio per i turisti recatisi nella Boemia occidentale. Ma la città ceca, oltre ai boccali di birra e al quartier generale di un noto complesso industriale, è anche sede del Viktoria, club che nella scorsa annata ha festeggiato il centenario di fondazione. I tifosi del Milan la ricorderanno per averne incrociato le armi proprio nella stagione 2011/12, fase a gironi della Champions League dove i boemi chiusero terzi davanti al Bate Borisov catapultandosi in Europa League (eliminati poi dal Twente).

    Per una società che vanta 101 anni di storia, tre titoli nazionali non riempiono certo una bacheca alquanto misera. Ma trattandosi di trofei maturati nell’ultimo triennio, nel capoluogo gotico si augurano che l’alchimia sia finalmente quella vincente. Effettivamente lo dimostrano i primi quattro mesi del nuovo corso dei Viktorka, in patria e in Europa: nella Gambrinus Liga, torneo il cui sponsor celebra un’altra “bionda” prodotta sempre a Plzeň, i rossoblù sono campioni d’inverno davanti a Jablonec e alla corazzata Sparta Praga, un’istituzione nell’ex Cecoslovacchia. Le conferme si rinnovano nell’attuale Europa League, palcoscenico ottenuto dopo i preliminari estivi vinti contro i georgiani del Met'alurgi Rustavi, i polacchi del Ruch Chorzów e i belgi del Lokeren. Avversarie quanto mai abbordabili, decisamente meno banale un girone (il B) con i campioni in carica dell’Atletico Madrid, i portoghesi dell’Académica e l’ Hapoel Tel-Aviv. A 90’ dal termine delle ostilità, i cechi sono già qualificati e millantano uno dei reparti offensivi più pungenti dell’intera competizione, quello che accoglierà l’Atletico Madrid allo stadio Města Plzně per il primato nel gruppo.

    Dal 2008 il tecnico del Viktoria Plzeň è Pavel Vrba, 48enne che festeggerà a breve le 150 panchine più gloriose nella storia del club. Sotto la sua guida, tra gli altri, hanno militato tre talenti da poco migrati in Germania quali l’ala Petržela (Augsburg), il jolly Jiráček (Amburgo) e il mancino Pilař (Wolfsburg).

    In un’ottica che privilegia la presenza ceca con soli sei stranieri in rosa, Vrba ha disegnato il suo collettivo secondo un 4-2-3-1 di mourinhana memoria. Il pezzo pregiato è indubbiamente Vladimír Darida, centrocampista classe ’90 già accostato all’idolo nazionale Tomáš Rosický e appetito dal Borussia Dortmund, squadra dove si consacrò proprio il piccolo Mozart. La frontiera rossoblù amalgama esperienza e linea verde, terreno fertile per colpi low cost e già palestra giovanile di Čech, Nedvěd e Berger. Altri prospetti di rilievo sono il 21enne Hanousek, trequartista che ritroverà il campo ad aprile (rottura del legamento crociato), il terzino Řezník e gli esterni Hora e Štípek. Per l’usato sicuro hanno un buon indice di gradimento i laterali difensivi Rajtoral e Limberský, il fantasista Kolář e lo slovacco Bakoš, punta determinante in Europa con tre reti al pari del capitano Horváth, istrionico 37enne che meriterebbe un capitolo a parte.

    Potenziali rivali di Inter, Lazio o Napoli a partire dai sedicesimi di finale, saranno oggetto di analisi nella sfida con i colchoneros. Da seguire sorseggiando una pinta dorata, amara e delicata. Rigorosamente ceca.


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