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  • Atalantamania: l’Euro-Lombardia è solo nerazzurra… e João Pedro?

    Atalantamania: l’Euro-Lombardia è solo nerazzurra… e João Pedro?

    • Marina Belotti
    ‘Calma, mi vida, con calma, che nulla è necessario se stiamo camminando insieme’: suona così il ritornello del tormentone dell’estate 2019. A cantarlo è 
    Pedro Capó, ma al microfono potrebbe benissimo esserci il capo delle trame delle ultime di mercato nerazzurro, João Pedro. Nonostante i tre anni che lo legano ancora alla realtà sarda e la flemma orobica, sembra abbia già fatto armi e bagagli per volare verso i 43° gradi lombardi: l’estate 2019 è bollente tra Milano e Bergamo, ma sulla sponda rossonera è piombata una doccia gelata.
     
    MILAN SPETTATORE - San Siro, il cui futuro è in stand-by dopo la notizia delle Olimpiadi 2026 a Milano, ospiterà concerti per tutta l’estate e, alla ripresa del campionato, altre grandi orecchie saranno in ascolto, quelle della Coppa più bella di tutte. Ma il Milan non vi prenderà parte, nemmeno all’Europa minore e, nonostante traspaia un certo sollievo in superficie perché così i conti tornano, Conti & Co sarebbero stati più contenti di tornare a Bergamo. Kessie, Caldara e il terzino bergamasco avrebbero infatti più che meritato la Champions League, già raggiunta peraltro con la maglia nerazzurra nel 2017, quando ancora il quarto posto non catapultava l’Italia tra le grandi. L’anno scorso l’ebbe vinta il Milan, che condannò la Dea ai preliminari ma che forse, senza saperlo, proprio grazie a quell’esclusione, le regalò il fronte unico di un campionato da Champions. E rivincita sia, come quella del Toro, che fermò la Dea e fece bene nello sprint finale. Si dice in giro che prossimamente verranno organizzati transfer Milano-Bergamo/Reggio Emilia: per non perdersi le gare da Champions ma non far salire le vendite ai nemici di sangue, tra settembre e dicembre sono attesi centinaia di rossoneri al fianco dell’Atalanta.
     
    SARDO ALLA BERGAMASCA - E se la Lombardia nell’Europa più bella è a tinte nerazzurre, di che colore si vestirà il trequartista brasiliano João Pedro? Dopo cinque anni sull’isola, il ventisettenne sente il bisogno di prendere il largo spiegando le vele, e anche il perché è facile da spiegare. Ottimo rigorista e con sole sette reti all’attivo nell’ultima stagione, il veterano cagliaritano della Serie A (108 presenze totali), a Bergamo raggiungerebbe l’apice della sua carriera con la Champions, anche se difficilmente da protagonista. Molto più probabile che abbandoni ogni pretesa di mantenere il ‘10’ e si metta al servizio del capitano Gomez, un rinforzo di lusso alla stregua di Muriel per Zapata. Considerati poi i nemmeno ottocentomila euro che guadagna a stagione nel capoluogo sardo, João Pedro scalpita e aspetta solo l’ok degli orobici. Dopo i 18 milioni per Muriel (15 + 3 di bonus), ce ne sarebbero quindi altri 8 da versare. Ma, come detto tra il serio e il faceto nel prologo, l’Atalanta non ha fretta e chiuderà questa trattativa con molta calma. Sul piatto della bilancia infatti c’è anche Federico Mattiello, il terzino toscano che piace a Maran e di cui il Cagliari ha un disperato bisogno.
     
    DEA IN-DIFESA - E, a proposito di terzini, la Dea non sa ancora che pesci pigliare in difesa e teme qualche buco nell’acqua. Se con il fantasista João Pedro- lanciato in Italia dal Palermo proprio come Ilicic (i rosanero portano bene alla Dea) - l’Atalanta sarebbe quasi al completo in avanti,in difesa c’è più di uno strappo da sanare perché se il 29 agosto uscisse il Barça sarebbero Messi non poco alle strette. Gian Marco Ferrari del Sassuolo, Kevin Bonifazi del Torino, Davide Biraschi del Genoa, Denis Vavro del Copenaghen e Marcao del Galatasaray, rimangono però solo nomi sul taccuino nerazzurro. All’Atalanta per il momento interessa solo confermare le sue 7 Meraviglie: i veterani Toloi e Masiello, i lanciatissimi Palomino e Djimsiti, i punti interrogativi ma prossimi all’esclamazione Ibanez e Varnier e soprattutto Mancini, che vale almeno 25 milioni e vuole restare tanto in azzurro quanto in nerazzurro. Nessuna probabile nuova entrata quindi, ma non è una buona idea né una lieta novella per i tanti tifosi che ricordano fin troppo bene gli svarioni in fase arretrata. Ma dopo il dietrofront del nostalgico Buffon, anche tra i pali non restano alternative se non contare sull’usato sicuro: le capacità del 'Gollo' di parare a ritmo e la voglia di tornare alla ribalta in patria di Sportiello. Per i due tante società bussano alla porta, ma la loro preferita resta quella del ‘Gewiss Stadium’. 

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