
Inter, come gioca il Barcellona e che pericoli può creare: così Inzaghi può battere Flick
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Che l’Inter non arrivi in condizioni ottimali è un eufemismo: l’ultima settimana per Inzaghi ed i suoi uomini è stata una novità per un gruppo che negli ultimi anni ha avuto pochi rapporti con le sconfitte, e collezionarne tre in una settimana, tanto pesanti da pregiudicare la testa del Campionato e l’accesso alla finale di Coppa Italia (peraltro in un derby), avrà fatto scattare più di un campanello d’allarme alla Pinetina. La sensazione di una squadra stanca per le oltre cinquanta gare disputate e con una rotazione degli uomini forse non sempre ottimale sul lungo termine deve essere rapidamente allontanata perché i blaugrana, quest’anno, sono davvero una gran bella squadra.
L'ALLENATORE - Hansi Flick, sessant’anni, tedesco di Heidelberg, è stato l’allenatore prescelto per riportare il Barca in alto, dopo che negli ultimi anni, anche a causa delle note difficoltà economiche, il club sembrava un po' perso tra i ricordi del recente passato e la difficoltà di fronteggiare le ristrettezze legate ad un debito stimato in quasi due miliardi di euro. Il manager tedesco è approdato in Catalogna dopo aver vinto con il Bayern Monaco, tra le altre, una Champions League, una Supercoppa Europea ed un Mondiale per Club.
Convinto sostenitore del 4-2-3-1, utilizzato lungo tutta la sua esperienza da allenatore, dal suo arrivo in blaugrana è riuscito a creare un legame tra il possesso palla e la verticalità, riuscendo di fatto in quanto provato, senza successo, da diversi allenatori che dopo l’epoca di Pep Guardiola si sono seduti sulla panchina catalana.
PROBABILE FORMAZIONE - Il 4-2-3-1 è lo schieramento base dei blaugrana. Gli infortuni di Balde, Casadò e Lewandovski obbligano Flick ad adattare il proprio schema tattico in funzione dei giocatori che li sostituiranno. In porta ci sarà l’ex juventino Szczesny, che dopo il ritiro annunciato la scorsa estate ha accettato l’offerta del Barca e sta disputando una stagione di assoluto livello.
I centrali di difesa sono Cubarsì e Martinez. Cubarsì è uno dei tanti frutti della Masia blaugrana, appena diciottenne, dotato di grande tecnica e velocità, che si abbina alla perfezione con il basco Martinez, trentatreenne di grande struttura fisica e piedi buoni. Sulla destra ci sarà Koundè, uno tra i migliori nella finale di Coppa del Re disputata sabato: giocatore veloce, abile nell’uno contro uno, bravo in spinta ed in fase difensiva. A sinistra ci si aspetta di vedere ancora in campo Gerard Martin, buon laterale, ma forse l’anello debole della linea difensiva.
I due mediani davanti la difesa saranno quasi sicuramente De Jong e Pedri; l’olandese ha una visione di gioco eccellente e detta i tempi della manovra blaugrana, mentre lo spagnolo, nonostante abbia solo ventidue anni, è un centrocampista in grado di fare tutto: costruisce il gioco, si inserisce, segna. Il talento non manca sulla trequarti: i nerazzurri dovranno vedersela contro il baby fenomeno Lamine Yamal, Raphina e probabilmente Fermin Lopez (che potrebbe essere preferito a Dani Olmo). Yamal e Raphina fanno della rapidità e del dribbling il loro punto di forza, senza dimenticare la facilità di calcio dalla media distanza. Lopez invece è un centrocampista che, grazie alla sua dinamicità, può giocare anche a supporto della punta: potrebbe essere la scelta di Flick per garantire maggiore densità in fase di non possesso rispetto a quanto potrebbe garantire Dani Olmo.
Con Lewandowski ai box, il centravanti sarà Ferràn Torres: con caratteristiche completamenti diverse rispetto al polacco, lo spagnolo è un altro giocatore tecnico, veloce, ed abile nel dribbling (e con una media realizzativa in questa stagione di un gol ogni novanta minuti).

COME GIOCA IL BARCELLONA - In fase di possesso, l’impostazione è affidata ai centrali Cubarsì e Martinez, mentre gli esterni Koundè e Martin si alzano sulla linea dei mediani per creare profondità; Lopez abbassa la sua posizione davanti ai mediani dando ai difensori in possesso di palla un ventaglio di soluzioni che varia dall’appoggio semplice alla giocata più profonda. La squadra di Flick cerca di superare la prima linea di pressione avversaria per spostare il proprio possesso palla negli ultimi quaranta metri.
Con lo sviluppo laterale su Yamal in genere c’è il supporto di Koundè in sovrapposizione, mentre Raphinha è sostenuto dal movimento a supporto di Lopez. De Jong e Pedri non hanno una posizione fissa, alternandosi nel sostegno alla costruzione, ed in particolar modo lo spagnolo cerca gli inserimenti senza palla. Ferràn Torres in costruzione svuota l’area di rigore agendo in una posizione da mezza punta, aprendo gli spazi nella difesa avversaria per favorire gli inserimenti degli esterni, che tendono ad accentrare molto la loro azione.
In fase di non possesso il Barca mantiene le quattro linee di pressione, in una sorta di 4-2-2-2: la prima pressione è mossa da Torres e Raphina, con Lopez e Lamal ad attivare la seconda linea. L’obiettivo della squadra di Flick è riottenere il possesso prima della linea di difesa, e volutamente in zona centrale, per attivare le ripartenze del blocco offensivo. Sulle corsie esterne il Barca accetta situazioni di uno contro uno (dato che Raphinha e soprattutto Yamal non si abbassano fino alla linea difensiva), ed i mediani eseguono un raddoppio più orientato alla schermatura delle linee di passaggio verso l’area di rigore piuttosto che sulle sovrapposizioni sugli esterni.
I PERICOLI PER L'INTER - Il Barca di Flick non è una squadra da tiki-taka: è sì una squadra a cui piace tenere il pallino del gioco, ma è un possesso palla più “europeo”, con la circolazione che avviene a due tocchi. Ma è anche una squadra in grado di attirare gli avversari nella propria metà campo e poi cercare la profondità con lanci lunghi alle spalle della difesa (due delle tre reti realizzate al Real Madrid in finale di coppa del Re sono arrivate così).
I quattro attaccanti del Barca hanno grande dinamismo, velocità, e capacità nel dribbling: il pericolo maggiore arriverà proprio in caso di una difesa nerazzurra con baricentro basso, perchè la qualità dei blaugrana e la rapidità delle esecuzioni possono colpire in qualsiasi momento una difesa interista che, in questo momento, non sembra avere la brillantezza fisica per sopperire solo con un buon posizionamento la reattività dei catalani. Un’attenzione particolare deve essere poi posta alla gestione della profondità: Acerbi e Bastoni potrebbero avere difficoltà contro Yamal, Raphinha e Torres in caso di giocate profonde in campo aperto.
I PERICOLI PER IL BARCELLONA - Due sono in particolare le situazioni nelle quali l’Inter può mettere in difficoltà il Barcellona. I blaugrana hanno difficoltà nelle transizioni difensive, come emerso chiaramente nell’ultima partita contro il Real Madrid: con le mezzepunte che non ripiegano completamente a protezione della linea difensiva ed un baricentro sempre tendenzialmente alto, l’Inter potrebbe sfruttare la profondità e le ripartenze rapide per mettere in difficoltà i catalani, soprattutto nei duelli tra Thuram e Martinez, e Dumfries e Martin. Un pò più complessa dovrebbe essere la partita di Dimarco, alle prese con Koundè.
L’Inter potrebbe cercare di sviluppare il proprio gioco sulle corsie esterne: con la prima pressione del Barca portata da due uomini, la costruzione tipicamente a tre della squadra di Inzaghi potrebbe garantire una superiorità numerica da trasferire nella metà campo blaugrana, dove negli uno contro uno si potrebbero trovare soluzioni interessanti per il cross, ma anche per le giocate in appoggio per i tiratori nerazzurri: i mediani del Barca corrono tanto, e questo li porta a volte a non essere disposti correttamente a protezione degli ultimi venti metri.
Sarà una partita avvincente, come ci si aspetta da una semifinale di Champions League. L’Inter dovrà giocare una partita intelligente, attenta in fase difensiva ma non rinunciataria, perchè il Barca si può battere e l’Inter ha le armi per poterlo fare.
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