Cittadinanza italiana a Patrick Zaki: la Camera approva la mozione, ora tocca al Governo
Adesso la palla passa al Governo che dovrà “avviare tempestivamente, mediante le competenti istituzioni, le necessarie verifiche al fine di conferire a Patrick Zaki la cittadinanza italiana”. La Camera ha inoltre impegnato l’esecutivo “a continuare a monitorare lo svolgimento delle udienze processuali a carico di Zaki e le sue condizioni di detenzione”.
Il giovane ragazzo nato a Mansura nel 1991 è in prigione in Egitto dal 7 febbraio 2020, giorno in cui era tornato nella sua madrepatria per far visita ai parenti. I capi d’accusa formulati nel suo mandato d’arresto sono minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento alle proteste illegali, sovversione, diffusione di false notizie, propaganda per il terrorismo. Sotto accusa ci sono alcuni suoi post pubblicati su Facebook giudicati pericolosi e falsi dal governo del Cairo. Per ora è condannato a due anni di reclusione ma, visto l’andamento della faccenda, è probabile che la detenzione possa prolungarsi ulteriormente. Zaki, studente dell’università di Bologna, lavorava per l’Egyptian Initiative for Personal Rights, organizzazione di cui era ricercatore e per la quale si occupava di diritti umani e di genere.
La cittadinanza italiana rappresenterebbe quantomeno un segnale di forte vicinanza dell’Italia a Patrick. Tuttavia, servirà un lavoro diplomatico a più ampio respiro per cercare di dare una svolta positiva a una vicenda dai tratti ancora molto oscuri.