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Milan, fuga di notizie su Yonghong Li: Fassone fece pedinare 4 giornalisti!

Milan, fuga di notizie su Yonghong Li: Fassone fece pedinare 4 giornalisti!

Nuovo capitolo della storia Marco Fassone-Milan, finita in tribunale. E le novità che arrivano, sconcertanti: l'ex amministratore delegato rossonero ha fatto pedinare alcuni giornalisti per capire quali fossero le talpe all'interno della società milanista. Fassone, ai tempi della proprietà cinese, ha commissionato il tutto alla Carpinvest srl, agenzia privata investigativa. Come scrive la Repubblica, erano quattro i giornalisti pedinati: Enrico Currò e Luca Pagni de la Repubblica, Carlo Festa de Il Sole 24 Ore e Tobia De Stefano di Libero. Lo ha rivelato la stessa agenzia investigativa, in estate, con una lettera con la quale ha informato i vertici di Elliott. Lettera inviata dopo che il Milan aveva chiesto conto di un sollecito di pagamento inviato dalla Carpinvest. 

LA RICOSTRUZIONE - Giorni caldi, scrive sempre la Repubblica, quelli dello scorso gennaio, con una fuga di notizie su dettagli economici e piani finanziari del Milan di Yonghong Li: notizie sulla ricerca di un nuovo socio, fondi arabi e la proprietà cinese che si ritrova senza le giuste risorse sia per finanziare il club sia per restituire i 380 milioni a Elliott. Il mandato di Fassone agli investigatori viene dato durante una riunione in sede, con la richiesta di "monitoraggio dinamico", pedinamento, ai quattro giornalisti. Pedinamento che ha un inizio e una fine: 19 febbraio e 2 marzo. 

ANCHE I DIPENDENTI - Non solo giornalisti, però. Fassone fa pedinare anche alcuni dipendenti, sospettati di aver detto qualcosa ai giornalisti. In particolar modo, occhi su notebook, tablet e smartphone dei dirigenti rossoneri (con autorizzazione degli stessi). Non è finita, però: viene fatta richiesta alla Telecom di verifiare i tabulati di quattro utenze telefoniche: quelle di Agata Frigerio, Giuseppe Mangiarano, Giovanna Zian e Angela Zucca. Infine, gli ex vertici rossoneri hanno chiesto anche una bonifica ambientale negli uffici della sede di Casa Milan. Attività di controllo che, conclude la Repubblica, hanno portato un esito negativo. Il prossimo 29 gennaio ci sarà la seconda udienza della battaglia legale tra Fassone e il Milan: questa è una causa del contendere, non l'unica, visto che si parla anche presunte pressioni esercitate nei confronti dei dirigenti sottoposti. Milan-Fassone: non è finita. 

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