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Redazione Calciomercato03 giu 2025, 11:00
Ultimi aggiornamenti: 26 giu 2025, 19:39

Morata: "Al Milan ho vissuto cose mai accadute nella mia carriera. Allegri? Lo sento spesso..."

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Alvaro Morata non conosce il proprio futuro calcistico. L'attaccante spagnolo, passato dal Milan al Galatasaray in prestito annuale nello scorso mercato invernale, ha dichiarato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Questa stagione sono successe tante cose, alcune troppo veloci, complicate da gestire per me, però alla fine sono contento. Secondo me al Milan abbiamo fatto anche grandi partite, le cose non stavano andando così male come sembrava o si diceva. Poi però là dentro sono successe cose che non avevo mai vissuto in carriera e che preferisco tenere per me, non mi sentivo più a mio agio e prima di diventare un problema me ne sono andato. Qual era il problema? Non lo posso dire. I cambi repentini non sono mai facili. Se inizi a giocare con una mentalità e all'improvviso muti radicalmente ti può andare molto bene oppure no. Magari la nuova strada scelta a inizio stagione aveva bisogno di un po' di tempo per essere battuta: hanno deciso di cambiare e non c'è molto da dire. Anzi sì, una cosa c'è: non è vero che come ho letto in giro mi sarei pentito della scelta. Mai. È stato un onore vestire una maglia storica come quella del Milan. Mi sono reso conto subito che col nuovo corso le cose non andavano, soprattutto a livello di comunicazione. Io cerco di essere rispettoso con tutti, ma ci sono certe cose che non mi vanno bene e per evitare di creare problemi me ne sono andato". 

"Ho già parlato con Igli Tare e Massimiliano Allegri? No, o almeno, non nelle nuove vesti. Perché Max lo sento spesso per il rapporto che ci lega. Tare l'ho visto un paio di volte a cena con amici, ma niente di più. Sono contento per loro e per il Milan: sono grandissimi professionisti e se li hanno presi vuol dire che il Milan vuole tornare subito a vincere e a essere importante e spero che gli vada tutto alla grande. Di me però non so nulla". 

"Adesso sto bene e guardo al futuro con fiducia. Ho voluto fare un documentario per rivolgermi alle persone, e sono tante, che hanno paura di affrontare queste situazioni, di parlarne, di aprirsi. La paura di essere visti in modo diverso spinge a non cercare aiuto. Io ho vissuto sul filo tutta la mia carriera, non sapevo cosa fosse la depressione fino a che non mi sono ritrovato nel buco più buio che una persona possa immaginare. Stavo malissimo, e quando stai così non conta nulla: soldi, posizione, affetti, niente. È una situazione tremenda che ti porta a prendere decisioni nefaste a livello famigliare e calcistico. Adesso sto bene, ma il messaggio che voglio mandare è che una persona che è in crisi totale grazie all’aiuto di compagni, famigliari e specialisti si può ritrovare a giocare e a vincere un Europeo da capitano. Sono sicuro che questo documentario aiuterà tanta gente". 

"Lamine Yamal? Incredibile. È così. Super tranquillo, scherza, ride, ma quando entra in campo si trasforma, dà tutto e non ce n’è per nessuno. Non ho mai visto una cosa del genere, mai. Mi ha colpito il riconoscimento che ha ricevuto dai giocatori dell’Inter dopo le semifinali di Champions, stiamo parlando di gente forte forte, con esperienza. Giornalisti e addetti ai lavori si siedono davanti alla tv per vedere cosa può fare, dov’è il suo limite… E ha soltanto 17 anni, ha appena firmato un contratto fino al 2031 e quando scadrà avrà appena 23 anni! Mi piacerebbe che vincesse il Pallone d'oro come lo scorso anno speravo lo vincesse uno tra Rodri, Dani Carvajal e Fabian Ruiz. È una questione d'orgoglio, di pelle, di maglia, ma sinceramente io penso che oggi non ci sia un giocatore capace di fare la differenza come la fa Lamine Yamal". 

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