E' morto Jair, uno dei simboli della Grande Inter
Ha deciso, in particolare, la finale della Coppa dei Campioni del 1965, vinta a Milano contro il Benfica di Eusebio e che ha regalato al presidente nerazzurro Angelo Moratti il secondo successo continentale. Oltre a questa notte magica, ci sono 119 presenze totali, 39 goal, un'altra Coppa dei Campioni (quella del 1964 strappata al Real Madrid di Puskas, Di Stefano e Gento), tre Scudetti e due Coppe Intercontinentali.
La notizia della sua scomparsa è stata data dalla Portuguesa, squadra nella quale aveva mosso i primi passi e per la quale aveva giocato dal 1960 al 1962, prima di trasferirsi in Italia e all'Inter. La sua esperienza nerazzurra si interrompe nel 1967, col trasferimento alla Roma (23 presenze e 2 reti), ma un anno dopo è di nuovo a Milano e, sotto la guida di Eugenio Bersellini, conquista l'ultimo Scudetto della sua carriera, chiusa in patria col Santos. Vanta pure una presenza nella Seleçao – un'amichevole contro il Galles – ma nel 1962, convocato ma mai impiegato, vince il Mondiale disputato in Cile.
L'Inter ha voluto ricordarlo così: "É scomparso Jair. Ala destra dal dribbling fenomenale, ha vinto tutto con la Grande Inter. Quattro campionati, due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali, un posto nell’eternità di una squadra leggendaria. Il Club si stringe alla sua famiglia in questo momento difficile".
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